Invecchiare "bene,, come vuole la natura di Angelo Viziano

Invecchiare "bene,, come vuole la natura Concluso a Torino II congresso di gerontologia Invecchiare "bene,, come vuole la natura La senescenza è un fenomeno fisiologico di per sé privo di malanni - La scienza, oggi, può dare un valido aiuto Chi si fosse atteso che da un congresso di gerontologia e geriatria, quale quello conclusosi ieri a Torino, con temi ben precisi, potesse uscire la ricetta di un elisir di lunga vita sarebbe stato fuori strada. No, nessun siero di Bogomoletz, nessun liquore di Bardach, che hanno illuso troppa gente; nessun nuovo anestetico rumeno capace al più di lenire qualche acciacco di vecchiaia. Ma si la conferma di una prescrizione già convalidata dalla Organizzazione mondiale della sanità. Questa: «Per invecchiare il più tardi possibile è necessario fare del moto, continuare a lavorare secondo le proprie attitudini, mangiar bene (nel senso di mangiare piacevolmente, con gusto, ancorché sobriamente), fumare assai moderatamente ». Implicitamente: vita serena, anche nella lotta. In quanto al moto si intende ovviamente quello fatto con le gambe, quella vita at- Uva che attizza il ricambio, attiva la circolazione, promuove in pieno la funzione polmonare. Movimento all'aria libera, smog permettendo, almeno come compensazione di un'occupazione professionale sedentaria, sovente esercitata in locali chiusi. Quindi passeggiate abituali, esercizi fisici individualmente adattati. Non si può risalire alla giovinezza passata; ma sorretti da un accorto tono del vivere è certo che si evita l'invecchiamento prematuro, e- questo modo di fare raggiungere tappe sèmpre' più inoltrate verso quel confine consentito da madre natura alla nostra specie (che da calcoli di biologi bene informati sembra aggirarsi tra i centoventi ed i centocinquant'anni!) è certo l'ambizioso programma della gerontologia o, meglio, della geriatria preventiva. I convegni ad alto livello di questa giovane scienza sul terreno pratico sono proprio intesi a suggerirci i mezzi per rallentare la velocità del nostro ciclo vitale. Bisogna, comunque, ficcarsi bene in testa che se i confini della vita umana sono legati ad una ragione di specie, e nei singoli sono subordinati ad ereditarietà, costituzione, eccetera, ognuno trova sempre modo di accorciare la carica vitale ricevuta, mediante certe condizioni irrazionali ambientali che egli stesso crea od alle quali non sa sfuggire o trovare utili compensi. Certo molte direttive precauzionali calzerebbero meglio se si fosse già risolto il quesito: « Perché si invecchia? ». Poco soddisfacente è stata sin qui ogni risposta, certo perché la ricerca della càusa prima (primum movens) è di indole trascendentale e più che ai metodi di indagine positiva' — scrisse il Levi — appartiene al dominio della speculazione filosofica. Sicché.i ricercatori politivi mirano a scoprire le condizioni intrinseche all'organismo stesso per cui ad un dato momento comincia a limitarsi, sino ad arrestarsi successivamente, Tacere scimento della sostanza organica, col conseguente de clino, sino alla cessazione, delle funzioni vitali. In quest'ultima proposizione sta dunque l'arco della vecchiaia? Apprendemmo a suo tempo per voce del Greppi che la vecchiaia costituisce un ritmo vitale (bioritmo) involutivo nel suo insieme come atmosfera e co me stato. Comprende fenomeni di decadenza generale delle forze e delle attitudini, deficit vari di organi e di apparati, stati sclerotici di visceri e più diffusamente della rete vasale secondo ca ratteristiche delTarterioscle; rosi senile e delle atrofie. E udimmo aggiungere che questa fase terminale della vita viene, tuttavia, preceduta da uno stadio definibile di senilità intermedia che, a sua volta, è preceduto da uno stadio preparatorio alla senescenza configurabile nell'età critica, epoca costellata di tendenze a squilibri di funzioni, a iniziali anomalie dei processi del ricambio, rimescolii ormonali, segni di alterata regolazione nello smaltimento di scorie od altro, che possono riflettersi sul terreno della patologia. Insomma prima di arrivare alla vecchiaia vera si possono scoprire segni di invecchiamento latente. Una esplorazione di alcuni organi torna utile. Se si tien conto di stati di stanchezza apparentemente senza causa, con una sensazione di batticuore, taluni cedimenti dell'umore o accenni a disturbi vescicali; se si controlla tempestivamente qualche turba sensoriale, qualche difficoltà dell'automatismo, qualche tic che denunci una certa compromissione del sistema nervoso centrale; se insomma si valutano, pur senza paura, certi sintomi premonitori della senescenza, ricorrendo al geriatra egli potrà prevenire il rapido invecchiamento e le malattie che, fondandosi sulla debilitazione senile, sembrano quasi specifiche dell'ultima età. In questa è l'usura di organi e di apparati per turbe specialmente di irrorazione sanguigna e quindi di nutrizione locale, e sono fenomeni di sclerosi che condizionano la senilità-malattia. Tutti sanno che gran parte delle forme morbose delle età presenile e senile sono legate alla evoluzione della sclerosi arteriosa con i suoi primari elementi aterosclerosi, da cui scaturiscono particolarmente i guai dei deficit di irrorazione del cervello e del cuore. E' per ciò che il Congresso di geriatria si è concluso ieri con una disamina di particolari aspetti di tale malattia ad andamento cronico, in una seduta in comune appunto con la Società italiana per lo studio dell'arteriosclerosi. (Relatori: Martinazzi, Carnevali, Cappella, di Pavia; Provana di Collegno; Durio, Mottura, di Torino; Di Guglielmo, di Pavia; Fiorani, dì Roma; Lhernitte, di Parigi; Agnoli, di Genova). prof. Angelo Viziano »

Persone citate: Agnoli, Bardach, Cappella, Carnevali, Di Guglielmo, Durio, Fiorani, Martinazzi, Mottura, Provana

Luoghi citati: Collegno, Genova, Parigi, Pavia, Roma, Torino