Confronto fra la vedova e l'amante accusati d'avere ucciso con la stricnina di Remo Lugli

Confronto fra la vedova e l'amante accusati d'avere ucciso con la stricnina L'uomo morto a Padova per un caffé avvelenato Confronto fra la vedova e l'amante accusati d'avere ucciso con la stricnina Per un'ora i protagonisti della fosca vicenda hanno continuato a lanciarsi accuse, ma non hanno confessato - La giovane, dopo la morte del marito, continuò a frequentare il commerciante - Identificata la farmacia dove venne acquistato il veleno - La moglie dell'accusato rimasta sola con sette figli (Dal nostro inviato speciale) Padova, 11 novembre. Il Procuratore della Repubblica dott. Fais vuole stringere i tempi sul delitto del « caffè alla stricnina ». Oggi pomeriggio tutti gli uffici del Palazzo di Giustizia erano chiusi, eccetto il suo. Per le 17 aveva ordinato che gli venissero portati i due arrestati, la moglie della vittima, Gabriella Baracco di 23 anni, e il suo « amico ». Oddone Zanatto dì 40. Prima ha interrogato la donna per una ventina di minuti poi l'uomo per un uguale tempo e infine li ha messi a confronto. Quest'ultima fase è durata oltre un'ora ed ha avuto momenti drammatici per le accuse reciproche che i due personaggi si lanciavano e per le urla della Baracco che evidentemente adesso incomincia a rendersi conto della gravità della sua posizione. Verso le 19 i due arrestati sono stati riportati in carcere, lui qui a Padova, lei a Treviso, nella sezione femminile. Ufficialmente la situazione non è mutata molto rispetto a ieri. A quanto risulta i due non hanno confessato, ma il magistrato ha in mano una serie ancora più doviziosa di elementi di colpevolezza Pare, tra l'altro, che gli inquirenti abbiano identificato il negozio dove l'uomo ha acquistato la boccetta di stricnina da consegnare alla don na. La stricnina, come si sa. è venduta in farmacia, quale medicinale, in base ad una regolamentazione precisa che impone ai farmacisti il vin colo della ricetta medica e della registrazione Ma nello stesso tempo prodotti a tor tissima percentuale di stricnina si possono acquistare liberamente in qualsiasi negozio dei consorzi agrari o di articoli per l'agricoltura Basta chiedere un veleno per le talpe, ad esempio, e si ot tiene, per 450 lire, un Uà- concino il cui contenuto può | servire ad uccidere non un uomo solo, ma dieci. Altro elemento nuovo emerso: la certezza che i due, dopo la morte di Libero Rizzato, hanno continuato ad incontrarsi, seppure in manie¬ ra cauta e non di frequente. Ci sono pure le prove che la loro relazione non era platonica come essi, negli interrogatori, hanno accanitamente sostenuto. Il capo d'imputazione parla per entrambi di omicidio premeditato: ci fu quindi un piano preciso per eliminare l'uomo che intralciava la loro reiasione. Lo scopo ultimo non poteva essere altro che quello dell'unione finale dei dite sciagurati protagonisti. Il fatto che essi non avessero ancora realizzato questa meta a distanza di dieci mesi dalla morte del marito può dimostrare che la realizzazione del loro piano era molto accu rata e cauta, oppure che. nel frattempo, sono intervenuti altri fattori che hanno annullato l'accordo o per par te di uno dei due o di entrambi La tesi del « filtro magico » che, secondo la donna, lo Zanatto le avrebbe dato per far mutare il carattere di suo marito, tacile al vino e alle percosse, non regge I flaconrini che contengono stricnina, anche quelli che vengono venduti nei negozi dì articoli agricoli. Hanno ri prodotto su tutti ' lati Veni blema iel.a morte e la dici tura « veleno ». inoltre sono muniti di un paio di pinzette con le quali aeve essere ma nipolato il tappo in quanto l'uso diretto delle mani sa rebbe troppo pericoloso Tutti avvertimenti che tono scritti n grossi caratteri nel le istruzioni In altre parole non è possibile che la donna e l'uomo abhiani tatto uso della stricnina senza rendersi conto delle conseguenze che ò | il loro gesto avrebbe avuto, in questa vicenda tragica la situazione più penosa è quella della famiglia di Oddone Zanatto, il complice della donna. Abita a San Giorgio in Brenta, una bor- gata presso Fontaniva, a una trentina di chilometri da Pa dova. Oggi ci siamo recati a far visita alla sventurata moglie. Brigida Rigo, di 35 anni. L'abbiamo trovata in lacrime, circondata da sette figli, la cui età varia dai sette ai diciotto anni. Anche i più grandi piangevano. « Non ho mai sospettato nulla — ha detto la donna — né della relazione, né di quello che ora sembra abbia fatto mio marito. E' un uomo di poche parole, non mi ha mal confidato nulla, di nessun genere. Non sapevo che giri faceva per vendere i liquori, non sapevo che cosa guadagnava, con chi trattava. .Però non mi faceva mancare niente, al mattino, prima che uscisse, gli chiedevo i soldi della giornata, mille, millecinquecento lire, e lui me li dava. Se osavo chiedergli qualche informazione mi rispondeva che non dovevo interessarmi degli affari suoi, doveva bastarmi il fatto che non faceva mancare nulla a me e ai figli ». La famiglia Zanatto vive in un appartamento al piano terreno di due camere e cucina, le pareti sono intrise di umidità che gocciola addirittura e d'inverno i muri si coprono di una patina di ghiaccio. Adesso che il marito è in carcere gli unici a guadagnare sono il figlio maggiore, che lavora in un mobilificio e porta a casa 35 mila lire al mese, e una ragazzina di 16 anni che fa lap¬ prendista magliaia e percepì sce 11 mila lire al mese. Cinquemila vanno per l'affitto, con il resto la famiglia dovrebbe mangiare e vestirsi. Questa mattina la Zanatto ha fatto la spesa servendosi della busta paga del ragazzo appena ritirata. -Diceva tra una crisi di pianto e l'altra: « Ci ha gettati nel disonore e nella miseria, come faremo adesso? ». 1 Mercoledì sera quando vennero carabinieri, suo marito era sulla strada à chiac-' chierare. Entrò, le disse di preparargli le scarpe perché doveva assentarsi dieci minuti, poi lei non l'ha più visto. Ieri un carabiniere della stazione di Fontaniva si è recato a casa per dirle che il marito sarebbe stato trattenuto a Padova qualche giorno per informazioni. Racconta la donna: «A Fontaniva abitano il padre e i suoi quattro fratelli, tutti operai, tutte persone per bene. Sono andata da loro a dirgli che cosa era successo e a mostrargli il giornale con le accuse contro Oddone. Con il più anziano dei miei cognati siamo andati in macchina a Padova per cercare di sapere qualcosa di più, ma inutilmente. Durante tutto il viaggio mio cognato non ha pronunciato parola, sembrava una statua. Solo alla fine, quando ci siamo lasciati, ha mormorato: "Questa sarà la morte di mio padre"». Remo Lugli La tragedia si è abbattuta sulla famiglia di Oddone Zanatto, l'uomo accusato di complicità nell'avvelenamento del marito della giovane amante Gabriella Baracco. Ecco nella loro casa, la moglie ed i sette figli dell'uomo arrestato (Tel. Moisio)

Luoghi citati: Brenta, Fontaniva, Padova, Treviso