L'Italia respinge l'accusa francese per i prezzi degli elettrodomestici di Arturo Barone

L'Italia respinge l'accusa francese per i prezzi degli elettrodomestici Ferma reazione del ministero per il commercio estero L'Italia respinge l'accusa francese per i prezzi degli elettrodomestici Parigi ha chiesto al Mec di limitare le importazioni - Sostiene che i prodotti italiani « sono i meno cari del mondo soltanto per merito di elementi estranei alla redditività delle imprese» - Roma smentisce ed afferma: «Le pretese della Francia sono contrarie ai trattati di Roma e rischiano di incoraggiare altre richieste» (Nostio servizio particolare) Roma, 27 novembre. Come era prevedibile, il ministero del Commercio Estero ha reagito prontamente alla richiesta del governo francese rivolta alla Commissione di Bruxelles, di essere autorizzato a limitare le importazioni di elettrodomestici dagli altri paesi del Mec, in base alla « clausola di salvaguardia» prevista dall'articolo 226 del Trattato di Roma. Il ministero del Commercio Estero respinge l'accusa appena velata di dumping, implicita nella tesi secondo la quale « gli elettrodomestici esportati dall'Italia sarebbero i più a buon mercato del mondo solo grazie ad elementi estranei alla redditività delle imprese ». Come è stato altre volte dimostrato, i prezzi dei nostri prodotti sono più bassi perché l'industria degli elettrodomestici italiana è stata capace di raggiungere — prima in Europa — volumi di produzione che le altre industrie continentali non sono mai riuscite ad assicurarsi. Oltre che sui nuovi costi unitari, essa ha potuto contare su livelli qualitativi elevati e su una efficientissima rete di promozione delle vendite. La reazione del ministero del Commercio Estero è stata particolarmente aspra anche per ragioni di principio. Il nuovo tentativo francese di far ricorso a misure protezionistiche, si afferma negli ambienti del ministero Commercio Estero, « è contro lo spirito del trattato di Roma e nuoce all'interesse e al presligio della Comunità Europea ». Ogni cedimento alle pretese dei produttori francesi risehierebbe d'incoraggiare altre richieste, d'ispirazione autarchica, da parte di altre industrie che si trovano in difficoltà di fronte ai loro concorrenti comunitari. Quanto al merito, la Francia chiede di bloccare — per un biennio — le importazioni dagli altri paesi della Comunità sui livelli del primo semestre 1966'. Un provvedi- mento del genere colpirebbe duramente la nostra industria. Valgono in proposito le cifre, fornite dalla Commissione di Bruxelles, relative alle importazioni in Francia dei principali elettrodomestici: Frigoriferi - Frimo semestre 1966: 192.274 unità importate dall'Italia e 61.348 da altri Paesi; primo semestre 1967: 280.105 unità dall'Italia e 58.151 da altri Paesi. Lavatrici - Primo semestre1966: 58.381 unità dall'Italia e 15.526 da altri Paesi; primo semestre 1967: 124.278 unità dall'Italia e 18.321 da altri Paesi. Cucine elettriche - Primo semestre 1966: 38.368 unità dall'Italia e 7936 da altri Paesi; primo semestre 1967: 78 mila 898 unità dall'Italia e 2101 da altri Paesi. Arturo Barone