Maurizio Arena in Estremo Oriente

Maurizio Arena in Estremo Oriente SULLO SCHERMO Maurizio Arena in Estremo Oriente (Astor) — In un film di avventure dell'era bondiana incontrare uno sconosciuto che ci prega di custodirgli un pacchetto, sia pur per pochi minuti, vuol dire cacciarsi in guai grossi. L'involtino che Robert Stack, fotoreporter americano a Hong Kong, riceve da Maurizio Arena (sotto altro nome nel cast) contiene II sigillo di Pechino, ossia una chiave per iscoprire il nascondiglio di un favoloso tesoro appartenuto a un imperatore cinese della terza dinastia. A recarla in dollari, qualcosa come tre milioni. Si ca¬ pisce che intorno al fotoreporter, cui è rimasto l'oggetto dopo la barbara uccisione di colui che glie lo aveva dato, sj scatena una lotta furibonda, con due gang rivali e un furbo capo della polizia che pretende anche lui la sua parte di bottino. Uscendo pesto, ma vivo, da una serie di imboscate di ogni genere (anche erotico), il fotoreporter, con la vedovella dell'ucciso, arriva primo sul tesoro, ma poi, per prevedibili complicazioni, tutto gli va in fumo, meno l'amore (Elke Sommer). Comprodotto da Germania, Francia e Italia, diretto da Frank Winterstein, il film è esattamente quello che vuol essere, un trattenimento di avventure orientaleggianti, dove l'assurdità delle stesse e la servitù degli ingredienti (cadaveri, torture, belle donne) sono riscattate dalla giusta tensione del ritmo e da uno spolvero d'ironia. Per quest'intima quadratura che la tiene a galla, la pellicola si vede senza fastidio e quasi con piacere. Nancy Kwan, Rudy Palmer e Christian Marquand, gli altri interpreti. 1. p.

Persone citate: Christian Marquand, Elke Sommer, Frank Winterstein, Maurizio Arena, Nancy Kwan, Robert Stack, Rudy Palmer

Luoghi citati: Estremo Oriente, Francia, Germania, Hong Kong, Italia, Pechino