I leggendari tesori degli Zar esposti per la prima volta a Mosca

I leggendari tesori degli Zar esposti per la prima volta a Mosca Nei sotterranei dèi Cremlino «pezzi» di valore inestimabile I leggendari tesori degli Zar esposti per la prima volta a Mosca Eccezionali misure di sicurezza : ammesse all'esposizione non più di 400 persone al giorno e a piccoli gruppi Le sorvegliano a vista robusti uscieri e guardie armate di mitra - La favolosa corona di Caterina di Russia, adorna di 5 mila brillanti - Il più grande rubino del mondo, il «Balas», di 412 carati - Una sala dedicata alle gemme scoperte di recente sotto le nevi siberiane - Grazie ai nuovi giacimenti, l'Urss potrà competere con il Sud Africa (Dal nostro corrispondente) Mosca, 14 novembre. Abbiamo visto oggi i leggendari tesori degli zar e le incredibili ricchezze della Iacuzia e degli Urall. Sono esposti in una mostra aperta' al Cremlino, nei sotterranei dell'armeria. La mostra è intitolata « Al Fondo nazionale dei diamanti », ma comprende anche innumerevoli rubini, zaffiri, smeraldi, crisoliti, perle, oro, argento, platino; .specialmente, comprende antichi capolavori d'arte, corone, scettri, diademi, collane, braccialetti, orecchini, bouquets, provenienti in gran parte dal Palazzo d'Inverno di Pietroburgo. E' la prima volta che la Unione Sovietica presenta in pubblico una cosi completa collezione di gioielli della nobiltà prerivoluzionaria, e l'oro e i diamanti scoperti di recente sui suoi monti europei e sotto le nevi siberiane. La mostra non ha prezzo: alcuni «pezzi» non sono mai stati valutati, altri sono insostituibili. E' lo spettacolo più raro e più caro del mondo. Durerà un anno, e vi verranno ammessi soltanto quattrocento visitatori al giorno, a gruppi di venti-trenta. Neppure al Cremlino, le precauzioni sono mai troppe. Siamo arrivati all'armeria alle 14. Un soldato, controllato il biglietto (poco più di mille lire, nessun ingresso di favore) ci ha fatti passare in un vestibolo. Abbiamo dovuto calzare, sulle scarpe, babbucce di stoffa per non sporcare i tappeti. Altri due soldati, con i mitra a tracolla, ci hanno aperto una porta che immette su due sale in penombra, dalle pareti In legno. La prima è dedicata alle ricchezze della Iacuzia e degli Urall, la seconda, dominata da un ritratto di Lenin, ai tesori degli zar. Ci guidava una donna, c'erano robusti uscieri ad ogni angolo. Si dice che l'Unione Sovietica competerà presto con il Sud Africa nella produzione dei diamanti. I suol primi sono stati scoperti sotto le nevi siberiane nel '54: sono più grossi e più puri degli ultimi degli Urall. Tra questi diamanti, il più bello pesa 106 carati, l'ha trovato a Mirny l'operaia Maria Konenkova, che gli ha dato il suo nome. Un altro diamante si chiama Valentina Tereskova, dal nome della astronauta, pesa 51 carati e vale 72 mila rubli (oltre 50 milioni di lire, al cambio ufficiale). Un terzo è . il « Voshkod 2 », per restare in tema spaziale. Le ricchezze della Iacuzia sono tali che vi è già sorta una « Città del diamante », Mirny, la « pacifica », con 33 mila abitanti; vi sono fabbriche per la lavorazione dei diamanti a Smolensk, Mosca e Leningrado. Gli Urali danno invece soprattutto platino e oro: di là viene la più grossa « pepita » del mondo, di ben 36 chili, detta « Il grande triangolo », scoperta nel 1947. Nella capitale, è possibile acquistare diamanti (da 16 rubli a 13.250: da 11 ' mila lire a 9 milioni e mezzo, circa) e lingotti d'oro (2 mila rubli al chilo: un milione e 400 mila lire) in un negozio di via Puskin, come una merce qualsiasi. L'80 per cento della produzione diamantifera sovietica ha impiego industriale. La vista di queste centinaia di moderne pietre preziose ci ha meravigliati; la visione dei gioielli della nobiltà prerivoluzionaria ci ha scossi. Se possibile, la qualità della fabbricazione ha decuplicato il valore delle corone, degli scettri, dei diademi e che altro. Ogni gioiello racconta uno o più episodi della storia russa. La vetrina della mostra che racchiude le insegne regali, da Pietro a Nicola II, pareva il simbolo del passato- «Nel 1927, questa vetrina fu valutata 258 milioni di rubli oro », ci ha detto la guida. Il suo valore adesso è incalcolabile. Campeggia forse su tutta la mostra la corona della Grande Caterina, composta da quasi cinquemila brillanti, sovrastata da un rubino di 398 carati, con fili d'oro e di perle, alta quasi 28 centimetri, ma pesante solo due chili. Il rubino è cinese, venne portato in Russia da un orefice britannico nel 1676: la corona fu fatta dal celebre Posie nel 1762. Sarebbe costata, nel 1927, 104 milioni di rubli oro. Dopo questa corona, il « pezzo » più pregiato è lo scettro della stessa Caterina II, illuminato dal diamante «Orlov». Orlov era un conte che lo acquistò per 400 mila rubli per regalarlo alla sua imperatrice: il diamante per secoli era stato l'occhio di un antico idolo indù. E' il quarto del mondo, viene dopo due di proprietà di Elisabetta d'Inghilterra e uno indiano. L'elenco del tesori è interminabile: il diamante «Scià», inviato dai persiani a Pietroburgo nel 1829 quale risarcimento per l'uccisione del poeta e diplomatico Griboyedov; il più grosso rubino del mondo, il «Balas» di 412 carati; il più grosso crisolito, di 7 centimetri per 5, trovato dai crociati in Palestina; il più grosso smeraldo, di 136 carati, strappato nel Cinquecento agli indios dai « conquistadores »; il più grosso zaffiro, di 258 carati, detto «Le cento facce» e ancora: il pendaglio donato da Gustavo III di Svjzia a Caterina, il bouquet d'ispirazione floreale di Elisabetta di Russia, la piccola corona degli zar. Non pare vero che nella Mosca di oggi vi sia ancora posto per questi gioielli. DI molti era nota l'esistenza: qualcuno era apparso nell'esibizione del '27 per i diplomatici stranieri, qualcuno in due mostre successive. Di altri si temeva invece che fossero andati perduti. In realtà il Soviet li ha conservati con cura. Una notizia marginale: i lavori d'arte su oro, diamante e altre pietre preziose stanno riprendendo quota in Russia appena adesso. Negli anni passati, il meglio è stato espresso da decorazioni come l'Ordine della Vittoria con il quale furono insigniti Stalin e Zukov. Ennio Carette

Persone citate: Ennio Carette, Lenin, Orlov, Stalin, Valentina Tereskova