Donna al volante: «angelo della strada» di Giorgio Martinat

Donna al volante: «angelo della strada» IERI A TORINO UN RADUNO DI AUTO MODI LISTE Donna al volante: «angelo della strada» Mille socie del Gi. Club di Milano hanno visitato il Salone dell'Automobile e consegnato un riconoscimento alla Fiat - Le guidatrici sono in continuo aumento: il 25 per cento delle nuove patenti portano nomi femminili - La grazia e l'eleganza delle donne sono un esempio per i guidatori più sfrenati La donna sta conquistando il mondo dell'automobile con tutte le arti di cui di spone: il garbo, il sorriso e 10 spirito pratico. L'uomo sta per essere detronizzato da quest'ultimo regno della sua supremazia, e se lo merita. Intanto chi, tra i milioni di piloti, aveva mai pensato di rivolgere un pensiero di ringraziamento ai costruttori per aver risposto alle loro esigenze? Le donne lo hanno fatto. Ieri una lunga colonna di « 125 » e di pullman ha riversato a Torino-Esposizioni un migliaio di gentili visitatrici: socie del Gi.Club di Milano, venute per consegnare alla Fiat il Radar d'oro, «simbolo — dice la pergamena che accompagna 11 dono — di progresso e di conquista, che le donne di tutto il mondo dedicano all'industria italiana che costantemente interpreta con sensibilità le esigenze femminili nel mondo dell'automobile ». La presidentessa, signora Ambra Porlezza Berti, lo ha consegnato — per mezzo di tre belle vallette in scintillanti tute spaziali — al direttore commerciale della Fiat dott. Carlo Ferrari e al conte Vittorio Camerana per la presidenza. Era presente il sottosegretario di Stato on. Angelo Salizzoni, che ha dotto: «Come il televisore, anche l'automobile sta diventando uno dei punti d'incontro della famiglia: surrogati moderni del vecchio focolare. E' giusto e opportuno che la donna porti anche qui, come in tutto il mondo della tecnica altrimenti freddo e impersonale, il calore e la gentilezza della sua fedeltà ai valori più profondamente umani». Ma i colpi più duri all'orgoglio maschile sono stati inferti nel pomeriggio, durante la « tavola rotonda » che si è tenuta al Teatro Nuovo. Le signore al volante —ha detto il presidente deU'Axjfla conte . Bisjparetti di RÙffla*"'— sono"" oggi in Italia un milione e 600 mila « ed hanno ingentilito la giungla del traffico con la loro grazia e la loro corte- sia ». In percentuale, sono ancora poche, ma, come ha rilevato il dott. Ferrari della Fiat, « su cento nuove patenti che si rilasciano, 25 portano nomi femminili e si va rapidamente verso il traguardo di. altre nazioni: in Germania, su 100 automobilisti, le donne sono 31 e 41 negli Stati Uniti ». Ma c'è di più: « Le ricerche di mercato e i sondaggi d'opinione che la Fiat conduce dimostrano quanto preziosi siano i suggerimenti femminili non soltanto nel settore estetico, ma anche a proposito di problemi pratici come l'assetto di guida, il conforto e la sicurezza delle vetture ». Secondo Anna Bontempi, redattrice di un settimanale automobilistico, « l'uomo finisce per comperare l'auto che la moglie ha scelto con più fondati criteri di economia e di praticità'». La donna è l'angelo del volante: è lei che induce il marito a moderare i suoi istinti aggressivi (« Non correre, pensa ai bambini ») e lo richiama alla prudenza quando sta per scatenarsi una selvaggia lite per motivi di precedenza {«Quello, lascialo perdere »). Si devono a lei, inoltre, la grazia e l'eleganza delle vetture: « Fosse per gli uomini, assomiglierebbero tutte più o meno a una jeep ». Se fosse rimasto ancora un sorriso di superiorità sui volti maschili, ecco l'intervento dello psicologo, prof. Antonio Miotto: « Il maschio — ha detto — realizza al volante gli impulsi profondi (e più riprovevoli) del suo subconscio: aggressività primordiale e insoddisfazione erotica. Se schiaccia rabbiosamente l'acceleratore, è perché non può premere dolcemente le labbra dell'amata. Anche nella scelta dell'auto cefea di compensare le frustrazioni sessuali: la macchina, insomma, è il simbolo sostitutivo della donna non conquistata ». Casanova soltanto, insomma, potrebbe essere un perfetto gentiluomo della strada, un guidatore paziente e sicuro. « La donna, invece, ha portato nel suo approccio alla macchina, al posto della spinta aggressiva ed erotica che sono sintomi di immaturità, un profondo senso di misura: la concepisce come dimostrazione di uno stile, come simbolo di indipendenza personale, come strumento di lavoro. Come dovrebbe essere concepita, insomma, da ogni essere maturo e ragionevole. Mi spiacerebbe molto — ha concluso il prof. Miotto — se anch'essa degenerasse e scendesse al livello maschile: ci aiuti invece, con il suo esempio di moderazione e di intelligenza, ad essere meno imperfetti ». Un cantuccio, a rifugio dell'orgoglio maschile frantumato lo ha lasciato il dottor Zatti, vice presidente di una grossa casa petrolifera: « Da quando le donne al volante si sono fatte numerose, abbiamo dovuto cambiare il vecchio benzinaro, rude e sbrigativo, con personale qualificato ed esperto, che possa dare assistenza e spiegare i misteri che ogni auto, sotto il cofano, nasconde per le signore». Nel corso della riunione, alla quale è intervenuto come presentatore Ernesto Calindri, sono stati consegnati una riproduzione della « Fìat 125 » e un mazzo di fiori alle rappresentanti di 16 paesi stranieri; alla fine una « 500 » è stata sorteggiata tra le signore presenti. Sono state anche consegnate alle tre vincitrici le chiavi delle automobili in palio al concorso di bellezza di Stresa: una « 850 » a Miss Italia, Cristina Businari, e due « 500 » a Miss Cinema, Lorenza Guerrieri, e a Miss Eleganza, Tamara Barone. Giorgio Martinat Dopo indossatrici posano accanto spider

Luoghi citati: Germania, Italia, Milano, Stati Uniti, Stresa, Torino