Le relazioni mediche interrotte dal dramma

Le relazioni mediche interrotte dal dramma Le relazioni mediche interrotte dal dramma L'intervento del prof Robecchi poco prima del collasso La « tavola rotonda », durante la quale il prof. Alessandro Robecchi è stato colpito dal gravissimo malore, è incominciata alle 21 nell'aula «A. M. Dogliotti» alle Molinette davanti un tolto uditorio. Tema: «Diagnostica e terapia delle malattie reumatiche»; relatori il prof. A. Beretta Anguissola, anche in funzione di coordinatore, e 1 professori Magri, Bellion, Robecchi e Roasenda. Per primo ha parlato il prof. Beretta Anguissola sulla aggressività della malattia reumatica sul cuore. Egli ha fatto alcune importanti osservazioni. Poiché la cardite reumatica è molto più frequente delle manifestazioni articolari reumatiche, essa non è da considerarsi quale complicazione del reumatismo, ma lesione diretta di esso, cioè alla stregua di reumatismo cardiaco primitivo. Ragione per cui, anche in assenza di fatti articolari, si impone una precoce attenta esplorazione delle condizioni cardiache. Il prof. Magri soffermandosi sul fatto che l'attacco iniziale e le recidive sono abitualmente scatenati dall'infezione streptococcica delle prime vie aeree, ha sostenuto che la lotta contro lo streptococco rappresenta il fondamento logico della profilassi antireumatica. Quindi, anche i mali di gola apparentemente innocenti devono essere affrontati con un trattamento energico basato su gli antibiotici. Il prof. Bellion ha messo in rilievo la particolare importanza che ha la radiologia nel campo diagnostico delle malattie reumatiche. Quindi ha parlato il prof. Robecchi. Una conferenza, seguita con grande attenzione dal vasto uditorio di medici. Egli ha trattato dell'artrite reumatolde, una malattia ad evoluzione cronica con tendenza a progressive deformazioni e rigidità delle articolazioni, specie quelle delle mani. La sua origine è ancora oscura. Non potendosi addivenire ad una terapia diretta contro la causa enigmatica, si tende a modificare la situazione del « terreno », ad aumentare le resistenze dell'organismo e soprattutto ad agire con farmaci vari sul processo infiammatorio, che sta alla base della malattia. In questo caso non c'entrano le terapie antinfettive, anche perché quando il male ha Iniziato la sua evoluzione acquista una capacità di automantenimento, una « autonomia evolutiva ». Il prof. Robecchi si era soffermato sul programma terapeutico che è vasto: dall'alimentazione libera (non limitazioni dell.t carne), alla vita riposata, evitando gli affaticamenti e gli « stress » anche psichici, alla mobilizzazione regolare delle articolazioni colpite (per evitare rigidità) e sorveglianza dei loro atteggiamenti; e ovviamente alle cure farmacologiche (di cui una in fase di studio, diretta a correggere ciò che mantiene la detta autonomia evolutiva). Ha cominciato a parlare il professor Roasenda, quando la riunione è stata bruscamente interrotta dal tragico malore del prof. Robecchi.