Sdegnate reazioni dell'Inghilterra «Esigiamo una risposta comune»»

Sdegnate reazioni dell'Inghilterra «Esigiamo una risposta comune»» Sdegnate reazioni dell'Inghilterra «Esigiamo una risposta comune»» Un portavoce del governo dichiara: «Qualunque paese europeo può chiedere di entrare nel Mec In base ai trattati, la risposta deve essere collettiva; e noi attendiamo una risposta collettiva» (Dal nostro corrispondente) Londra, 27 novembre. Per gli inglesi, non vi sono dubbi: il discorso di De Gaulle a Parigi è un secondo « veto » all'ingresso della Gran Bretagna nel Mec. Lo si prevedeva, lo si temeva: ma ora che è giunto vi è sdegno e scoraménto. Le fonti politiche e giornalistiche più ragionevoli ricordano che un'unione anglo-continentale è inevitabile, che occorre pazientare e lavorare per il futuro. Ma sono parole che non attenuano l'esasperazione di un popolo che comincia a vedere in De Gaulle la causa di tutti, o quasi, i propri guai, dal declino economico-politico alla svalutazione della sterlina. L'unica reazione ufficiale è giunta dai Foreign Office. Un suo portavoce dichiarava: «In base all'articolo 237 del Trattato di Roma qualsiasi Stato europeo può fare domanda di \ ammissione alla Comunità Economica Europea. La risposta a tale domanda deve essere data, unitamente, da tutti i soci della Comunità. Noi abbiamo presentato la nostra istanza e aspettiamo adesso una risposta collettiva. Il Consiglio dei Ministri della Comunità si riunirà nuovamente il 18 e il 19 dicembre ». In altre parole, se « no » dev'essere, Londra lo vuole udire non dalla sola Francia, ma dalla Cee. Non ritirerà pertanto la sua richiesta, ora a Bruxelles, e si consulterà con i « Cinque » favorevoli, in misura maggiore o minore, a negoziati con la Inghilterra. Ma il pessimismo prevale sull'ottimismo. Qualche commentatore afferma che i « Cinque » faranno fronte compatto contro De Gaulle. a rischio di « scatenare una crisi comunitaria ». Ma i più pensano che gli amici di Londra non vinceranno. «Neppure gli olandesi e gli italiani — dice un giornale — sono disposti a sacrificare per l'Inghilterra il Mercato Comune e le sue eccellenti prospettive ». Stasera, dunque, il futuro è pieno l'incognite. Che cosa decideranno i « Sei » a metà dicembre? Accetterebbe Lon- dra nuovi rinvii nell'apertura dei negoziati? E se la porta del Mec sarà chiusa una seconda volta? L'unica risposta a questi interrogativi è che esistono due problemi: uno politico ed uno storico. Sul piano politico, non v'è dubbio che un secondo fallimento della politica europeistica avrebbe serie conseguenze per il governo al potere. Le già notevoli difficoltà di Wilson diverrebbero più acute. L'atmosfera di malessere e d'incertezza che già grava sul paese diverrebbe più pesante. Sul piano storico, non v'è dubbio che l'Inghilterra farà parte, prima o poi, di una più vasta comunità europea. E chi accetta questa visione invita l'Inghilterra a non perdere la calma e a prepararsi per quel giorno. Frattanto, può rinnovare le strutture e irrobustire l'economia. Mario Ciricllo

Persone citate: De Gaulle, Mario Ciricllo