Al processo Tandoj il p. m. minaccia di denunciare un imputato per calunnia

Al processo Tandoj il p. m. minaccia di denunciare un imputato per calunnia Alle Assise di Lecce le «cosche» di Agrigento Al processo Tandoj il p. m. minaccia di denunciare un imputato per calunnia Il mafioso ha detto che durante gli interrogatori il sostituto procuratore di Palermo avrebbe «eccitato» i carabinieri ad usare sisteì mi forti - Anche ieri tutti gli accusati hanno respinto gli addebiti (Nostro servizio particolare) Lecce, 29 novembre. La sesta udienza del processo Tandoj è stata interamente dedicata agli interrogatori di Vincenzo Galvano, 37 anni, rinviato a giudizio per associazione a delinquere aggravata e per omicidio; di Domenico Fregapane, ventottenne, accusato di omicidio, associazione a delinquere e furto di 80 pecore; di Giacinto Tarullo, 52 anni che deve rispondere all'accusa di associazione a delinquere. Prima che la Corte entrasse in aula là madre di Anto- nino Damanti, lo studente ucciso quando avvenne la sparatoria contro il dott. Tandoj, ha inveito in dialetto siciliano contro gli imputati rinchiusi nelle « gabbie »: in particolare la donna si è scagliata in lacrime contro Giuseppe Baeri accusato di essere il sicario. Per primo è stato ascoltato Vincenzo Galvano, detto « Zarbo ». E' in carcere dal 14 agosto 1963 perché, in concorso con altri, avrebbe ucciso il pastore Pietro Bonsignore a Mariusa di Siculiana il 25 gennaio 1961. Ha negato con decisione le accuse che gli venivano mosse, e ha ritrattato tutto, anche i particolari di minor rilievo. Come due imputati ascoltati ieri, ha insistito sui maltrattamenti che avrebbe subito durante gli interrogatori. Dopo Galvano è stato interrogato Domenico Fregapane, soprannominato « Nino Micciché ». Secondo l'Accusa, egli avrebbe partecipato all'uccisione di Pietro Bonsignore assieme al Galvano, ad un suo cugino, Isidoro La Porta (interrogato ieri) ed a Stefano Salvatore Lattuca. Avrebbe poi rubato 80 pecore a Giovanni Catuara. Anche lui ha negato ogni addebito. Ha aggiunto che 1 carabinieri e gli agenti di p. s. sarebbero stati «eccitati» a sottoporlo a duri sistemi coercitivi, personalmente dal sostituto procuratore di Palermo, dott. Fici. Dopo un breve intervallo il P. M. ha detto: « Mi riservo di iniziare azione penale nei confronti di Fregapane per quanto - concerne le sue dichiarazioni a carico del dr. Fici, dei carabinieri e di tutti gli inquirenti che avrebbero adoperato contro l'imputato metodi non ortodossi». Si ritiene che l'azione penale annunciata dal P. M. possa essere una denuncia per ca lunnia da presentarsi in sede diversa dal processo attualmente in corso. Il terzo imputato è stato Giacinto Tarallo, sarto, ex presidente dell'Eoa (Ente comunale di assistenza) di Raffadali. scarcerato ,neU|ottqbre del 1963 per' insufficiènza di indizi dopo tre mesi di detenzione; prosciolto poi in istruttoria, venne richiamato in causa nel 1965, solo per associazione a delinquere. Da Ipiù di due anni si trova in stato di carcerazione preventiva. In base ai documenti letti dal giudice il sarto avrebbe ospitato nella sua bottega, al centro del paese, in diverse occasioni, alcuni tra i principali imputati del processo in corso: Vincenzo Alongi, Giovanni Solfo, Santo e Luigi Librici. Negli interrogatori di due anni fa il Tarallo sostenne che si trattava solo di clienti. Ha confermato quanto aveva sostenuto in istruttoria, precisando che i suoi rapporti con le persone che si tro"avano a volte nel suo labo-^ "trio e sono ora tra gli imputati, erano esclusivamente occasionali. Quando il dott. Rubichi ha letto un verbale da cui risultava che il sarto non conosceva per nulla Giovanni Iacono, il Tarallo ha protestato vivacemente dicendo: «r Non è vero che non lo conoscevo, c'è un errore; lo conoscevo solo di vista ma ci tengo a non far sorgere equivoci ». E' stata questa la prima precisazione in senso affermativo fatta da uno degli imputati. Successivamente il difensore del sarto ha proposto la istanza di libertà provvisoria per il suo difeso. La Corte, dopo un quarto d'ora di camera di consiglio, ha respinto la richiesta. r. s. —*

Luoghi citati: Agrigento, Lecce, Palermo, Raffadali, Siculiana