Inflazione di pittori in due «collettive»

Inflazione di pittori in due «collettive» Inflazione di pittori in due «collettive» Le mostre alla Promotrice e al Piemonte artistico e culturale - Le fantasie lunari di Guido de Bonis Sono lontani i tempi in cui l'avvenire, la carriera di un pittore, d'uno scultore, potevano dipendere dal figurare con un'opera o due a un Salon di Parigi, a una Biennale di Venezia. Oggi che soltanto in Italia s'aprono ogni giorno dozzine di « personali » (e non parliamo del resto d'Europa, degli altri continenti) coteste presenze non servono più a nulla, se non a indicare, tutt'al più, delle « correnti ». Quel dipinto, quella scultura, sono festuche in un fienile. Della lunga sequenza delle immagini il pubblico si sazia e si stanca. Forse per questo si dotano le « collettive » di premi: è l'ultimo stimolo di un interesse per l'espositore, di una curiosità per il visitatore. Ma al recensore dell'esposizione, oltre la nausea di vedersi serviti dei piatti che già conosce, che cosa resta? Appunto un premio (il nuovo « Premio Nazionale Sinica» istituito dalla casa automobilistica in concomitanza con la sua partecipazione al Salone) è l'occasione della mostra che la Promotrice inaugurata ieri nella sua sede del Valentino. Vi partecipano fra gli altri, anche con dei lavori non inediti, parecchi dei più noti artisti torinesi: Menzio, Paulucci, Martina, Calandri, Assetto, Calierno, Francesco Casorati, Colombotto Rosso, Galante, Galvano, Gribaudo, Levrero, Micheletti, Morbelli, Quaglino, Pontecorvo, Saroni, Parisot, Tabusso, Sartorio, Terzolo, Ramella, Eandi, Aimone, Diulgheroff, Cabutti, Scanu, Colombo, Garino, Corbelli, Rambaudi, Sarri, Soffiantino, Scroppo, Tomaselli... ma lo spazio ci vieta di citarli tutti. Vi sono presenti altri pittori piemontesi, da Manzone ad Antonio Carena, a Billetto, a Bercetti; e se appena il lettore ha qualche conoscenza della vicenda artistica subalpina, con questi nomi può farsi un'idea del panorama assai vario, qua e là di notevole livello, che offrirà una visita alla Promotrice. Alla quale hanno inviato opere anche alcuni grossi calibri non subalpini. Per esempio Guttuso (una grande fortissima natura morta non recente), Primo Conti, Brindisi, Alviani (virtuoso del gioco ottico), Migneco, Dova, Scanavino. S'aggiungano il giovane De Micheli, Frosècchi, Frunzo, Hollesch, Pendini, Pignatelli, Russo, Trevi, Spinosa; e non manca, con una maliziosa nota erotica, il notissimo scrittore Dino Buzzati, il quale sostiene di essere soprattutto pittore e adesso con arguta baldanza si cimenta nella critica d'arte. Di questi ospiti, come dei piemontesi, chi concorre al premio e chi no. Caso assai raro, la scultura abbonda: Garelli, Ciminaghi, Fontana (un uovo di ottone con un'incrinatura a un lato, che naturalmente per lui — e solo per lui — è un « concetto spaziale » invece che un'imitazione di Arp), Dezza, Tarantino, Regosa con una spaventevole macchina intitolata « Drosacea », Aldo Greco, Fabbri, Martinazzi, Peikov, •Molinari con una spassosa fantasia, Floriam Bodini, giovane dotato, a parer nostro, di eccezionali qualità. * * Molti di questi espositori si ritrovano alla « Mostra d'autunno » (ormai l'undecima) del «Piemonte artistico e culturale », cui partecipano 161 autori con altrettante opere. Troppi? E perché? Fossero 322 o 483 farebbe lo stesso. Ormai con l'inarrestabile inflazione del prodotto così detto artistico, tutto dipende dalla capienza dei locali. Con ciò non si vuol dire che la mostra sia peggiore di tante altre; anzi, nel suo insieme, è abbastanza piacevole. Premiati Sartorio, Cherchi, Proverbio, Chicco, Mario Gamero, Bestazzi, Tuninetto, Aime, Gramola, Giovannini, Lo Cascio, Lorenzoni, Martini, De Agostini. * * Lo squisito « Petit poème en prose » di Baudelaire, dal quale il Carducci tolse spunto per le « Vendette della luna », serve d'introduzione, sul catalogo, alla mostra di. Guido de Bonis nella galleria Martano (via Battisti 3); ed infatti è una mostra da battezzare « lunatica » sia per il suo leitmotiv tematico, sia per lo spirito dell'artista. De Bonis è disegnatore elegantissimo che travasa in una specie di neo-liberty i sedimenti simbolistici e surrealistici (questi avanti letlera) affioranti settant'anni fa nell'art Nouveau; e che nel passaggio alla pittura, sempre obbediente ad un sinuoso ritmo grafico, adesso la im preziosisce di luci argentee e dorate. Un pizzico di satanismo all'Alberto Martini, uno spolvero di perversità estenuata in una misteriosa dolcezza alla Redon, pimentano le sue fantasie lunari nelle quali incorporee figure femminili paiono librarsi sui pallidi raggi dell'astro. mar. ber. URTI ED ARTISTI ~ZZZ3

Luoghi citati: Brindisi, Europa, Italia, Parigi, Piemonte, Trevi, Venezia