Nuovi metodi por diagnosticare i tumori delle ghiandole linfatiche di Angelo Viziano

Nuovi metodi por diagnosticare i tumori delle ghiandole linfatiche Riunita a Milano la Società italiana di cancerologia Nuovi metodi por diagnosticare i tumori delle ghiandole linfatiche Dalla linfografia mediante raggi X alla « immunoelettroforesi » - La classificazione delle varie forme tumorali del sistema linfatico discussa dal torinese prof. Mottura - Gli esperimenti su animali (Dal nostro inviato speciale) Milano, 7 dicembre. Non è ancora ultimato l'imponente nuovo Istituto nazionale per lo studio e la cura dei tumori, cosi validamente diretto dal prof. P. Bucalossi, chirurgo e cancerologo Insigne; ma presto funzionerà a pieno ritmo sulla linea dei più grandi Centri analoghi stranieri. Comunque, quasi a prembolo inaugurativo, stamane il suo grandioso anfiteatro straboccava di un qualificato pubblico medico, per la prima seduta del 'IV Congresso nazionale della Società italiana di cancerologia, presieduta dal prof. P. Verga. Cancro — vale ripeterlo — è un termine al singolare .alquanto improprio per etichettare tutte le numerose varietà di tumori maligni. Il congresso odierno verte particolarmente su quelle forme che colpiscono le ghiandole linfatiche o « linfonodi ». Ma nel seno delle riunioni che dureranno tre giorni, torneranno in discussione, con recentissime nuove inchieste, i rischi inerenti l'inquinamento atmosferico, nonché la valutazione delle molteplici terapie preconizzate contro i diversi tipi di cancro. Ghiandole linfatiche, dunque. Tutti sanno che oltre alla circolazione sanguigna arteriosa e venosa ne esiste una linfatica. Ma lo sanno un po' confusamente, in quanto i vasi, canali e canaletti, che portano la linfa — liquido quasi incolore, prodotto del ricambio dei tessuti — non sono apprezzabili a vista. Il profano non avrebbe la minima sensazione di essi in superficie se per qualche frangente non gli accadesse di palparsi, alla nuca ad esempio o all'ascella o all'inguine, una o più nodosità, di varia grandezza. Quelle nodosità corrispondono a stazioni disseminate lungo il decorso dei vasi linfatici inapparenti, dette perciò ghiandole linfatiche o linfoghiandole o linfonodi. |: Normalmente inapparenti, il loro ingrossamento esprime la loro reazione nei tentativi d'arresto, quali filtri o buone guardie di sbarramento, di agenti infettivi o tossici o irritanti, convogliativi dalla corrente linfatica. Guaio è quando nella regione di loro pertinenza esiste un tumore e per la via linfatica si disperdono cellule di sua spoliazione. E' allora che l'arresto in sede linfoghiandolare vi provoca « metastasi » (impianto locale) tumorale. Ma non è di ciò che l'attuale congresso va occupandosi; bensì di certi tumori maligni che in tali ghiandole si formano «primitivamente». Cioè di- tumori linfatici veri e propri, nascenti dai diversi tipi di cellule che compongono la ghiandola. Problema assai complesso è la classificazione dei numerosi generi di tali forme tumorali, sulla base dell'intimo esame del loro tessuto. Esso è stato chiarito nell'approfondita relazione del prof. G. Mottura, direttore dell'Istituto di anatomia ed istologia patologica di Torino, e dei suoi collaboratori A. Stramignoni, P. Mollo, G. Bussolati. Ulteriore ampio apporto all'argomento ha fatto il prof. Fiore-Donati, dell'Università di Padova, fornendo anche certe incidenze percentuali per età e sesso. Molto interesse hanno destato a loro volta le relazioni di Della Porta e Colnaghi, dell'Istituto dei tumori di Milano, sui tumori linfatici sperimentali, che possono essere provocati nei topi con vari mezzi: virus, raggi, sostanze chimiche. Tali prove, com'è risultato inoltre da specifiche relazioni di L. Chieco-Bianchi di Padova, e di A. Cajano, di Napoli (con dati rilevati anche in campo umano) servono pure a studiare le eventuali capacità di difesa immunitaria dei soggetti contro l'insediamento del tumore o il suo progredire. Sono in sostanza alla base di numerosi tentativi già in marcia per arrivare agli auspicati mezzi di immunizzazione, diciamo pure vaccinazione, contro i tumori in discorso. Anche il settore diagnostico ha avuto oggi la sua parte. Carnevali e Uslenghi, - di Milano, hanno tra l'altro dimostrato l'importanza raggiunta ormai dalla linfografia. Si tratta della visualizza zione radiologica del sistema linfatico con un mezzo capa ce di. permetterne lo studio anatomico e funzionale., Reperito con gran cura ed tso lato un adatto vaso linfatico abbastanza grosso vi si~\in cannula un ago apposito e vi si inocula un liquido opaco, in varia quantità a seconda dell'estensione della zona in esame; quindi si procede all'esame radiografico in vario tempo, osservando la progressione del liquido e notando le eventuali alterazioni del sistema. Iniziata a sco po diagnostico, tale tecnica è ora anche utilizzata a fine terapeutico, usando particolarmente l'introduzione di so stanze anticancerogene, quali il radioisotopo jodio 131, in caso di tumori linfoghiandolari. Ancora in campo diagnosti co vannp assumendo pure importanza certe indagini nuove di laboratorio (tra cui l'immunoelettroforesi), illustrate da G. Caprio, nella seduta pomeridiana; che si è conclusa con l'illustrazione, fatta da A. Banfi e G. Bona donna, dei criteri di classiticazione clinica dei tumori linfatici, necessaria per programmare caso per caso la terapia più idonea. Angelo Viziano

Luoghi citati: A. Banfi, Milano, Napoli, Padova, Torino