Un «musical» americano e un «giallo» intellettuale

Un «musical» americano e un «giallo» intellettuale Un «musical» americano e un «giallo» intellettuale «MiIlio» di Roy Hill, con Julie Andrews: storia ambientata negli "anni ruggenti" - « Col cuore in gola » di Tinto Brass: esercitazione di cinema "pop" - «Bandidos»: western italiano con Enrico M. Salerno (Cristallo) - Una stagione prediletta dal cinema di memoria, quella dei «ruggenti anni Venti », come dire di Rodolfo Valentino, delle ((maschiette », araldo dell'emancipazione femminile, del proibizionismo, del jazz e del charleston, è rievocata con garbo nella commedia musicale Millie, diretta a colori da George Roy Hill; la storia di una ragazza venuta dalla provincia a New York con la ferma intenzione di farsi assumere da un principale ricco e quindi di sposarlo.. Tale motivo, perfettamente intonato allo spirito arrivistico dell'epoca, si arricchisce qui di un sottofondo « giallo » (la pensione per ragazze sole, con una perversa direttrice e un servitore cinese che esercitano la tratta delle bianche), il quale però non ha forza di cambiare il carattere della vicenda, che resta roseo. Perdute le illusioni, accortasi che il principale la considera come un oggetto, Millie ripara fra le braccia di un giovinotto non troppo affascinante ma con tutte le qualità del buon marito, 'lasciando che una sua amichetta alquanto oca le sottentri nei favori del capoufficio. Di una convenzionalità non sempre voluta, il raccontino scorre piacevole nella prima parte, s'appesantisce nella se' conda, dove la misura del film di quasi due ore e mezzo, è tutta a danno della tenue ispirazione. C'è però il compenso tecnico di un musical fatto per piacere agli intenditori. La fervida colonna sonora di Elmer Bernstein e André Previn riempie i vuoti dell'azione con' un ricco repertorio di canzoni vecchie e nuove, tutte gradevoli, e non meno azzeccati -sono i nume? ri di danza, le tante'« cita-. ,,;:zioni» di costume, e i costumi stessi, che riproducono fedelmente la moda di quegli anni. Julie Andrews vi sfoggia là sua verve, ricca forse più di grazia che di pepe, e la secondano a dovere la scatenata Carol Channing, James Fox -- e John Gavin. | Non mancano gli espedienti e gli effetti da cui prendono vita i « gialli » veri e propri: cadaveri a josa, rapimenti, ceffi patibolari, colpi di scena; ma il vero interesse non è in quelli, sibbene nel modo freddo, ironico e distaccato con cui si dispongono sul piano di un gioco intellettualistico. Una collezione di estri figurativi che, scandita da un montaggio talmente spezzato da procurare talvolta le traveggole, alla lunga stanca un po', salvandosene però sempre i tanti appunti « londinesi », che sono tutti gustosissimi. Jean-Louis Trintignant e la bella svedesina Ewa Aulin sono i piacenti protagonisti. I. p. * * (Reposi) - Anche Enrico Maria Salerno, rispettabile attore, è approdato, con Bandidos, al western italiano con ruolo di protagonista. In un film assordante per le sparatorie continue e truculento per gli incalcolabili morti, egli è colui cfie uccide di meno. Per forza: questo suo Richard Martin non può impugnare la pistola avendo le mani bucate nel senso letterale del termine. Un vendicativo ex amico, Billy Kane, gli ha trapassato le palme con due tiri ben centrati, rendendolo invalido. A sua volta Richard cova una legittima vendetta contro il bieco feritore; e trova finalmente un giovane che, avendo egli pure un conto da saldare con Billy, potrà fungere da doppio giustiziere. Ben disegnato da Salerno, il personaggio di Richard, vendicatore che deve farsi vendicare, dà una certa originalità di prospettiva al film: peccato che poi, avviandosi la storia sul cammino obbligato della « resa di conti », essa si cristallizzi nei moduli soliti, peraltro sempre graditi alla maggioranza di quanti sono attratti dai cosiddetti « western crudeli »: A colori, con regista Max Dillman, e discreti interpreti negli altri personaggi. Le donne appaiono solo di passaggio, vice

Luoghi citati: New York, Salerno