Magnusson gioca: è la sua gara decisiva

Magnusson gioca: è la sua gara decisiva Magnusson gioca: è la sua gara decisiva " vent'duenne naz'ona'e svedese affronta la sua prima partita «ufficiale» tra i bianconeri - Dopo le affermazioni in patria è stato due mesi in Brasile, poi in Germania, nel Colonia - Nell'odierno incontro è impegnato a mettere in evidenza la sua classe Heriberto Herrera ha deciso: oggi, contro i romeni del Rapid, gioca Roger Magnusson. L'ala destra svedese viene alla ribalta d'improvviso. Quasi di soppiatto, quando i tifosi bianconeri magari avevano cominciato a dimenticarsi di lui. Magnusson scende in campo ed ha un com¬ pito difficile, il compito di dar brio ad un attacco, che, sposso, ha deluso. Magnusson però, almeno alle apparenze, limita l'ansia del debutto, Sa che gli spettatori lo osserveranno con particolare curiosità, sa di dover sostenere il più severo degli esami, sa di essere, in certo guai modo, il «personaggio» della partita. E' da tanto che to attendono alla prova. Il giorno della prova è venuto, Magnusson. con il suo volto di ragazzo che pare ancor più giovane di quanto non sia, è pronto. La sua è storia davvero strana, così strana che vale la pena di raccontarla, sia pu¬ re in breve. E' nato a Blomstermola, nel sud delta Svezia, il 20 marzo del 1945, da famiglia modesta di contadini. Un'Infanzia qualunque fin verso i quindici anni. Magnusson, a quell'età, sì divertiva giocando al football. Giocava bene, già una piccola popolarità di paese circonda- Per Magnusson, a sinistra, Juventus-Rapid avrà un valore particolare; Heriberto Herrera, in primo piano, spera di trovare nel giocatore svedese un valido rinforzo per le partite di Coppa dei Campioni (f. Moisio} va le sue esibizioni. Un giorno, un viaggiatore di commercio lo vide in azione. L'ignoto signore aveva lo spirito dello scopritore di talenti. Segnalò Roger ai dirigenti dell'Atvidaberg, città distante 250 chilometri da Stoccolma. I responsabili dell'Atvidaberg dissero di sì. Provarono Magnusson e subito gli offrirono un posto in squadra ed un lavoro. Cominciava così la carriera di Roger. Aveva sedici anni soltanto, ma fece presto ad imporsi. E, nel ruolo a lui congeniale di ala destra, venne inserito prima nella Nazionale giovanile, poi nella Nazionale A. Un successo di fila all'altro. Nel '63, in un torneo in Inghilterra, ci fu chi lo paragonò addirittura a Matthews. E, nel '64, i tecnici del Flamengo, in «tournée», ebbero occasione di ammirarlo, restandone così bene impressionati da convincere il giovane svedese a valicar l'Atlantico. Viaggio di andata e ritorno: dopo un paio di mesi, Roger, rifiutando un contratto, tornava a casa. i Ormai, è « qualcuno ». La Juventus si interessa, nel febbraio del '65 se l'assicura. Magnusson è soldato, la direzione bianconera lo lascia per una stagione ad Atvidaberg. Intanto si applica, in Italia, il « veto » ai calciatori stranieri. Roger, per un anno, è ceduto in prestito al Colonia. Disputa un ottimo campionato tedesco, solo nelle ultime partite non viene impegnato. Rientra in Svezia, la Juventus lo chiama e lo impiega, a maggio, nella gara con la Dinapio. Poi, Magnusson, va di nuovo al nord, in atteàa di eventi. Sì sposa. La Juventus — è naturale — vorrebbe utilizzarlo. Ma non può servirsi di luì nel campionato italiano e. per le partite di Coppa dei Campioni, è necessario un permesso dell'Uefa. Il sospirato consenso viene concesso ad agosto del '67. Roger si rimette in aereo e sbarca a Torino. Storia dì ieri. Magnusson è aumentato di peso. Ha qualche logica difficoltà di ambientamento, soffre di disturbi dovuti ad un'errata alimentazione. Stenta a ritrovarsi. Biondo, gentile,.slanciato. Trova, forse, la vita dura. Heriberto Herrera lo allena con pazienza, piano piano i chili superflui sì sciolgono in sudore. Tre gare amichevoli. A Canelli, a Biella, a Villar Perosa contro il Castor. Oggi, il « lancio » in Coppa dei Campioni, opposto ai romeni che — l'intera storia di Magnusson è curiosa — già hanno sentito parlare di lui. poiché Roger, nel '63. ha giocato proprio in Romania, nella Nazionale giovanile di Svezia. Un « lancio » che appassiona. Magnusson. nella sua carriera di giramondo, ha raccolto larga messe di elogi. Dev'esser testardo, orgoglioso: e cova perciò il desiderio rabbioso di convincere. Analmente, anche i tifosi della « sua » Juventus. g. b.