La recessione è finita nella Germania di Bonn
La recessione è finita nella Germania di Bonn Secondo un rapporto della Banca centrale La recessione è finita nella Germania di Bonn Gli ultimi mesi registrano un aumento della produzione, dei consumi, delle importazioni e una maggiore stabilità dei prezzi - La produttività è salita più dei salari, favorendo un rilancio degli investimenti (Dal nostro corrispondente) Bonn, 14 novembre. Con un vivace giro di affari, le Borse tedesche registrano da diversi giorni un aumento delle quotazioni sul mercato azionario. Alcuni titoli, chimici ed elettrici, hanno oggi raggiunto le più alte quotazioni dell'anno. Un forte stimolo — secondo gli esperti — è stato il rapporto presentato ieri dalla Banca federale. Inoltre, hanno influito positivamente le previsioni sugli affari di Natale: le azioni di due delle maggiori catene di grandi magazzini hanno registrato oggi aumenti eccezionali delle quotazioni, l'una di 26, l'altra di 9 punti. Le lotte sindacali (sciopero nell' industria della gomma, minaccia di sciopero dei metalmeccanici) non hanno invece scalfito il generale ottimismo. La recessione — secondo il rapporto della Banca federale — è finita. Benché 10 slancio della ripresa non sia ancora energico, si notano in quasi tutti i settori (escluse le industrie mineraria, edilizia e tessile) segni di rianimazione. La Banca federale constata che la ripresa è dovuta soprattutto a due fattori: l'aumentata richiesta straniera e le misure di incremento disposte dal governo di Bonn. Le forze ascensionali tedesche, le quali soltanto possono portare a un miglioramento stabile e duraturo, si sono dimostrate deboli: produzione e occupazione sono ancora al disotto dei limiti dell'anno scorso. Tuttavia, l'aumento degli investimenti, la relativa stabilità dei prezzi, il lento progresso delle importazioni autorizzano a ritenere che anche queste forze « interne » si stanno muovendo. Dal rapporto della Banca federale, improntato a un cauto ma fermo ottimismo, si rileva che l'aumento della produzione registrato nel terzo trimestre di quest'anno riuscirà difficilmente a pareggiare il calo registrato nel primo semestre. Interessante è il fatto che l'aumento è avvenuto benché il numero delle persone occupate sia rimasto pressoché immutato; cioè si è avuto un aumento della produttività (secondo cifre non ufficiali, del 7 per cento, rispetto al terzo trimestre dell'anno scorso). Conside rati i lievissimi aumenti di salari e di stipendi, ne risulte che i profitti dell'industria sono cresciuti in misura notevole. Negli ambienti economici ci si attende pertanto che gli imprenditori siano nuovamente invogliati ad investire. I sintomi elencati dalla Banca federale incoraggiano quell'ottimismo che da diverse settimane viene predicato dagli ambienti responsabili dell'economia. Il motore della congiuntura — si fa notare — sta ricominciando a girare. Il suo termometro — la Borsa — lo sta segnalando. t. s. 4
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