Dormivano seminudi in terra i malati d'una clinica a Catanzaro

Dormivano seminudi in terra i malati d'una clinica a Catanzaro Inchiesta ordinata dal Ministero della Sanità Dormivano seminudi in terra i malati d'una clinica a Catanzaro Scoperto dalla polizia che ha compiuto una irruzione nella clinica privata «Sant'Orsola» - I venti degenti del reparto (fra i 6 ed i 22 anni) vivevano in mezzo ai rifiuti - Benché pagassero una retta giornaliera di 3000 lire il vitto consisteva in una scodella di latte e pane al mattino, minestra a mezzogiorno, brodaglia alla sera - Il padiglione è stato chiuso e i malati trasferiti in altri ospedali (Nostro servizio particolare) Catanzaro, 22 novembre. Gravi responsabilità sono emerse sull'andaménto del reparto « spastici » della casa di cura- « Sant'Orsola » che sorge nel centro cittadino di via Meneghini. Il prefetto di Catanzaro ed il medico provinciale, dott. Giovanni Giuttari, hanno ordinato l'immediata chiusura del padiglione per le deplorevoli condizioni in cui venivano tenuti gli infermi, giudicati « irrecuperabili ». La sconcertante vicenda, che ha susci'-'.o un'ondata di sdegno, è stata segnalata in questura da alcuni abitanti della zona. Domenica pomeriggio numerose telefonate mettevano in allarme il dirigente della Squadra Mobile. Con voce angosciata alcune persone avvertivano che dalla clinica provenivano lamenti e grida di dolore. Una pattuglia recatasi sul posto per controllare la veridicità delle informazioni si trovò di fronte ad uno spettacolo agghiacciante: venti infermi, di età fra i sei ed 1 ventidue anni erano distesi sul pavimento in mezzo a rifiuti di ogni genere. I liquami avevano reso irrespirabile l'aria e i corpi degli sventurati, sporchi e repellenti, èrano infestati di parassiti e malattie cutanee. Essi giacevano seminudi in un vasto locale a piano terra ed avevano espressioni animalesche. Si lamentavano per la fame, per il freddo ed alcuni erano in preda ad atroci dolori addominali. Gli agenti, dòpo aver sequestrato scatolame ed altro cibo, informavano dello spaventoso episodio il medico provinciale, dott. Giovanni Giuttari ed il prefetto, dott. Bellazzi-Monza. Essi concordavano di trasferire gli sventurati infermi presso altre case di cura e per la chiusura, immediata del reparto. Mentre una denuncia" èra inviata alla magistratura per accertare le responsabilità. La casa di cura « Sant'Orsola » è una clinica ortopedica privata ed attualmente ospita venticinque degenti per conto dell'Inani ed altri enti mutualistici. Appartiene ad una società per azioni ed ha come direttore amministrativo il dott. Giannini. Da tre anni aveva ottenuto dalle autorità locali di ospitare, in una costruzione prefabbricata, attigua alla clinica, gli spastici provenienti da tutti i centri del Sud. Assisteva subnormali maschi e donne e gli infelici infermi privi di assistenza sanitaria erano affidati ad una donna, sui 50 anni, che si occupava anche ueila cucina. Nell'agosto scorso, il reparto era stato visitato dal medico provinciale, a seguito di alcune denunce presentate dai familiari dei ricoverati che erano rimasti inorriditi dallo stato di abbandono e denutrizione in cui essi versavano. H dott Giuttari, in quell'occasione, stabili che quattordici infermi, giudicati recuperabili, fossero trasferiti presso l'istituto del Sacro Cuore di Portici ( Napoli ) e diffidò i sanitari a svolgere un'assistenza più umanitaria ed attenta. Il gruppo di medici, tra cui uno psicologo, uno psichiatra ed un assistente sanitaria, diedero le dimissioni. Anche la direzione sanitaria della casa di cura « Sant'Orsola » rifiutò di proseguire nell'incarico e l'intera clinica rimase nelle mani di pochi inesperti. Successivamente, l'amministratore dott Giannini provvide a nominare direttore il dott. Lo Giudice residente a Roma. La nomina è avvenuta soltanto sulla carta perché il sanitario non ha mai finora messo piede nella casa di cura di Catanzaro. L'inchiesta disposta dall'autorità giudiziaria mira ad accertare le responsabilità per il triste stato di abbandono in cui erano tenuti gli sventurati ragazzi, che costituivano un focolaio di infezione per l'intera città. E' stato accertato che la retta percepita dalla clinica per ciascun fanciullo subnormale da parte del ministero della Sanità e degli altri enti locali era di tremila lire al giorno. Al ricoverati veniva dato al mat tino una scodella di latte in polvere con un pezzo di pane, a mezzogiorno soltanto una minestra ed a sera un brodino con del pane L'attrezzatura ed il casermaggio del reparto spastici sono risultati pressoché inesistenti. Gli sventurati infermi erano tenuti in un locale di pochi me tri quadrati e non avevano a loro disposizione né letti né biancheria. a. 1. Alcuni malati della Clinica S. Orsola dopo il trasferimento all'Ospedale civile di Catanzaro (Telefoto Ansa) niiiiiiiiiimiiiiMHiimiiiiiMmHmmniimmMimiMiHHiiiiiMiim

Persone citate: Bellazzi-monza, Giannini, Giovanni Giuttari, Giuttari, Lo Giudice

Luoghi citati: Catanzaro, Napoli, Roma, Sant'orsola