Perdonata la donna che rapì la bimba per rendere felice una coppia senza figli

Perdonata la donna che rapì la bimba per rendere felice una coppia senza figli Conclusa con un lieto fine la setmeertante vicenda di Roma Perdonata la donna che rapì la bimba per rendere felice una coppia senza figli La madre della piccola, commossa dal dramma umano che si nascondeva dietro il rapimento, ha ritirato la querela - La signora, il notaio e i due-, coniugi che presero in consegna la bimba, scarcerati - Tra qualche giorno seguirà il «non lwdmo a procedere» che metterà fine alla vicenda I La signora Michelina Potenza che è stata rimessa in I,libertà ieri a Roma. Si è conclusa cosi la vicenda della bambina «rapita» all'ospedale pediatrico (Telef. A. P.) (Nostro servizio particolare) Roma, 31 ottobre. Per il rapimento di Maria Alessandra Pintore non ci sarà processo. La madre della bambina ha ritirato stamani la querela presentata nei giorni scorsi per sottrazione di minore alla patria potestà ed in seguito a questa sua decisione il Pretore ha concesso ai quattro protagonisti della clamorosa vicenda la libertà provvisoria cui tra qualche giorno seguirà, da parte del Pretore di Pescara, la dichiarazione di « non luogo a procedere ». Si è così conclusa con un perdono la storia della bambina rapita dall'ospedale del «Bambin Gesù» per far felice una coppia dì coniugi senza figli. Michelina Potenza, l'avvenente signora trentacinquenne di Foggia che rapì Maria Alessandra, ed i suoi complici (il notaio di Cerignola Giuseppe Panico, quarantanovenne, il fratello di questo, Mario, un avvocat'» dì quarantaquattro anni, e sua moglie Maria Felìdani, quarantaduenne, nella cui casa di Pescara la piccola fu r Urovata) hanno lasciato nellt ti prime ore del pomeriggio UScarceri di Rebibbia e di R&Q'ina Coeli dove erano rinchiusi da tre giorni e sono parti ti immediatamente da Romn La loro scarcerazione non chiude per ora de finitine.mente l'istruttoria. Quello di cui sono stati accusati è ma. reato «permanente», cessa ijjioè nel momento in cui vieme ritrovato il bambino sottratto, ed il procedimento è quindi di competenza del magistrato del luogo in cui la vice.vi.da si è conclusa. Concessa \'la libertà provvisoria, il pletore Di Mauro trasmette im questo caso gli atti al collega di Pescara cui spetta l'ar.chiviazìo ne per remissione (li querela. Si può comunque \ senz'altro affermare fin d'ora t he i rapinatori non subiranno conse¬ guenze penali. Il nostro Codice, che prevede per questo reato una pena oscillante fra uno e tre anni di reclusione, stabilisce che l'azione giudiziaria possa essere iniziata soltanto su querela di parte Filippina Pintore, la domestica sarda madre di Maria Alessatidra, ha ritirato la sua denuncia non per denaro ma perché profondamente colpita dal dramma umano che si nascondeva dietro il rapimento della sua figlioletta. « Mi sono resa conto — ha detto la giovane uscendo col suo avvocato dall'ufficio del pretore — che quelle persone hanno agito a fin di bene. Credevano che Maria Alessandra fosse stata abbandonata e mi hanno detto che in soli sei giorni quella signora di Pescara ha speso più di trécentomila lire di regali per la mia bimba. Povera donna, disperata perché non sapevo che fine aveva fatto Maria Alessandra ma ora che è tornata con me ammetto di essermi commossa e mi sono detta che non era giusto che io infierissi contro chi ha cercato soltanto di rimediare alle pene di un matrimonio senza figli ». Filippina Pintore è una ragazza di ventidue anni dagli occhi neri e dai capelli corvini raccolti sulla nuca. La sua è la tipica storia della « ragazza-madre ». Venne a Roma dalla natia Sardegna ch'era ancora una bambina: dieci anni fa. Rimase per qualche, tempo a servizio in una i famiglia di commercianti presso la quale tornò nel 1964. Era ormai una donna fatta e per giunta abbastanza graziosa e attirò, facilmente l'attenzione del «padroncino », un ragazzo allora diciottenne. La domestica cedette e quando in giugno si licenziò perché non veniva regolarmente retribuita si accorse di essere incinta. Nel febbraio del '65 dette alla luce una bambina. Vittoria, che ora è affidata ad un istituto di suore a Focene. In una sua denuncia presentata mesi fa ella afferma che il « padroncino » si occupò per qualche tempo del mantenimento della piccola continuando anche a incontrarsi con lei. Il risultato fu un'altra gravidanza. , Nacque così, un anno e mezzo fa. Maria Alessandra. Stavolta il presunto padre, obbedendo sembra ai voleri della famiglia, sparì dalla cir-' colazione e quando Filippina Pintore si presentò a lui per chiedergli almeno di riconoscere le .due bambine fu percossa e ingiuriata. Un certificato medico del 25 ottobre dell'anno scorso, rilasciato dall'ospedale «Fatebenefratelli», parla di una prognosi di dodici giorni. Fu l'episodio che dette origine alla denuncia contro il giovanotto che reagì con un'altra querela. A chi le ha fatto osservare che in un certo senso era un bene che una signora agiata e generosa si prendesse cura della sua bambina, Filippina Pintore ha risposto: « Non voglio che le mie figlie abbiano due esistenze diverse: non voglio una figlia ricca ed un'altra povera». Filippina nei giorni di libertà va sempre a trovare le sue due bambine: una domenica da una e una domenica dall'altra. Mette in banca tutto ciò che riesce a risparmiare del suo salario. Mostra un lìbret- Gianfran- Franci iiiiiiii'iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiima modesta che Filippina coraggiosa e caparbia, cerca di accrescere ogni mese per poter un giorno disporre del necessario per prendere in affitto un piccolo appartamento. « Così potrò finalmente tenere con me Vittoria e Maria Alessandra. Farò la domestica a ore e la matuna quando andrò a lavorare loro staranno in un asilo-nido. E la sera, prima di tornare a casa, passerò io stessa a riprenderle ». suo salario. Mostra un lìbret- diversamente da me è molto ricca ma il destino ha voluto I to con un deposito di centoche non possa aver figli. Ero ' cinquantamila lire. Una som-