I francesi continueranno a pagare il canone televisivo

I francesi continueranno a pagare il canone televisivo Voti contraddittori al Parlamento I francesi continueranno a pagare il canone televisivo L'introduzione della pubblicità sul video proposta dal governo incontra vive resistenze in tutto il Paese (Nostro servizio particolare) Parigi, 11 novembre. Il bilancio francese per il 1968 è stato approvato dalla Camera la notte scorsa con 252 voti favorevoli e 234 contrari: sebbene, durante la discussione, parecchi articoli del progetto di legge fossero stati respinti. Alla fine il governo è ricorso al metodo del voto « bloccato »: imponendo cioè di approvare tutto o nulla. Cosi quei deputati della maggioranza che in alcune occasioni si erano schierati insieme con l'opposizione si sono affrettati a rientrare nel campo gollista. Il dibattilo all'assemblea, tuttavia, non è stato inutile. La più grossa battaglia parlamentare si è svolta sul progetto di introdurre la pubblicità alla radio-televisione. Fino ad oggi la pubblicità è ammessa soltanto alla tv, per dieci minuti, prima o dopo la trasmissione del « Giornale ». E la propaganda non viene fatta ad una ditta, ma soltanto ad un prodotto, genericamente: carbone, piselli, latte... Il governo, per procurare nuove entrate alla radio-televisione senza aumentare il canone di abbonamento (12.500 lire all'anno per la tv e 3500 per la radio) decise alcuni mesi fa di introdurre la pubblicità anche per le ditte commerciali; ma l'opposizione subito incontrata lo indusse a non parlare del progetto nella legge sul bilancio da sottoporre alla approvazione del Parlamento, riservandosi di farlo sotto forma di emendamento il giorno del dibattito. La temuta opposizione, però, si è ugualmente manifestata, e con forza imprevista. Per motivi talvolta opposti e contraddittori, la maggioranza dei deputati è contraria alla pubblicità per le ditte alla televisione, ed è rimasta sorda agli argomenti del ministro dell'Informazione, Georges Gorse. Questi ha assicurato che il provvedimento non disturberà le trasmissioni e si risolverà a vantaggio degli utenti, permettendo di estendere ai vecchi ed agli «economicamente deboli» l'esonero dal canone di abbonamento. Quando la Camera è stata invitata a votare l'articolo che autorizza l'O.R.T.P. (organismo radio-televisivo statale) a percepire i canoni di abbonamento, si sono avuti 244 voti contrari e soltanto 235 voti favorevoli. Due deputati gollisti si erano schierati con l'opposizione per di mostrare il loro malcontento e tre si sono astenuti. Era dunque soppresso il canone di abbonamento? Nessuno si faceva illusioni, ben sapendo che il governo aveva ueciso di chiedere il « voto bloccato » del bilancio e che i gruppi della maggioranza avrebbero rispettato la disciplina al momento del voto definitivo, come è accaduto. Il voto finale ha soppresso le votazioni contrarie che si erano avute durante le discussioni. Per quanto riguarda la pubblicità, il conflitto non è ancora finito. L'opposizione ha presentato un emenda mento secondo cui gli introiti non previsti nel progetto di bilancio devono essere autorizzati da una legge. Di conseguenza l'emendamento sulla pubblicità non è stato discusso ed il governo consulterà in proposito il Consiglio costituzionale verso la metà del mese prossimo. Il ministro dell'Informazione ha già dichiarato che il governo è deciso ad introdurre alla radio-televisione la pubblicità commerciale e che gli interessati devono prepararvisi fin d'ora. 1. m. accn—sdiqlbrgsradsstzrtrd

Persone citate: Georges Gorse

Luoghi citati: Parigi