Scoprì la «formula» dell'energia solare

Scoprì la «formula» dell'energia solare Scoprì la «formula» dell'energia solare Il conferimento del Premio Nobel per la fìsica 1967 ad Hans Albrecht Bethe richiama alla memoria degli studiosi di reazioni nucleari e di astrofisica il famoso « ciclo di Bethe »: e cioè un'ipotesi, giudicata dagli intenditori molto attendibile, che darebbe una spiegazione della produzione di energia da parte del Sole e delle Stelle. Come è noto, questi oggetti irradiano ciascuno energia in quantità inimmaginabile, per miliardi di anni, così fa appunto il nostro Sole; la piccolissima frazione che dì questo sciupio enorme la Terra riesce a captare basta per mantenere sul nostro pianeta i processi vitali, i moti del vento e delle acque: tutto ciò che (a parte quella porzione derivante dall'uranio) noi chiamiamo « energia ». In realtà il Sole (come le altre stelle) ricava la sua energia da processi nucleari, in modo specifico dalla conversione di Idrogeno in elio. Alla formazione di elio possono concorrere reazioni di fusione: per esempio, idrogeno più idrogeno dà idrogeno pesante; e poi questo più idrogeno ancora darebbe elio, o meglio un isotopo leggero di esso. E questo Isotopo scontrando un altro suo pari darebbe elio normale. Gli studiosi però ritengono che la trasformazione avvenga più sovente secondo un ciclo più complicato, il ciclo di Bethe. Le ragioni della preferenza nell'accettazione di que¬ sto ciclo è che esso meglio si attaglia alle condizioni fisiche esistenti nel Sole, specie la temperatura e la pressione. Secondo Bethe, un nucleo di carbonio normale, quando venga colpito da un protone e cioè da un nucleo di idrogeno, si trasforma In azoto, che per emissione spontanea di un positrone, ridiventa carbonio (ma una varietà, un isotopo diverso dal carbonio normale). Questo a sua volta bombardato da un altro idrogeno forma azoto, che bombardato ancora da idrogeno si trasforma da sé in una varietà di ossigeno radioattivo che ridiventa un altro azoto. Questo nucleo reagendo con un altro protone dà il carbonio (da cui si era partiti) ed elio. Così (e ci scusiamo ner la complicazione che non è nostra ma della natura) si chiude il ciclo del carbonio e come risultato, una quantità di Idrogeno s'è mutata in elio. Questo complesso di reazioni dà meglio ragione (che 1 processi di fusione più sopra menzionati) del modo di trasformazione di idrogeno in elio nel Sole; e come sottoprodotto (per noi importantissimo) si ha l'energìa raggiante del So!;. Complessivamente nell'interno di questo si convertono in elio circa 700 milioni di tonnellate di Idrogeno al secondo. Fra le opere di Bethe è stata tradotta in italiano una « Teoria elementare del nucleo », ed. Einaudi, 1951. Didimo IL PREMIO NOBEL A HANS A. BETHE

Persone citate: Bethe, Einaudi, Hans A. Bethe, Hans Albrecht