I punti nevralgici di Mosca controllati da telecamere segrete

I punti nevralgici di Mosca controllati da telecamere segrete SVELITI 1 MISTERI DELLA POLIZIA SCIENTIFICA DELL URSS I punti nevralgici di Mosca controllati da telecamere segrete Strade e piazze principali sono continuamente scrutate dall'occhio che non si vede»: le macchine da presa sono collegate con la centrale di polizia - Le «donne agenti» sono numerose: hanno la minigonna e girano armate - Come fu catturato Mitin, il bandito che terrorizzava i negozi e le banche della periferia (Dal nostro corrispondente) Mosca, 21 novembre. Uno sguardo alla polizia sovietica lo si è potuto dare oggi, per la prima volta, grazie alle dichiarazioni del ministro dell'Ordine pùbblico, Scelokov, e agli articoli dei principali quotidiani, in occasione del cinquantenario delle forze dell'ordine. Quel che si è visto, farebbe inorgoglire Scotland Yard. Nella lotta contro il crimine vengono impiegate le più moderne tecniche, dalle telecamere nascoste, che- controllano le vie e le piazze delle città principali, alle analisi del laboratorio dell'Istituto di ricerca moscovita. Le donne, in questa organizzazione, hanno non pìccola parte: dall'equipe del Mur, il reparto dì investigazione criminale, alle professoresse di chimica e di fisica, esse danno alla « conservazione della pace» un contributo più sostanzioso dei corpi polizieschi femminili in Occidente. L'impostazione su base scientifica della lotta contro il crimine nell'Unione Sovietica è recente. Mancano, dati esatti sulla polizia: si sa che vi sono sei scuole superiori e una decina di collegi che preparano migliaia di giovani ogni anno. Agli agenti spetta controllare il traffico stradale, aiutare genericamente il pubblico, prevenire i reati: ma spesso diventano anche uno strumento politico. Nel '60, Kruscev vi aggiunse i « giovani volontari », che si aggirano ora sui sei milioni. I loro compiti sono però molto limitati. Il Mur ha giurisdizione soltanto su Mosca: la sua famosa équipe di donne (gli uomini sono cinquanta) è armata quando è in attività. Vi sono delle ragazze, come Galina Pivoyarpva, che girano in abiti eleganti, cori 'modèrne"- Mhigònrfe e potrebbero essere" scambiate per attrici. All'Istituto di ricerca fa capo, invece, tutta l'Unione Sovietica: campionari vengono inviati da ógni città per le analisi, quando è in corso un'indagine. Sulle telecamere non si hanno particolari: fanno capo a una stanza del commissariato centrale, dove vi è sempre qualcuno giorno e notte. Il ministro Scelokov ha dichiarato oggi che il numero dei reati, soprattutto gravi, è in diminuzione, ma non ha fornito statistiche. «In nove casi su dieci — è scritto sui giornali — il colpevole viene scoperto nel giro di ventiquattro ore». Sono asserzioni che contrastano con quanto affermavano le Izvestia, il giornale governativo, la scorsa estate («ì dati ufficiali non danno un quadro completo della situazione del paese ») Certamente, la malavita non fiorisce a Mosca: la cacpia è spietata, le punizioni sono dure, vanno fino alla pena di morte. L'ultima banda organizzata di Mosca è stata sconfitta, secondo la Pravda, negli anni Cinquanta. Era capitanata da un certo Mitin, abitante nel quartiere di Krasnogorsk. Ne è stato fatto oggi il racconto per la prima volta. «Per un lungo periodo di tempo, a Mosca ebbero luogo una rapina armata dopo l'altra», ha scritto la Pravda. «A sera, in un negozio o in una banca, poco prima della chiusura, compariva abitualmente un gruppo di cinque o sei giovani. Nelle loro mani, rivoltelle. Molto spesso, gente coraggiosa si gettava sui criminali, nonostante il pericolo. La banda si comportava allora senza pietà ». Il dipartimento di investigazione criminale riuscì ad accertare che si trattava sempre di giovani diversi, tranne uno, che indossava un cappotto di cuoio marrone, con un piccolo strappo su una spalla. L'indizio decisivo fu ottenuto a Kalinin, una cittadina presso Mosca. La banda assaltò una banca nell'intervallo della cola none.. La polizia, messa in sospetto, telefonò. Una voce rispose, due volte: «Avete sbagliato numero, è lo stadio ». Quando gli agenti accorsero-, i banditi si erano ormai dileguati. Ma il Mur aveva scoperto che solo il quartiere di Kra snogorsk era stato risparmiato dai malviventi. Si mi se allora alla ricerca del gio¬ vane con il cappotto di cuoio marrone. Nei bar del quartiere lo conoscevano: era sempre pieno di soldi sebbene non lavorasse, e passava parecchie ore allo stadio a vedere giocare a hockey. Il Mur ritenne questo particolare conelusivo: chi altri, se non'lui, avrebbe risposto al telefono: «Questo è lo stadio»? Mitin fu così arrestato con tutta la banda. e. c. nAcitctsfiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiifiitiiiiiiiii(iiiiiiiiiiiiiiiiiiiitii

Persone citate: Kalinin, Kruscev

Luoghi citati: Mosca, Unione Sovietica, Urss