Tra America e Russia crescono le somiglianze di Alberto Ronchey
Tra America e Russia crescono le somiglianzeAlberto Ronchey e Arrigo Levi ai «Venerdì Letterari» Tra America e Russia crescono le somiglianze Lo spazio, gli uomini, lo sviluppo tecnologico ed economico, la forza impongono una « convergenza » alle due super-potenze - E' un cammino inarrestabile, che avrà conseguenze politiche di rilievo Nel secondo dei « Venerdì letterari » organizzati dall'Aci, davanti ad un pubblico foltissimo, i giornalisti Alberto Ronchey e Arrigo Levi hanno discusso ieri sera un argomento di eccezionale interesse: « Usa-Urss: prospettiva 2000 ». Molto opportunamente, tutti e due gli oratori hanno evitato le anticipazioni fantascientifiche e si sono astenuti dalle ipotesi profetiche; hanno invece impostato il loro discorso su di un fatto evidente, documentabile, di diretta importanza per il futuro del mondo e per il nostro stesso avvenire personale: la « convergenza » sempre più chiara delle due superpotenze. Russia e America sono portate a somigliarsi da un complesso di fattori, geoeconomici e tecnologici, più forti delle differenze politiche ed ideologiche; ma quali saranno le svolte del loro cammino e le conseguenze di questo avvicinamento, nessuno può ora prevederlo con esattezza. Tale convergenza è tanto più notevole — ha esordito Ronchey —, in quanto cinquant'anni fa i due paesi erano separati da un profondo distacco: la Russia viveva la sua prima rivoluzione industriale, alcuni decenni dopo gli Stati Uniti, e presentava molte caratteristiche delle nazioni depresse. Oggi ha ancora zone arretrate « da Terzo mondo », ma è la seconda potenza industriale, l'unico concorrente vero dell'America; e crescerà ancora, perché dispone di tutte le risorse necessarie: lo spazio, gli uomini, la cultura, la tecnica, riserve di materie prime quasi illimitate. I sovietici guardano all'America come all'unico competitore ed insieme all'unico modello: hanno ragione. Usa e Urss due Stati super-nazionali, di dimensioni continentali, entrati insieme nell'età atomica e missilistica, impegnati in immensi programmi per l'istruzione di massa, all'avanguardia nella tecnologia, simili anche in scelte di pensiero fondamentali: conoscono entrambi un boom delle scienze matematiche. Isolati nel loro rango di super-potenze, con tipi analoghi di sviluppo, hanno somiglianze sempre più spiccate; i diversi sistemi politici non impediscono questo avvicinamento. Arrigo Levi ha sviluppato il motivo della « confluenza » accettando l'impostazione di Ronchey. Il primato economico degli Stati Uniti rimane indiscutibile (Kruscev sbagliò lanciando la sua sfida), ma i ritmi di sviluppo dei due paesi diventano abbastanza simili. L'aumento del reddito e le trasformazioni socio-economiche hanno portato TOrss ad assegnare un'importanza nuova, e forse irreversibile, ai consumi privati, mentre gli Usa aumentano le spese sociali. La Russia ha abbandonato la pianificazione rigida, riscoprendo l'economia di mercato; l'America rivaluta le funzioni dello Stato. ' Non solo in politica, ma anche nelle strutture sociali, nella « civiltà », i due paesi sono ancora molto diversi; la somiglianza degli sviluppi tecnologici ed economici ridurrà queste differenze? E' probabile, almeno in una certa misura. Già il distacco è meno netto, incolmabile, che negli anni di Stalin, pur cosi vicini. Ma Levi dubita che il progresso delle tendenze « socialiste » in Occidente e « capitaliste » in Russia conducano ad una identificazione; né crede, con i pessimisti, che le conquiste della tecnologia portino russi ed americani a diventare uomini-robot, irrimediabilmente alienati, in una società prò-, spera e disumana. Quattro esperti — i professori Nerio Nesi, Siro Lombar dini, Luigi Firpo, Francesco Forte — hanno posto a Ronchey ed a Levi una serie di domande: quanto i problemi della Cina, dell'America Lati na, del mondo depresso influiranno sugli sviluppi di Usa e Urss? quali pericoli nuovi crea il crescente distacco fra le prosperità delle super-po tenze e i miliardi di uomini che vivono nelle aree arretrate? esiste la possibilità che un terzo « grande spazio », l'Europa, si inserisca nella competizione Usa-Urss? Del serrato dialogo, merita soprattutto ricordare due battute. Una risposta di Alberto Ronchey, che ha giustamente indicato nella politica di De Gaulle il massimo ostacolo a qualsiasi tentativo dell'Euro pa per diventare, almeno in certa misura, il « terzo grande ». Ed una osservazione del prof. Firpo, che ha detto come l'America abbia realizzato un obbiettivo fondamentale del programma marxista: creando (pur nelle disegua glianze economiche) una « società senza classi ». c. c.
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