L'esercito controlla tutta la Cina ma il potere è nelle mani di Mao

L'esercito controlla tutta la Cina ma il potere è nelle mani di Mao L'esercito controlla tutta la Cina ma il potere è nelle mani di Mao L'« armata popolare » è presente in ogni attività : partecipa alla vita politica, sfrutta campi petroliferi e dirige fabbriche, organizza manifestazioni artistiche, produce film - Non si tratta, però, di. una dittatura militare : l'esercito collabora con il partito e le « masse rivoluzionarie » - Con una severa epurazione, Lin Piao ha posto gran parte delle forze armate al servizio del gruppo di Mao - E' una situazione per molti aspetti precaria (Dal nostro inviato speciale) Hong Kong, novembre. La « pacificazione » della turbolenta provincia meridionale del Kwantung ha consentito lo svolgersi della. Fiera di Canton, sia pure con un mese di ritardo. A ristabilire l'ordine sono stati i soldati; a Canton la 47' Armata, che impiega soldati mongoli, presidia il porto, l'aerodromo, le centrali elettriche, ecc., ma, tranne che per le sentinelle, ' i soldati vanno in giro senz'armi; e disarmati assistettero, nei giorni dei più gravi disordini, agli «scambi d'esperienze » tra le giovani guardie rosse, che spesso si risolvevano in violenti scambi dì percosse. A Canton i manifesti murali esaltano la «triplice alleanza » tra quadri del partito, masse rivoluzionarie (guardie rosse) ed esercito, recentemente sottoscritta « allo scopo di dar pratica attuazione al pensiero di Mao ». Gli slogans più diffusi che è dato leggere insistono sulla mutua assistenza tra esercito e popolo; molto citata è la massima di Mao Tse-tung: « Senza un'armata popolare' il popolo è nulla. Senza il concorso di un esercito del popolo non può esserci un'autentica dittatura del proletariato, non può aversi la rivoluzione culturale ». Epurata la burocrazia, scompaginato il partito, non ancora effettuata la « rinascita ideologica», il potere comunista torna alle orìgini: la canna del fucile. L'armata popolare di liberazione rimane l'unica organizzazione della Cina capace di trasmettere e fare applicare gli ordini di Mao Tse-tung. Uomini dell'esercito si trovano in tutti i posti chiave dell'apparato polìtico-economico cinese. I militari sono largamente rappresentati nel Comitato centrale della rivoluzione culturale. Nelle otto Provincie in cui si è conclusa la « triplice alleanza », dì fatto comandano i soldati poiché i quadri di partito che ne fanno parte sono screditati e le guardie rosse non hanno esperienza direttiva. In migliaia di fabbriche i « gruppi di lavoro » sono presieduti da ufficiali in servizio o da ex militari. L'esercito cinese inquadra due milioni settecentomila uomini, ed è articolato in 120 divisioni di linea (fanteria, cavalleria, truppe corazzate e aviotrasportate), in venti divisioni di artiglieria, cinque reggimenti anticarro. 66 reggimenti del genio, undici divisioni di genieri addetti ai trasporti ferroviari. L'aviazione ha centomila uomini e 2500 apparecchi. La marina è divisa in tre flotte tnord-est-sud) e dispone di sessanta mezzi da sbarco, diverse motovedette, numerose giunche armate, trenta sommergibili, un incrociatore, quattro cacciatorpediniere. I progressi nucleari della Cina sono noti ma poco o nulla si sa sulle sue scorte di bombe atomiche. L'« arniata popolare » ha dunque una struttura convenzionale, è un vero esercito; ma i suoi compiti principali, a conti fatti, sono ormai politici, poiché assolve il ruolo-guida della rivoluzione culturale. L'armata di liberazione è presente anche nelle arti e nella letteratura, si occupa dello sviluppo economico del paese (ad esempio net Jiiikian e nel Tibet), esegue i più importanti progetti di bonìfica e di conservazione delle acque. II suo « Istituto delle Arti », fondato da Lin Piao, ha « laureato » oltre cento giovani. Le più importanti opere drammatiche rappresentate in Cina a cura del regime sono state scritte, interpretate e messe in scena da elementi dell'esercito. Lo « Studio 1 agosto » delle forze armate è forse il principale centro dì produzione cinematografica 'della Cina. Due vice ministri della cultura sono militari (ex generali). Infine l'esercito « offre insegnamenti di etica comunista » a tutta la popolazione, è il modello perfetto al quale « tutti debbono ispirarsi per applicare con successo il pensiero di Mao ». E infatti, in Manciuria, i campi petroliferi di Taching sono « organizzati esattamente come una unità militare, con istruttori politici ad ogni livello dell'impresa ». L'esercito popolare s'è forgiato nel crogiuolo sanguinoso della « Lunga marcia », ha una aureola mistico-rivoluzionaria, ma non tutti i suoi comandanti sono come lì pretenderebbero Mao e Lin Piao. Ci sono molti « tecnici » ' nell'esercito cinese, cerio più vicini ai pragmatici del partito travolti dalla rivoluzione culturale che non a Mao Tse-tung e al suo delfino. I primi, per bocca di Liu Sciao-ci, a quel tempo non ancora in disgrazia, proposero durante la riunione plenaria del Comitato centrale, nel settembre 1965, il rammodernamento dell'esercito. Sennonché, d'accordo con Mao, proprio Lin Piao, ministro della Difesa, si oppose osservando che « la dottrina della guerriglia rende invincibile un esercito ». « Sotto la guida di Lin Piao l'armata è divenuta la vera « base » di Mao, ma a prezzo di una epurazione iniziatasi nel 1959 e tuttora in corso. Oggi l'armata di liberazione interviene nella politica interna della Cina «più. di qualsiasi altra forza armata del mondo moderno, comprese quelle in nazioni apertamente governate dai loro eserciti»; ma in effetti è il partito (meglio: i maoisti introdotti nell'esercito da Lin Piao), a condizionare le forze armate. La vecchia battaglia tra i guerriglieri dell'armata popolare e i professionisti dello establishment militare continua, sia pure in sordina. Sicché il risultato della lotta ingaggiata da Mao, con la sua rivoluzione culturale, contro i quadri del partito ancorati al comunismo di modulo sovietico, dipende in definitiva dall'esito di quella, meno appariscente ma altrettanto diffìcile, che Lin Piao conduce per fare dell'esercito uno strumento di potere politico. Lin Piao ha 59 anni, fu con Mao nei giorni più gravi e più gloriosi della rivoluzione, gli si schierò accanto al tempo delle comuni e dopo il fallimento del « gran balzo In avanti ». C'è chi lo definisce un ambizioso di scarsa intelligenza, un semplice portavoce; altri lo ritiene una volpe politica. Un grande stratega. Può darsi ch'egli abbia scelto l'utopia maoista in buona fede ovvero per calcolo, puntando alla successione: a Hong Kong i comunisti dicono che « se Mao è il presidente della Cina, il futuro capo si chiama Lin Piao, l'interprete più fedele del pensiero di Mao Tse-tung ». Finché Mao vivrà, Lin Piao avrà un futuro; ma il giorno in cui il suo capo non ci sarà più, le divisioni, le contraddizioni in seno al partito e all'esercito che ora il vecchio leader tempera col suo immenso prestigio, potrebbero esplodere travolgendo, insieme col « delfino » ed ì suoi « soldati-attivisti », la stessa Cina. Igor Man Mosca dice che la Cina è dominata dal terrore «Stella Rossa» parla dì 5 milioni di cinesi vittime di purghe (Dal nostro corrispondente) Mosca, 23 novembre. « Un Paese sotto un regime da caserma». Cosi il giornale delle Forze armate sovietiche Stella Rossa ha oggi intitolato un articolo che dipinge uno dei quadri più allarmanti mai giunti in Occidente sulla Cina. Il Paese, secondo il quotidiano, è arrivato a una totale « militarizzazione» attraverso la ri¬ voluzione culturale. Vere guerre avvampano in alcune provìnce tra i seguaci e gli oppositori di Mao. Cinque milioni di persone sono rimaste vittime delle epurazioni e delle purghe. Trenta milioni di operai, impiegati e studenti sono stati costretti con la forza ad abbandonare le città per le campagne: «La vita politica e pubblica è dominata dal terrore». Davanti ai tribunali popolari, di cui fanno parte anche soldati e ufficiali, cittadini vengono condannati a morte e uccisi immediatamente. Nelle case, ogni inquilino fa la spia contro i vicini, « i figli contro i geni- tori e le sorelle contro l fra- tellì »; la democrazia del proletariato è stata soppiantata dalla « dittatura militare e burocratica maoista». Scrive Stella Rossa che la Costituzione è stata violata e umiliata. Nuovi « Comitati rivoluzionari », di solito sotto comando militare, hanno distrutto gli organi statali e di partito. Secondo l'organo delle Forze armate sovietiche, chi lavora vive in Cina con 200 chili di riso all'anno, due di lardo, carne solo i giorni festivi e poche altre cose; chi non lavora e i bambini ricevono esattamente la metà. e. c.