La bilancia dei pagamenti attiva anche in settembre

La bilancia dei pagamenti attiva anche in settembre Secondo i dati della Banca d'Italia La bilancia dei pagamenti attiva anche in settembre Avanzo di 59 miliardi di lire, contro 28 nello stesso mese del '66 - Inferiore al previsto il disavanzo degli scambi commerciali - In aumento l'esportazione di capitali, sia per investimenti nei paesi sottosviluppati, sia per il riaccendersi in Europa della corsa al rialzo dei tassi d'interesse (Nostro servizio particolare! Roma, 10 novembre. Anche in settembre, secondo i dati resi noti oggi dalla Banca d'Italia, la nostra bilancia del pagamenti valutaria si è chiusa con un discre¬ to avanzo: quasi 59 miliardi di lire contro 1 28 scarsi del settembre 1966. Guardando le cose più da vicino, è possibile accertare che il miglioramento contabile è da attribuirsi soprattut- to ad un certo ristagno nelle importazioni dovuto non si sa quanto alla debolezza della domanda estera e quanto, invece, alle mutate prospettive dei mercati delle materie prime che inducono le aziende ad una politica delle scorte assai più prudente. Comunque sia, è lecito ritenere che il disavanzo commeirinle risulterà a fine anno assai inferiore a quanto si poteva prevedere all'inizio dell'estate. Per le altre partite correnti, i dati di settembre confermano le impressioni dei mesi precedenti: gl'introiti valutari del turismo e delle rimesse degli emigrati continuano ad essere inferiori ai livelli primato dello scorso anno in misura oscillante fra il 5 e il 10 per cento. Il secondo andamento degno di nota è la ripresa dell'esportazione di capitali privati. Questo fenomeno assume un diverso significato a seconda dei casi: ha carattere strutturale, quando serve a finanziare grandi opere pubbliche o investimenti industriali, nei paesi in via di sviluppo: in questo caso esso crea la premessa per nuovi redditi di cui la nostra bilancia valutarla beneficerà negli anni venturi. Non a caso la voce « redditi da investimenti», già passiva per cifre di una certa entità, sta per diventare attiva. L'esportazione di capitali, alla ricerca di remunerazioni più elevate, ubbidisce viceversa alla fluttuazione della congiuntura nei vari Paesi. La nuova fase di levitazione dei saggi di sconto rischia di riaccendere in Europa, nei prossimi mesi, quella « guerra dei tassi d'interesse » di cui tanto si parlò sul finire del 1966. Per fortuna l'Italia, grazie alle riserve valutarie di cui dispone, può reggere — meglio di altri Paesi — alla deprecabile evenienza.

Luoghi citati: Europa, Italia, Roma