Il racconto dei due coniugi che uccisero un guardiano e lo seppellirono in giardino di Giuliano Marchesini

Il racconto dei due coniugi che uccisero un guardiano e lo seppellirono in giardino L'allucinante delitto rievocato In Assise a Como Il racconto dei due coniugi che uccisero un guardiano e lo seppellirono in giardino La vittima, cinquantaduenne, era l'amante della donna - Secondo l'accusa, gli imputati (di 46 e 45 anni) lo attirarono in un agguato in casa per impossessarsi di un suo assegno di 700.000 lire - Il marito dichiara: «L'ho Ucciso non per rapina, ma perché mi diceva "cornuto"» - La donna nega: «Non ho assistito al crimine» (Dal nostro inviato speciale) Como, 24 novembre. Seduti alle due estremità della panca degli imputati, i coniugi Vincenzo Scalia e Eleonora Sodano, 46 e 45 anni, ascoltano il tremendo capo d'accusa: omicidio premeditato, rapina, soppressione di cadavere. Marito e moglie devono rispondere di avere ucciso l'amante di lei, il guardiano cinquantaduenne Carmelo Zampaglione, per depredarlo di un assegno di 700 mila lire, e di averne poi seppellito il corpo nel giardino di casa. Il feroce delitto avvenne lo scorso anno nell'abitazione della donna, a San Dionigi di Malgrate, nei pressi di Lecco. I coniugi vivevano separati, lui risiedeva a Olginate ed Eleonora Sodano aveva una relazione con lo Zampaglio¬ ne: s'era fatta dare da lui anche del denaro per aprire un piccolo locale in cui lavorava come parrucchiera. Ma ad un certo momenio il guardiano volle che quei soldi gli fossero restituiti. Dopo lunghi contrasti, ottenne dall'amica un assegno per 700 mila ,lire. La notte del 2 maggio 1966 Carmelo Zampaglione entrò nell'alloggio della donna, si incontrò con lei. D'un tratto, da un angolo della casa balzò fuori il marito, si scagliò come una furia sul rivale disteso sul letto, vibrò con un paio di forbici da parrucchiere terribili fendenti al capo, mentre l'uomo tentava disperatamente di rialzarsi. Il guardiano crollò con la testa devastata dai colpi e pare che mentre agonizzava sia stato anche strangolato. Poi, la notte successiva, ci fu l'allucinante sequenza della sparizione del cadavere. Le gambe della vittima furono legate dietro la schiena, il corpo nudo infilato in un sacco e quindi trasportato, nel baule di un'auto, fino all'abitazione di Vincenzo Scalia. Infine, un convulso, diabolico scavare nel buio fitto in un angolo del giardino', il macabro fardello che piomba con un tonfo nella fossa, uno strato di cemento a presa rapida e un po' di terra a coprire tutto. Una specie di incubo notturno. Le ricerche della polizìa furono lunghe, non si riusciva a trovare una traccia di Carmelo Zampaglione, scomparso così improvvisamente. Poi, fu trovato per la strada un borsellino: l'aveva perduto Eleonora Sodano, c'era'dentro un assegno di 700 mila lire che la donna aveva dato pochi giorni prima del delitto al guardiano. I coniugi furono arrestati, confessarono, si andò a tirar fuori la salma da quel buco nel giardino. Ma più tardi, la donna ritrattò, sostenendo di non avere preso parte a questo assassinio. I giudici ascoltano per primo Vincenzo Scalia, un uomo basso, un po' curvo, il volto impenetrabile, chino davanti al banco dell'Assise. Ammette subito, con un tono di voce sommessa, quasi incolore, di avere ucciso Carmelo Zampaglione. Ma si accende di un improvviso furore quando gli si chiedono i motivi di questo spaventoso delitto. Presidente — Perché l'avete fatto? Scalia — Perché mi diffamava troppo, signor presidente. In qualsiasi posto mi trovava, mi scherniva. La gente ormai mi guardava con l'aria di prendermi in giro. E lui mi diceva anche: « Cornuto ». Mi aveva distrutto, se l'è voluta lui. Presidente — Però vi si addebita di avere sottratto del denaro. Scalia — Non è vero, io non ho rubato niente. Presi soltanto i vestiti e degli oggetti che erano sul tavolino in camera: andai a gettarli nel lago. Ma l'assegno non l'ho neanche toccato. Presidente — E per l'occultamento, ammettete di avere nascosto il cadavere nel sacco e di averlo poi seppellito nel vostro giardino? Scatta — Sì, questo sì. Presidente — Come andaste a casa di vostra moglie la notte del 2 maggio? Vi aveva invitato lei? Scalia — Certo, era stata lei a dirmi di andare. P)-esidente — E cosa faceste in quell'alloggio? Scatta — Si parlò dello Zampaglione, delle sue persecuzioni. Poi d'improvviso sentii qualcuno che apriva la porta e andai a nascondermi in cucina. Presidente — Vi nascondeste prima o dopo che lo Zampaglione entrasse? Scalia — Avevo sentito dei passi e quando lui toccò la maniglia io andai a ritirarmi in cucina. Presidente — E là, cosa faceste? Scalia — Sentii la sua voce, erano. tutti e due in camera da letto. Lui inveiva contro di me. Diceva a mia moglie: « Se vai ancora con quel disgraziato, sono guai tuoi ». Ad un certo momento non capii più niente. La testa mi girava vorticosamente. Gli balzai addosso. Secondo le deposizioni rese in istruttoria, invece, Vincenzo Scalia e la moglie si sarebbero messi d'accordo per attirare il guardiano nella trappola mortale: il marito sa- rébbe andato con l'intenzione di strozzare il rivale. Adesso tocca a Eleonora Sodano, è una donna piccola, robusta, dai lineamenti rigidi. Quando è entrata in aula ed è salita sul banco degli imputati, ha abbozzato un sorriso gelido all'indirizzo delle donne che tra il pubblico, dietro le transenne, tenevano gli occhi puntati su di lei. Risponde alle domande con calma e soltanto un tamburellare delle dita sul tavolo che le sta di fronte rivela che sta trattenendo il nervosismo, l'insofferenza. Ma a tratti si fa battagliera e allora si mette a gesticolare. Presidente — Ammette di aver preso parte a questo delitto? Sodano — No, assolutamente. Presidente — Allora avete soltanto assistito all'omicidio. Sodano — Neppure, io ero in un'altra stanza; mi ero allontanata. Presidente — Perché deste appuntamento per la stessa sera a vostro marito e all'amante? Sodano — Pensavo che potevano incontrarsi è discutere. Presidente — Invece vostro marito andò a nascondersi. Sodano — Io non lo so. Quando entrò lo Zampaglione, Vincenzo se ne andò; ma non riuscii a capire dove fosse andato a cacciarsi. Presidente — Ma se l'aggressione avvenne mentre voi eravate nella stanza da letto con il vostro amante, come fate a dire che non eravate presente? Sodano — Io non ho visto nulla. Mi ritirai nel bagno perché la stessa cosa che era accaduta a Zampaglione poteva capitare anche a me. L'udienza -si conclude con le deposizioni dei testimoni che riferiscono su alcune circostanze dei rapporti fra i coniugi e la vittima. Il processo riprende domani. Giuliano Marchesini L'omicida Vincenzo Scalia, a sinistra, durante un sopralluogo, e la moglie Eleonora Sodano accusata di complicità

Luoghi citati: Como, Lecco, Olginate, San Dionigi Di Malgrate