Bella conferma del «nuovo Gattopardo »

Bella conferma del «nuovo Gattopardo » Il terzo volume dell' « Autobiografia di Giuliano di Sansevero » Bella conferma del «nuovo Gattopardo » Giusto un anno fa, le nostre cronache letterarie accolsero con gran rumore ì primi due volumi dell'Autobiografia di Giuliano di Sansevero, opera del sessantaduenne napoletano Andrea Giovene duca di Girasole, già parzialmente nota a qualche privilegiato in una tiratura semiclandestina di novecentonovantanove esemplari e accompagnata al battesimo ufficiale dal comune imbarazzo di pochi denigratori e di molti entusiasti. Tutti, infatti, puntarono sull'analogia dell'opera col Gattopardo di Tommasi dì Lampedusa: chi per relegare il nuovo scrittore fra ì dilettanti eccitati dalla moda e chi per negare quella analogia. Di qui, se non sbagliamo, il particolare successo dei due volumi: notevole ma nettamente inferiore al loro prestigio; e di qui, appunto, lo smarrimento di tanti lettori anche buoni ed aperti, infastiditi nell'alternativa di un « caso » di vera o supposta « gattopardite »; e allontanati perciò dal godimento di pagine svelte, fresche, e malamente divulgate. La premessa, ora, vuole essere un riconoscimento dell'importanza del romanziere. Importanza che — trascurata anche da molti dei suoi primi ammiratori — appare adesso ben più evidente dal terzo recentissimo volume deM'Autobiografia.' che non è il pur geniale capriccio di un dilettante solitario e commosso. ma conferma la robustezza di un talento naturale, capace di raccontar' il mondo e le passioni del mondo senza perdersi in languori liricheggianti o intellettualistiche divagazioni. Né diremo che questo sia il più « bello » dei tre volumi finora usciti, o che prepari grosse svolte agli altri due che seguiranno a compimento dell'opera; diremo, questo sì, che gli avvenimenti deZi'Autobiografla, nelle pagine or ora uscite, danno allo scrittore la materia più congeniale, più vicina al suo gusto di rievocare mescolando realtà e fantasia, passioni e adombrata saggezza. Chi conosce i primi due volumi imboccherà subito la via più giusta guidato dal diverso « passo » del racconto. Là c'era il noviziato del personaggio, dall'infanzia alle soglie della trentina: e le esperienze si accavallano in virtuoso intreccio di fatti e di sentimenti, di cronache « private » sul filo dell'elegia e di aperture verso il gusto del romanzo storico. Qui, in più lungo respiro, hai l'uomo che, voltate le spalle ai turbamenti dell'educazione cosmopolita, si isola in un antico piccolo borgo del nostro Mezzogiorno — l'immaginaria Licudi: trasognato Eden « sulla latitudine precisa dell'antica Ilio » — e nella distensione vive tra echi del passato e miti cadenze del presente. Dalle ceneri di amori sepolti, insomma, agli idilli di un'accorata convalescenza: mentre l'orizzonte si restringe inquieto e i fragori biechi del fascismo — impegnato a lustrar gerarchi alla conquista dell'Etiopia e a tirar su baracconi di imperiale luna vark sui colli fatali dell'Urbe — assediano il civilissimo protagonista in dolceamara solitudine. Né il lettore ha bisogno di guide. Basterà che cerchi, nell'onda lenta delle pagine, la figura dell'adolescente. Arrichetta: aggraziata, schiva, idolo di struggenti fantasticherie, da mettere accanto alla Pisana del Nievo. Ferdinando Giannessi ANDREA GIOVENE: L'autobiografia dt Giuliano dt Sansevero, volume terzo - Ed. Rizzoli - pagine 227, lire 1800. 4 Andrea Giovene, « esordiente » a sessant'anni, ha scritto il suo libro migliore e creato un'indimenticabile figura di donna

Persone citate: Andrea Giovene, Ferdinando Giannessi, Nievo, Tommasi

Luoghi citati: Etiopia, Girasole, Lampedusa, Urbe