Tentato un altro trapianto di cuore su un neonato: è morto sei ore dopo di Nicola Caracciolo

Tentato un altro trapianto di cuore su un neonato: è morto sei ore dopo Grandi speranze in America e tremenda delusione Tentato un altro trapianto di cuore su un neonato: è morto sei ore dopo L'intervento in un ospedale di New York - Nel torace d'un bimbo di due settimane e mezzo è stato innestato il muscolo cardiaco d'un piccine (appena deceduto) che era nato con gravissi^ijnj^^òni cerebrali - L'operazione sembrava riuscita: per alcune ore pressione del sangue e respira Poi, il croHd improvviso (Dal nostro corrispondente) Washington, 6 dicembre. Il secondo tentativo di trapianto di un cuore umano che sia mai stato tentato nella storia della medicina è fallito oggi. Incoraggiati dal successo dell'operazione compiuta giorni fa in Sud Africa, un gruppo di dottori del «Maimonides Hospital» di New York ha tentato questa mattina di sostituire il cuore di un bambino di due settimane e mezzo, per il quale non sussisteva diversamente alcuna speranza di vita. A tutta prima l'intervento è sembrato aver successo. La notizia ha attirato all'ospedale, situato in una popolare zona dì Brooklyn, uno stuolo di giornalisti e di fotografi in un'atmosfera di attesa e di tensione. Tuttavia poco dopo le tre del pomeriggio di fronte ad essi appariva il dottor Kantrowitz, il chirurgo che aveva diretto l'operazione: « Sono costernato, ha detto, devo purtroppo darvi una cattiva notizia. Il bambino è morto ». La delusione che queste parole, ritrasmesse dalla radio e dalla televisione in tutta l'America, hanno provocato è stata enorme. Il fatto che anche in America fosse stato tentato un trapianto cardiaco aveva lasciato immaginare che questo genere di tecnica chirurgica fosse oramai quasi a punto. Più della metà dei decessi negli Stati Uniti sono provocati oggi da attacchi di cuore o dalle conseguenze di essi. Il successo dell'operazione compiuta oggi dal dott. Kantrowitz avrebbe non solo segnato un grande passo avanti nella medicina, ma avrebbe forse contribuito concretamente, in futuro, a salvare qualche vita umana. Evidentemente — questo è il tono generale dei commenti di oggi negli Stati Uniti — sostituire il cuore umano è ancora una cosa estremamente difficile, un'impresa molto più problematica di quanto sembrasse possibile ancora poche ore fa. Il dott. Kantrowitz ha detto che per sei ore e mezzo dopo l'operazione il cuore innestato nel bimbo ha battuto normalmente e che la respirazione e il flusso del sangue sono stati, per quel lasso di tempo, soddisfacenti. Poi, il crollo improvviso. Il chirurgo non ha cercato di spiegare l'accaduto. L'operazione ha avuto ini- zio alle 4,15 del mattino, ed è durata fino alle sei e trenta. Per portarla a compimento il «Maimonides Hospital» aveva messo insieme una squadra di ventidue persone tra medici, infermiere e tecnici. Il bambino soffriva di una malformazione congenita incurabile, la valvola tricuspide, fra orecchietta e ventricolo destri del cuore, non permetteva il passaggio del sangue, era un caso si può dire classico di atresia (dal greco, mancanza di perforazione). Nella sua cassa toracica i dottori hanno introdotto il cuore di un bambino di due giorni e mezzo nato con una grave deformità cerebrale (anencefalia) che non gli avrebbe in nessun caso consentito di sopravvivere neppure per un breve tempo. Il trapianto è ovviamente avvenuto dopo la morte del primo bambino. Il dottor William Likoff, direttóre dell'Istituto di La Jolla in California, ha detto oggi che esistono alme- no una mezza dozzina di cen- tri medici, negli Stati Uniti, che sarebbero in grado di tentare operazioni di questo genere. E' ancora difficile che le circostanze si combinino: che l'ospedale abbia in cura un paziente il cui cuore sia in condizioni talmente cattive da non consentirgli nessuna speranza di sopravvivere tranne appunto quella di un miracolo chirurgico, cioè del trapianto del muscolo cardiaco di un altro paziente sicuramente condannato e la cui vita non possa essere prolungata in nessuna circostanza e la presenza contem-, poranea d'un cuore sano, .disponibile, appartenente a persona destinata a immediata morte per altre cause. Il bambino che ha dato.il suo cuore è stato cercato dal «Maimonides Hospital» per circa tre settimane. E' stata una ricerca per molti versi angosciosa e che dà un'idea di quelli che potranno essere i problemi morali della medicina di domani. Si trattava non solo di trovare un bambino incurabile ma di trovare dei genitori che accettassero l'ineluttabile e dessero il permesso per il trapianto. Durante questo periodo il primo bimbo — quello che sarebbe sopravvissuto se l'operazione fosse riuscita — è stato mantenuto in vita con delle tecniche di emergenza, soprattutto con delle trasfusioni. Come ha spiegato il dott. Kantrowitz, ambedue i bambini erano stati condotti vivi in sala operatoria, in attesa della morte inevitabile del bimbo donatore. Pochi minuti dopo la morte è stato prelevato il cuore, raffreddato a temperatura molto bassa e poi sistemato nel torace del bimbo da operare. Un gruppo di chirurghi dell'Università di medicina di Filadelfia ha rivolto oggi un appello per ottenere da maIati in fin di vita il dono del cuore: nella clinica dell'Università ci sono tre pazienti che potrebbero forse essere salvati da un trapiantò cardiaco. Uno dei dottori di Filadelfia, Bernard Segai — una celebrità in questo campo —, ha detto oggi: «Siamo alla vigilia di una rivoluzione della medicina. Questo genere di trapianti potrebbe tra pochissimo diventare comune. Dobbiamo cominciare uno sforzo per cercare donatori ». E' una idea questa del resto di cui si parla molto in America. Oltre ai trapianti del cuore sono già stati realizzati con successo trapianti di reni. Analoghe operazioni vengono ritenute possibili per il fegato e i polmoni. I cattivi risultati dell'intervento di oggi raffreddano ma non spengono questi entusiasmi. Bisognerà intanto vedere se il paziente sudafricano che da tre giorni vive grazie al cuore di un'altra persona riuscirà a sopravvivere. Inoltre occorre tener presente che il «Maimonides Hospital» ha compiuto una lunga serie di esperimenti su animali prima del tentativo di oggi: il dottor Kantrowitz ha dichiarato infatti qualche giorno fa di fronte a un congresso di medici a New York di aver tentato il trapianto del cuore con successo su duecento cani e che non si conoscono ragioni teoriche perché la medesima operazione non debba riuscire sugli uomini. Kantrowitz ha messo qualche anno fa a punto una pompa per il cuore che funziona perfettamente e che ha già permesso di salvare migliaia di pazienti. Senza sostituire l'organo ammalato lo aiuta a far,fluire il sangue alleviandogli quindi la fatica. Nicola Caracciolo Il dott. Kantrowitz che ha diretto il trapianto del cuore sul neonato (Telefoto A.P.)

Persone citate: Bernard Segai, Kantrowitz, William Likoff