Cinque assoluzioni (compresa la madre) nel processo per la tredicenne di Novara di Remo Lugli

Cinque assoluzioni (compresa la madre) nel processo per la tredicenne di Novara Il processo contro i tredici novaresi coinvolti nelle vicende della minorenne Elisabetta Orlando si è concluso alle 21.30 di ieri sera presso la terza sezione della Corte d'Appello di Torino, dopo cinque ore dì camera di consìglio. Nel corso della prima udienza c'era stato un fatto saliente: la richiesta del Procuratore Generale di una condanna per Teodora Nuzzo, la madre della ragazzina, a 4 anni e 4 mesi di reclusione. La Nuzzo era l'unica, fra tutti gli imputati giudicati nel gennaio scorso in primo grado a Novara, ad essere stata assolta per insufficienza di prove. L'unico nuovo elemento di interesse emerso dalla seduta di ieri si è accentrato ancora sul nome della Nuzzo: la corte ha confermato la precedente sentenza. Non è improbabile che il procuratore, generale dott. Buscaglino reagisca a questa sconfitta con un nuovo ricorso in Cassazione. Per gli altri, ecco le variazioni: Felice Pagani, l'unico ad essere in stato dì arresto, già condannato a 5 anni, 8 mesi di reclusione e un anno di casa di lavoro, ha avuto la pena ridotta a 3 anni e 6 mesi; Pietro Orsina, da 2 anni e 6 mesi, ridotta a 1 anno e 4 mesi; Giampiero Bertuletti, da 2 anni e 3 mesi, ridotta a 1 anno e 7 mesi; Rino Cattaneo, da 1 anno e 7 mesi ridotta a 1 anno e 1 mese; Santino Garavaglia e Geronima Ravazzanì, i due coniugi albergatori di Turbigo, che erano stati condannati rispettivamente a 2 anni e 2 anni e 2 mesi, sono stati assolti con formula piena dal favoreggiamento e condannati soltanto a una multa di 30 mila lire per non avere indicato il nome degli ospiti sul registro; Giulio Croia e Paolo Tonellì che erano stati condannati rispettivamente a 2 anni e 2 mesi e l anno e 7 mési-sono Il 11 I tlllllll IIIMIIMIIII tlllllllltio Ieri jsrejra Ma sse sito ma sb«ss d'appello «a Torino Cinque assoluzioni (compresa la madre) nel processo per la tredicenne di Novara Per la donna (quarantaquattrenne, prosciolta in primo grado) il P.G. aveva proposto 4 anni e 4 mesi per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione della figlia - Gli altri assolti sono: i due albergatori di Turbigo. il maresciallo dei bersaglieri e un commerciante novarese - Alcune pene ridotte: l'agricoltore Pagani (già condannato a cinque anni e otto mesi) ne ha avuti tre e mezzo; è l'unico arrestato e rimane in carcere Teodora Nuzzo, madre di Elisabetta Orlando, col marito e la figlia minore ieri sera dopo la sentenza (Moisio) stati assolti per insufficienza di prove; la pena è stata confermata a Primo Bazzini, 1 anno e 7 mesi, a Giovanni Castaldi, 1 anno e 6 mesi. Pietro Rabozzi, 1 anno e 8 mesi e Francesco Bertuletti, il fidanzato di Elisabetta, 1 anno e 7 mesi. I difensori degli imputati che non sono stati assolti intendono ricorrere in Cassazione. Conoscendo, la scrupolosità del presidente dott. Rivero, ci ~si aspettava che. la Corte rimanesse lungo tempo in camera di consiglio per il riesame di tutte le posizioni, ma il limite delle cinque ore ha superato ogni più pessimistica previsione. La lunga attesa è risultata snervante per tutti gli imputati: al trillo del campanello sì sono allineati lungo il banco, pallidi e tremanti. Non ci sono state scene drammatiche. La Nuzzo, che ieri l'altro aveva ascoltato la richiesta di condanna immota, con un solo tremito delle labbra, ieri sera, quando si' è resa conto di non essere stata condannata, ha ceduto alle lacrime, ma con moderazione e appena ha potuto hà buttato le braccia al collo al marito che aveva pure seguito tutto il processo come parte civile. « Non potevano condannarmi — ha detto con la voce tremante. — Ero sicura, con la coscienza a posto ». Ma la sua sicurezza non aveva solide basi. Girava lo sguardo intorno a cercare i suoi avvocati. Allegra e Tadini di Novara, per chiedere: « E' proprio tutto finito, sono proprio libera? ». L'hanno assicurata di sì e lei è corsa fuori ad abbracciare l'altra figlia. Maria Pia di 10 anni, che ha trascorso questi due giorni- sempre in piedi nei corridoi, in attesa che le udienze finissero. « Sono libera, è finita » ha detto alla bambina e poi l'onda della commozione ha tracimato e lei è scoppiata in pianto. La sua ansia riprenderà, se risentirà parlare di un altro ricorso del procuratore generale Piangeva anche il Pagani, commosso perché il suo avvocato. Armando De Marchi, era riuscito ad alleggerirgli la pena (tra l'altro gli è slato anche tolto l'anno di colonia agrìcola); ma era, naturalmente, anche un po' deluso perché la sua. speranza l'aveva portato a pensare alla possibilità di riavere la libertà. Si asciugava le lacrime a fatica, impacciato dalle manette, mormorava: « Anch'io ho una casa che mi aspetta, mi sarebbe piaciuto tornarci ». E' una figura patetica: l'unico dei condannati che non abbia avuto rapporti complèti con la ragazzina e la sorte Vuole che ora sia l'unico ad avere le manette. Il maresciallo dei bersaglieri Tonellì e il commerciante Croia, entrambi assolti (erano difesi il primo dagli avvocati Mariani e Sarno, il secondo dall'avv. Di Tìeri), non hanno atteso i commenti, dopo un rapido ringraziamento ai loro difensori, si sono allontanati dall'aula, quasi per fuggirne dopo tante angustie. Il maresciallo correva il rischio, nel caso di una condanna, di essere espulso dall'esercito e di finire ingloriosamente una carriera por¬ tata avanti con tutto onore per 34 anni. I due coniugi Garavaglia, pure assolti (difesi dagli avvocati Olgiatì, Quaglia e Torgano) erano molto commossi, si sono ripetutamente abbracciati e poi tendevano la mano a tutti, agli avvocati, agli altri imputati, ai giornalisti. « Ci hanno reso giustizia — diceva la donna — possiamo tornare a casa a testa alta ». Gli imputati le cui pene sono state confermate, hanno accolto la sentenza con una certa rassegnazione: Castaldi si era appena svegliato da un lungo sonno fatto semisdraiato su un alto scranno dell'aula; Cattaneo aveva cercato di rincuorarsi bevendo-gualche bicchiere di vino in una vicina trattorìa; Rabozzi ripeteva: « Non bisogna prendersela troppo, quando ci si rovina anche il fegato, non si risolve nulla ». Fra tanti protagonisti, mancava quello principale, la quindicenne Elisabetta. Ora è molto lontana da questo clima di fosche vicende. Guida¬ ta dalle suore del Buon Pastore, studia e ricama tovaglie con mano delicata. Dicono che sia molto brava, nello studio e nel lavoro. Avrebbe potuto uscire accettando l'offerta di matrimonio che il fidanzato, Francesco Bertuletti, aveva continuato a proporle anche dopo lo scandalo. Ha capito che non è ancora 'tempo per un passo così importante, occorre maturazione e soprattutto occorre ripulirsi l'animo, cancellare, nei limiti del possibile, tutto quanto del passato è stato sinistro clamore. Può darsi che un giorno o l'altro Elisabetta possa tornare a casa. Perché ciò avvenga sarà necessario che la speciale commissione del Tribunale dei minorenni accerti che la sua famiglia può offrirle un ambiente sano, tale da darle una buona educazione. Ora che la madre è stata assolta è possibile che sia presa questa decisione; ma la logica fa supporre che non sarà la fretta a uettare un simile provvedimento. Remo Lugli

Luoghi citati: Novara, Torino, Turbigo