Parlano la moglie e la "fidanzata,, dello sfruttatore accusato del delitto

Parlano la moglie e la "fidanzata,, dello sfruttatore accusato del delitto Il processo per la prostituta uccisa a Torino Parlano la moglie e la "fidanzata,, dello sfruttatore accusato del delitto La prima dice: «Non ho mai avuto sospetti. Portava in casa tutta la busta paga» - L'altra dichiara: «Sulle prime non seppi ch'era sposato. Andavamo a cena, a ballare e in un albergo in collina » - Implacabili accuse delle amiche dell'assassinata: « La picchiava sempre; voleva 50.000 lire la settimana» - Un sottufficiale della Mobile: «L'imputato, in carcere, confessò il crimine a un compagno di cella» La Corte d'Assise di Torino ha ripreso ieri il proces so contro il trentottenne Benito Leorato, l'ex autista del Comune di Venaria accusato di avere ucciso la prostituta Loredana Cavicchioli detta « Luana »', di 29 anni, abitante in corso Peschiera 124. Il Leorato, sposato e padre di due bimbi (che oggi hanno 11 e 8 anni) sfruttava la Cavicchioli facendosi consegna re 50 mila lire la settimana. La donna, inoltre, gli pagava ì vestiti e le rate delle lussuose auto che l'uomo cambiava spesso (quattro in pochi anni). Come se non bastasse, Benito Leorato aveva anche un'amica^ una graziosa brunetta che' lavora onestamente come impiegata e alla quale aveva fatto credere, almeno all'inizio, di essere scapolo. Secondo l'accusa il giovane uccise la Cavicchioli, a percosse e strozzandola con un asciugamano, perché costei voleva lasciarlo. « Luana » si era innamorata di un altro uomo, Gianfranco Variglia di 27 anni, un commerciante di Orbassano, e sperava di rifarsi Una vita abbandonando il suo tristo mestiere. Il Leorato. difeso dagli avvocati Sotgiu e Dal Fiume, ammette lo sfruttamento ma nega disperatamente l'omicidio, che avvenne nella notte dal 23 al 24 aprile 1966: « Io l'ho trovata morta — dice — e sono fuggito perché avevo paura ». Ieri, per prima, è stata interrogata la moglie dell'imputato. Maria Luisa Contiero. La donna non ha nemmeno lanciato uno sguardo al Leorato, che teneva gli occhi bassi, ma in complesso ha tentato di diminuire le responsabilità del marito: « Mi consegnava la busta paga quasi intera: io non sapevo che avesse altre donne ». Il presidente, dottor Luzzatti, le chiede: « Lei non si interessava della vita di suo marito? Non si chiedeva come facesse a mantenérsi' le 'auto, a comperarsi vestiti costosi, a rimanere fuori casa per giorni e per notti intere con i pochi quattrini che gli rimanevano del suo stipendio di autista? ». Teste — Non ho mai avuto alcun sospetto su quello che faceva. Seppi che conosceva una donna, e che l'aveva trovata morta in un alloggio di Torino, pochi minuti prima che la polizia venisse ad arrestarlo: mi disse che aveva un brutto presentimento, temeva di finire in carcere. E' la volta di Emma Chiesa di 25 anni, la « fidanzata » di Leorato: « Non sapevo nulla dèlia vita segreta di Benito che, da me, si faceva chiama-re Armando. L'avevo cono-sciuto in un bar, vicino almio ufficio. Dopo qualche tempo avevo cominciato ad uscire con lui. Non sapevo che era sposato. Me lo disse in seguito, quando ero ormai innamorata di lui. Ci vedevamo spesso: andavamo a cena, a ballare e, talvolta, in un albergo in collina ». Presidente — E non si è mai chiesta dove prendesse i soldi per portarla a spasso?Teste — Mi aveva detto che stava bene di famiglia e non gli avevo fatto altre domande. Del resto non mi fece mai regali, all'infuori di piccoli oggetti di scarso valore.Presidente — E' vero che qualche volta l'ha picchiata?Teste — Si dimostrava molto geloso e non voleva che guardassi altri uomini. Qualche volta, litigando, mi diede uno schiaffo. Il maresciallo Mare, della « Mobile », racconta: « Durante gli interrogatori Leorato mi parve sul punto di ammettere il suo delitto. " Se confesso — mi domandò — che pena possono darmi? Chi ha ucciso la Cavicchioli nonaveva intenzioni omicide e quindi potrebbero darmf l'omicidio preterintenzionale " ». L'imputato nega, protesta di non aver mai fatto discorsi del genere. Ma il sottufficiale aggiunge: « Mesi fa, prima delle ferie, un detenuto, compagno di cella del Leorato, ebbe la libertà provvisoria e venne a trovarmi. Mi rivelò che l'ex autista gli aveva confidato di aver ucciso la Cavicchioli senza volerlo, nel " darle una lezione " più energica del solito. E gli precisò: " Non hanno prove contro di me per l'omicidio ", sottoli neando la frase con un ge¬ sto volgare ma significativo ». La rivelazione suscita le proteste della difesa, che la ritiene tardiva e incompleta. Gli avvocati vogliono sapere il nome del detenuto, ma il maresciallo Mare si rifiuta di fornirlo: « E' un confidente », dice. Maria Morandini detta (da contessa» e Elda Cecchini, « colleghe » della morta, confermano che Leorato sfruttava la Cavicchioli e la picchiava. La « contessa » precisa: «"Luana", alla fine, era felice: aveva trovato un uomo che le voleva bene e intendeva liberarsi del suo sfruttatore,,. Per questo, si, era, impegnata "a mantenere il 'Leorato per altri due anni, a 50 mila lire la settimana ». E la Cecchini: «Una volta la minacciò dicendole: "Se mi lasci, ti taglio le gambe ". Io non ho sentito pronunciare questa frase, me l'ha riferita Loredana ». Maria Tasta (una prostituta che fece condannare l'uomo che, in 18 anni, le avrebbe spillato circa 100 milioni) ha detto: « La Cavicchioli mi conosceva soltanto di vista. Una sera, poco prima di essere uccisa, mi incontrò ad un semaforo, eravamo entrambe in auto, e mi chiese: "Come hai fatto a mandare in galera il tuo uomo?". Le dissi di telefonarmi a casa e mi chiamò quella stessa notte. "E' semplice — le risposi —, vai in questura, lo denunci, firmi e te lo arrestano". Mentre parlavo troncò bruscamente la comunicazione. Qualcuno aveva suonato il campanello. "Forse è lui — mi disse — scusami"». La Tasta afferma di aver ricevuto quella telefonata due giorni prima della scoperta del cadavere, mentre Enrica Martino è convinta che la chiamata avvenne 24 ore prima. Il processo viene quindi rinviato al 10 novembre. Gino Apostolo Emma Chiesa, la venticinquenne «fidanzata» dell'imputato, durante la deposizione in Assise: ignorava la doppia vita di Benito Leorato e non sapeva che era sposato Benito Leorato in Corte di Assise a Torino

Luoghi citati: Comune Di Venaria, Orbassano, Torino