Non era fuggito ma si trovava all'ospedale l'autista coinvolto nella morte dei fidanzati

Non era fuggito ma si trovava all'ospedale l'autista coinvolto nella morte dei fidanzati La sciagura stradale di domenica sera a Cavagna Non era fuggito ma si trovava all'ospedale l'autista coinvolto nella morte dei fidanzati L'uomo (trentanovenne, milanese) rimase ferito nello scontro e i primi soccorritori lo trasportarono subito al nosocomio di Biella - L'inchiesta ha accertato che l'auto delle vittime (lui 24 anni, lei 20) sbandò in curva piombando contro il furgoncino - Oggi i funerali dei due giovani (Dal nostro corrispondente) Biella, 20 novembre. Un improvviso sbandamento dell'auto in una curva pericolosa avrebbe provocato lo scontro frontale fra una « Renault R4» e un furgoncino milanese avvenuto ieri sera nei pressi di Cavaglia e nel quale sono morti un giovane e una ragazza di Biella. L'auto era pilotata da Vincenzo Pacilli, di 24 anni, residente in via Candela 25 e comproprietario di una fabbrica di materassi di gommapiuma: accanto a lui sedeva la sua fidanzata, la ventenne Maria Gabriella Dal Bon, abitante nello stesso palazzo e impiegata nell'azienda del giovane. Il guidatore del furgoncino, Giuseppe Zerbo, di 39 anni, di Milano, ha riportato lesioni superficiali. Un equivoco, ieri sera, aveva fatto sorgere il sospetto che egli — subito dopo l'incidente — fosse fuggito: l'autista era stato invece portato all'ospedale di Biella dai primi soccorritori, che l'avevano trovato privo dì sensi al posto di guida. Egli verrà dimesso già nei prossimi giorni. La duplice mortale sciagura è avvenuta verso le 19.30 a poca distanza dal cimitero di Cavaglià. « L'auto — ha dichiarato lo Zerbo stamane, quando sì è ripreso dallo choc provocato dall'incidente — deviò all'improvviso a sinistra, schiantandosi contro il mio furgoncino. Tutto si svolse in un attimo: ricordo soltanto di avere frenato disperatamente, per istinto ». Dopo il violento schianto, si fermavano subito parecchie auto ma. per la ragazza, non c'era più nulla da fare. Il Pacilli è morto invece all'ospedale di Santhià, dopo un'ora e mezzo di agonia. Le prime risultanze delle indàgini, svolte dalla Polizia Stradale di Vercelli, avrebbero confermato che al momento dello scontro il furgoncino milanese era regolarmente alla propria destra. La curva, a quel che risulta, è teatro di frequenti incidenti, dovuti soprattutto alla velocità. Vincenzo Pacilli, orfano di padre, si era. trasferito a Biella da Torino all'inizio del 1966; in via Cottolengo, insieme . al fratello Emilio, aveva creato un'azienda a conduzione familiare: vi lavoravano, infatti, la sorella Maria Clara, di 22 anni, e altri parenti. Egli aveva assunto la Dal Bon la scorsa primavera, affidandole la contabilità della piccola fab¬ brica. La ragazza gli era stata presentata da una coinquilina: lui abitava al primo piano, lei al quinto. Figlia unica, la Dal Bon si era diplomata ragioniera nel 1966, ma non era ancora riuscita a trovare lavoro. Fra i due giovani sorgeva poi un legame affettuoso. I funerali si svolgeranno domani alle 15, con un'unica cerimonia: Maria Gabriella e Vincenzo, uniti da un tragico destino, saranno sepolti insieme. p. m. Maria Gabriella Dal Bon e Vincenzo Pacilli, le vittime dell'incidente; il ferito Giuseppe Zerbo, ricoverato a Biella

Luoghi citati: Biella, Cavaglià, Milano, Torino, Vercelli