Breznev al Cairo all'inizio del '68 di Ennio Caretto

Breznev al Cairo all'inizio del '68 Primo viaggio In un paese non ~ comunista Breznev al Cairo all'inizio del '68 Accolto l'invito di Nasser, portato a Mosca dal vice presidente Ali Sabri - Il comunicato sui colloqui sottolinea che l'Urss si oppone a negoziati di pace, se Israele non si ritira « L'ospite egiziano ringrazia per «i grandiosi aiuti» (Dal nostro corrispondente) Mosca, 11 novembre. Il segretario generale del partito comunista sovietico, Breznev, andrà al Cairo per una serie di colloqui con Nasser, probabilmente all'inizio del '68. Egli ha accettato ieri un invito ufficiale rivoltogli dal vice-presidente egiziano Ali Sabri, da una settimana a Mosca quale capo della delegazione dell'Unione Socialista Araba, per il cinquantenario bolscevico. La notizia è stata data oggi dall'agenzia di Stato «Tass». E' la prima volta dal '64, quando ha assunto la direzione del partito, che Breznev decide di visitare un Paese non comunista. Finora egli aveva rifiutato ogni invito: il capo del governo, Kossighin, e dello Stato, Podgorny, erano sempre stati i rappresentanti sovietici a più alto livello nelle nazioni più lontane. La decisione di Breznev è interpretata nei circoli diplomatici di Mosca come un segno che l'Unione Sovietica non agevolerà la soluzione della crisi medio-orientale, a meno che Israele non si ritiri dai territori arabi occupati. « La pace — scrive la Tass — non potrà essere raggiunta prima che siano eliminate le conseguenze dell'aggressione di Israele», con «la liberazione dei territori conquistati e il risarcimento dei danni ». Il comunicato dell'incontro di ieri tra Breznev e AR Sabri sottolìnea che il Governo e il popolo sovietico «hanno dato e daranno l'esauriente e» necessario appoggio agli egiziani nella loro lotta » e si opporranno «a qualsiasi tentativo di risolvere i problemi del Medio Oriente, che costituisca in sostanza un premio all'aggressione ». Nel corso delle discussioni, il segretario generale del partito comunista sovietico e il vicepresidente egiziano hanno confermato di voler rafforzare la collaborazione tra ì loro paesi. Ali Sabri ha infine ringraziato Breznev « per i grandiosi aiuti » forniti all'Egitto « e per aver eliminato i danni causati dall'aggressione israeliana ». Né il comunicato né la Tass hanno precisato il carattere e l'entità degli aiuti sovietici. Ma, a giudicare dall'atteggiamento egiziano, parrebbero aver restituito fiducia all'esercito come alla amministrazione del Cairo. Nasser, che un mese fa era sull'orlo della bancarotta, avrebbe ora un certo margine di manovra: anche nei confronti delle Nazioni Unite e degli ame¬ ricani, i quali avevano offerto una mediazione. L'intervento nella crisi medio-orientale di Breznev, che della « troika » direttiva sovietica, composta anche da Kossighin e Podgorny, rappresenta la punta, sottolinea la determinazione del Cremlino di non lasciare sfuggire alcun Paese arabo alla sua sfera d'influenza. Dopo alcuni giorni di silenzio, anche la stampa moscovita ha ripreso i suoi attacchi contro Israele. La Pravda, in una corrispondenza dal Cairo, accusava stamane gli israeliani di ricominciare i preparativi bellici. Ogni compromesso, secondo il giornale, è per ora impossibile. Difficilmente la situazione potrà essere sbloccata prima di alcuni mesi. Ennio Caretto