Oggi le richieste del PM al precesso d'appello Bebawi

Oggi le richieste del PM al precesso d'appello Bebawi Oggi le richieste del PM al precesso d'appello Bebawi Il rappresentante dell'accusa ha criticato aspramente la sentenza che assolse i due imputati - « A noi non interessa chi sparò, ha detto, basta la certezza che entrambi concorsero al delitto per condannarli» ( Nostro servizio particolare) Roma, 11 dicembre. Una severa condanna sarà chiesta dalla pubblica accusa per i coniugi Youssef e Claire Ghobrial. che un anno e mezzo fa furono assolti per insufficienza di prove dalle As sise, dinanzi alle quali comparvero in stato di detenzione sotto l'accusa di omicidio premeditato doppiamente ag- j gravato nella persona di Farouk Mohamed Chourbagi, di ventinove anni, figlio dell'ex ministro del Tesoro dell'ultimo re d'Egitto. La sentenza di primo grado, in forza della quale Youssef Bebawi e Ciane Ghobrial riacquistarono la libertà, è stata oggi sottoposta ad una critica assai rigorosa durante la requisitoria del procuratore generale, * Francesco Donato Di Migliardo, che do- mani formulerà le sue richieste. « La sentenza dell'Assise — ha detto il procuratore gene rate — con la quale, dopo 142 udienze, Youssef e Claire Bebawi furono assolti per insufficienza, di prove costituì una grave offesa alla giustizia, anche se la folla l'accolse con strepitosi applausi Claire Ghobrial e Youssef Bebawi sono due assassini che cercano di salvarsi accusandosi a vicenda e che, nel primo processo, vinsero con questo loro gioco. Invece, entrambi colpevoli, concertarono la " lezione " da infliggere a Farouk, lo codannarono a morte. Ed io, in contrasto con i giudici di primo grado, chiederò che i due egiziani, la donna superba e l'astuto commerciante, pa-. ghino insieme per il loro comune delitto ». Il P.M, continuando la sua spietata analisi contro la sentenza di assoluzione ha detto: « I giudici, seguendo un antico principio giuridico, nel dubbio assolsero. Si è aggiunto che è meglio mettere un colpevole in libertà che un Innocente in prigione. Si è scritto che la sentenza del 21 maggio 1966 fu un capolavoro di civiltà giuridica e che bisognava inchinarsi dinanzi a tanta giustizia. Dissento, signori, dissento da simili eresie. In questo processo non vi è alcun innocente da salvare ». Il magistrato dopo aver detto che fra Claire e il marito si verificò un accordo criminoso perfetto contrastando le affermazioni della sentenza assolutoria, ha analizzato la meccanica del delitto di via Veneto. « Chourbagi — ha detto — fu assassinato il 18 gennaio, verso le sei di sera. Come mai quattro ore prima i Bebawi giunsero inopinatamente a Roma, era un sabato, con l'aereo di Ginevra? Per spiegare questo fatto sconcertante, gli imputati, secondo il Pubblico Ministero, inventarono bugie puerili. Lui disse: « Dovevo recarmi ad Atene per affari, ne approfittai per accompagnare a Roma mia moglie, ma non sapevo che si sarebbe incontrata con l'amante, che da qualche - tempo la trascurava ». Lei ha affermato: «Andavo cercando un appartamento a Roma per stabilirmicl e dovevo portare una medicina a Farouk, che me l'aveva chiesta il giorno prima per telefono ». « Queste scuse — ha proseguito il P. M. — fanno amaramente sorridere. Farouk non aspettava quel sabato l'amante: aveva avuto con lei il giorno prima una rabbiosa discussione telefonica. Forse la chiave del delitto sta nella lettera spedita da Farouk a Claire subito dopo quella telefonata. Quella lettera è scomparsa. Non è stata mai trovata nella casella postale che Claire aveva a Losanna. Se fosse stato possibile leggere quelle poche righe scritte convulsamente, sapremmo oggi con certezza perché Farouk abbandonò l'amante. Secondo Donato Di Migliardo, la sentenza di primo grado è sbilanciata e improvvisamente precipita nell'assurdo. «"Si ammette fino ad un rerto momento che i due coniugi vennero a Roma per uccidere Farouk e che entrambi andarono nel suo studio. Poi non si sa a chi porre in mano la pistola e, ossessionati da questa incertezza, i giudici assolvono. Non avevano prove! A noi, invece, non interessa sapere chi sparò materialmente. Basta la certezza che entrambi gli imputati concorsero al delitto per condannarli ». Arnaldo Geraldini

Luoghi citati: Atene, Egitto, Ginevra, Losanna, Roma