Il P. G chiede 4 anni e 4 mesi di carcere per la madre della tredicenne novarese di Remo Lugli

Il P. G chiede 4 anni e 4 mesi di carcere per la madre della tredicenne novarese Processo a porte chiuse In Corte d'Appello a Torino Il P. G chiede 4 anni e 4 mesi di carcere per la madre della tredicenne novarese La donna (quarantaquattrenne, assolta in primo grado) dovrebbe essere condannata per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione della figlia - La ragazza, ospite del « Buon Pastore», non era presente al dibattito - Il Procuratore Generale ha proposto la conferma della sentenza agli altri dodici imputati, con pene che vanno da un anno e mezzo a cinque anni e otto mesi - Oggi ultime arringhe, poi il verdetto I giudici della terza sezione della Corte d'Appello di Torino (presidente dott. Rivero, p. g. dott. Buscaglino, cane. Russo) hanno preso in esame ieri le scabrose vicende delle quali fu protagonista, tra il giugno e il settembre dello scorso anno, l'aliora tredicenne Elisabetta Orlando di Novara. La ragazza era assente non essendo stata convocata in quanto solo testimofie; mentre invece erano presenti le tredici persone coinvolte nelle sue squallide avventure. C'era anche la madre, Teodora Nuzzo di 44 anni, che nel processo di primo grado, a Novara, era stata assolta. Il Procuratore Generale si era appellato contro questa aptagmsllc(IIIIIIIIIllllMlllllltllll1IIIIIIIIIIIIIIItllIllllllfllllll assoluzione e ieri ha chiesto per lei una condanna a quattro anni e quattro mesi (due anni e due mesi per favoreggiamento e due anni e due mesi per sfruttamento). E' stato il punto saliente della lunga udienza che, tra l'altro, si è svolta a porte chiuse su richiesta del dottor Buscaglino. Un provvedimento, questo, che non ha suscitato mólta delusione* perché il pubblico èra scardo (da Novara, era giunto qualche curioso, anche i torinesi erano pochi). Clima tutto diverso da quello scottante del processo al tribunale novarese, tra il 10 e il 16 gennaio scorso, quando una folla eccitata stipava l'aula e il presidente doveva fre¬ quentemente intervenire per far rispettare il silenzio. Qui si è svolto un riesame delle vicende freddo, tecnico, libero dalle passioni, dalle angosce, dalle emozioni degli imputati e dei testimoni. Gli imputati erano tutti presenti, ma con un certo dìstacco, con la rassegnazione che sempre il tempo riesce a portare in ogni sventura. Soltanto Felice Pagani, l'unico ad essere in stato d'arresto, non ha saputo reggere all'onda della commozione e dell'ansia ed ha assistito all'inizio dell'udienza con le spalle che sussultavano per i singhiozzi. Gli altri avevano tutti un aspetto sereno, florido. Certo non manca al loro animo l'ansia per la nuova sen- terna, ma la libertà attuale costituisce già un sollievo ristoratore. La cronaca della giornata non può essere precisa a causa della decisione presa dalla Corte di svolgere il processo a porte chiuse; cerchiamo comunque di informare ugualmente i nostri lettori basandoci sulle indiscrezioni trapelate. A proposito della richiesta del p. g. c'è da aggiungere che, oltre d chiedere la condanna della Nuzzo, egli ha domandato per tutti gli altri la conferma della condanna inflitta dal Tribunale di Novara, e cioè: Felice Pagani, 5 anni, 8 mesi dì reclusione e 6 mesi di casa di lavoro; Francesco Bertuletti (fidanzato di Elisabetta), 1 anno e 7 mesi; Giampiero Bertuletti, sua sorella, 2 anni e 3 mesi; Pietro Orsina, 2 anni e 6 mesi; Pietro Rabozzi, 1 anno e 8 mesi; Rino Cattaneo, 1 anno e 7 mesi; Giovanni Castaldi, 1 anno e 6 mesi; Santino Garavaglia, 2 anni; Geromina Ravazzanì, sua moglie, 2 anni e 2 mesi; Primo Bazzini, 1 anno e 7 mesi; Giulio Croia, 2 anni e 2 mesi; Paolo Tonelli, 1 anno e 7 mesi. Attraverso la precisa, esauriente relazione del consigliere dott. Durando, la Corte, il collegio della difesa e gli imputati hanno potuto seguire il lungo travaglio delle vicissitudini che hanno portato alle condanne i dodici accusati, per una serie di reati che fanno perno sulla prostituzione esercitata da Elisabetta in quel periodo: induzione, favoreggiamento, sfruttamento, atti di libidine, violenza carnale, atti osceni. A proposito di Elisabetta bisogna dire anche una parola sulla sua attuale posizione: ha compiuto i 15 anni il 3 novembre scorso, dal 1" ottobre del 1966 è ospite dell'Istituto Buon Pastore di Torino dove ha frequentato la quinta classe elementare e iniziato la prima media. Poiché il suo profitto scolastico è ottimo, gli insegnanti tenteranno di farle seguire, in questa annata scolastica, anche il programma della seconda. Nelle ore libere dallo studio ricama, una volta al mese riceve la visita dei genitori e della sorella. Maria Pia, di 10 anni; è ingrassata, si è fatta più alta e non vuol sentire parlare del suo fosco passato del quale è sinceramente pentita. Al termine della relazione processuale, l'avv. Di Tieri ha chiesto la rinnovazione parziale del dibattimento per il Croia, altrettanto ha fatto l'avv. Marini per il Tonelli, mentre l'avv. Cardinali ha fatto istanza perché sia sottoposto a perizia psichiatrica l'Orsina. Il p. g. si è opposto a tutte queste richieste e la Corte s'è ritirata per decìdere. Circa un'ora dopo sì è ripresentata in aula e il presidente ha rinviato le decisioni alla sentenza. Precedute dalla requisitoria del Procuratore generale, della quale si è già detto, sono incominciate le arringhe dei difensori. L'avv. Dì Tieri ha chiesto per Francesco Bertuletti i minimi della pena, tenuto conto delle attenuanti dato che era l'unico innamorato della ragazzina e intendeva sposarla; per la Giampiero ha sostenuto che non sussiste la prova del favoreggiamento; per il Croia l'assoluzione per non aver commesso il fatto mancando le prove sul presunto incontro con Elisabetta. L'avvocato Tprgano per il Rabozzi ha sostenuto che non lo si può condannare per atti osceni se non si fa prima l'accertamento del luogo in cui questi atti furono commessi; per l'albergatore Garavaglia ha detto che Elisabetta non è credibile quando afferma di essersi recata in albergo parecchie volte, visto che non sapeva nemmeno indicare bene la sua ubicazione. L'avv. Cassietti ha sostenuto per il Cattaneo e il Bazzini, imputati di atti osceni, la tesi della non visibilità del luogo in cui avvennero i fatti. L'avv. Borgna ha detto che il Castaldi non sapeva che Elisabetta avesse meno di 14 anni e quando l'ha appreso ha avvertito la madre e poi la polizìa, quindi non deve essere ritenuto responsabile di violenza carnale in danno di minore di anni 14. L'avv. Olgiati per gli albergatori Garavaglia e Ravazzanì ha domandato l'assoluzione con formula piena dato che essi non potevano sapere che la ragazzina fosse una prostituta. L'avv. Mariani e l'avv. Sarno per il Tonelli hanno messo in evidenza le contraddizioni della accusatrice Elisabetta, contraddizioni sulle quali si è basata la sentenza, tenendo conto soltanto dei « contro » ed escludendo i « prò ». L'avv. Tadini per la Nuzzo ha chiesto alla Corte di confermare la sentenza assolutoria perché, a suo avviso, non c'è nessuna prova che la Nuzzo fosse a conoscenza della condotta immorale della figlia e che la sfruttasse. Infine l'avv. Cardinali ha chiesto per Pietro Orsina l'assoluzione per non avere commesso il fatto- dal favoreggiamento, la riduzione ai minimi previsti dalla legge per la violeitza presunta con esclusione della reiterazione e quindi anche degli atti osceni Stamattina, alla ripresa del processo, parleranno l'avv. Quaglia per i 'coniugi Gara vaglia, l'avv. Allegra per Nuzzo e l'avv. De Marchi . il Pagani. I compiti di ques. ultimi due difensori sono i più difficili perché devono lottare contro accuse pesanti: Pagani, fra tutti, è l'unico arrestato e con la massima condanna; la Nuzzo, con la richiesta di 4 anni e 4 mesi, è al secondo posto. Una minaccia grave che certo turba la sua riacquistata serenità. Remo Lugli

Luoghi citati: Novara, Torino