A Graz i tre terroristi si difendono «Abbiamo agito in Italia, non in Austria»

A Graz i tre terroristi si difendono «Abbiamo agito in Italia, non in Austria» A Graz i tre terroristi si difendono «Abbiamo agito in Italia, non in Austria» Nell'ottobre '65 gli imputati assalirono una postazione di alpini a Forcella del Porto sparando all'impazzata: uno dei soldati fu ferito - Ora proclamano: «Non abbiamo fatto nulla che possa essere punito in Austria » - Noti estremisti assistono al processo, che forse si conclude stasera (Dal nostro inviato speciale) Graz, 8 novembre. Dinanzi al Tribunale ordinario di Graz presieduto dal dott. Karl Kofler, assistito da un giudice togato e da due giurati, ha avuto inìzio questa mattina il processo a carico di tre fuoriusciti altoatesini di lingua tedesca accusati di infrazione alla legge austriaca sugli esplosivi. Gli imputati sono Karl Ausserer, 35 anni, da Senale presso Merano, falegname, Alois Larch, 34 anni, da Merano, muratore, e Adolf Obexer, 27 anni, da Bolzano, cittadini italiani. Sono i protagonisti dell'attacco condotto nella notte fra il 2 e il 3 ottobre 1965 a Forcella del Porto (confine austro-italiano) contro una postazione degli alpini, dove rimase ferito un soldato italiano. Durante un primo processo celebrato a Graz i tre hanno ammesso tutto, ma non il particolare del ferimento. L'alpino si sarebbe sparato da solo. Il tribunale, accogliendo l'istanza della difesa, si dichiarò alla fine incompetente e rinviò ali atti alla Corte d'Assise. Di recente la Suprema Corte nustriaca si è dichiarata di diverso parere: il processo si doveva fare in Tribunale. Questa mattina è stata data lettura in aula del lungo carteggio che riconferma la competenza del Tribunale diGraz. I tre imputati si trovano in Austria dall'autunno del 1961 e fruiscono del diritto d'asilo. Obexer e Ausserer sono a piede libero. Lare* è detenuto (per sospetto di un altro delitto). Per compiere l'attentato a Forcella del Porto — come informa il capo d'accusa — i tre si recarono in automobile, la sera del 2 ottobre, a Oberngerg dove da un deposito a loro noto prelevarono armi e munizioni che andarono ad aggiungersi all'esplosivo, micce e ordigni a oro- e : * to e si avviarono verso Innsbruck. Il Presidente ha rivolto agli imputati (che vestivano la giacca tirolese di panno e pantaloni scuri da passeggio) la domanda di rito: se si ritengono responsabili ai termini di quanto contestato r.el ca^o d'accusa. « No, sono innocente, ho commesso i fatti di cui mi si accusa, ma mi sento innocente ». I tre hanno risposto nella stessa maniera, come se recitassero una lezioncina. Hanno poi precisato uno alla volta che i motivi che li hanno spinti al crimine erano di richiamare l'attenzione del mondo intero sullo stato di «ingiustizia» nel SUdtirol. La solita risposta dì tutti gli imputati in processi di questo genere. Obexer — Non ho fatto niente che debba essere punito in Austria. Il mio crimine è stato commesso in Italia e contro l'Italia. Ausserer —. La nostra intenzione non era di uccidere gli alpini, ma soltanto di far saltare in aria un traliccio o la caserma. Gli italiani ci hanno sparato per primi e noi ci siamo difesi. Se avessi voluto uccidere dei soldati italiani ne avrei potuto aml mazzare una ventina ogni ' giorno I iarch — Sono innocente, - j ni nel primo pomeriggio. Nel I COrso del breve dibattito j Volevo con i miei amici fa-' re un gesto contro l'Italia per richiamare l'attenzione sul SUdtirol. Tutti innocenti quindi. 1 tre si esprimono in un dialetto tirolese molto primitivo, pressoché incomprensibile anche per la Corte. Ma non sembrano per nulla preoccupati Evidentemente pensano che ciò che è avvenuto a Linz possa ripetersi a Graz. Vedremo. E' probabile che la sentenza giunga già doma- odierno, interrotto alle 11,30 e rinviato a domani, è emerso, per affermazione stessa dei tre imputati, un ìnteres- \ sante particolare: il deposi- to di armi al quale hanno attinto (carabine, pistole, mitra, bombe a mano, munizioni) che prima si trovava in Tiralo è ora spostato in Alto Adige in una località che gli imputati conoscono, ma non hanno precisato. Probabile tuttavia che si trovi sul- I terroristi Adolf Obexer, a sinistra, e Karl Ausserer in aula a Graz (Tel. Ansa) logeria che portavano nel sacco da montagna. Alle 3 del mattino, dopo aver valicato clandestinamente il confine a piedi decisero di attaccare la cascrmetta italiana (inizialmente il progetto era di far saltare un traliccio) Appostati dietro le ree ce stavano attendendo il diradarsi del'e nebbie quando qualcuno dalla caserma li scorse e subito aprì il fuoco. Da quel momento per una ventina di minuti si svolse un nutrito scambio di colpi: dopo di che gli imputati incolumi rientrarono tranquillamente in Austria, rimisero armi e munizioni nel deposi- la linea che va verso l'interno italiano da Forcella del Porto. In aula oltre al pubblico di curiosi erano presenti al-, cuni noti estremisti: ' Drechser, Sestalere e una vecchia conoscenza: Holzinger, uno degli assolti e applauditi a Linz. Holzinger ha detto ad un giornalista italiano: « Io con gente come voi non voglio né parlare né avere nulla che fare ». Bruno Tedeschi