Assegnati otto premi di fedeltà montanara di Arturo Rampini

Assegnati otto premi di fedeltà montanara A RESIDENTI NELLE VALLI TORINESI Assegnati otto premi di fedeltà montanara Il riconoscimento è andato, tra gli altri, a un portalettere, un'insegnante, due sacerdoti, una suora Locana, lunedi mattina. Otto benemeriti del progresso delle valli alpine torinesi sono i vincitori per Ili 1967 del « Premio della fedeltà montanara». La cerimonia ufficiale avrà luogo fra qualche settimana, alla presenza delle autorità cittadine. L'iniziativa, che è giunta all'ottava edizione (il premio venne istituito dalla Provincia di Torino nel 1960), ha assunto con il passare degli anni, per le genti della montagna, un alto valore simbolico. « Con il premio della fedeltà montanara — ha detto l'avv. Oberto, presidente della Provincia di Torino — si intende conferire un significativo riconoscimento a coloro che, convinti della imprescindibile necessità che la montagna continui ad essere ed a vivere in virtù e per merito dei montanari, hanno fatto di questa convinzione e dei sacrifici che la coerenza ad essa comporta una norma quotidiana di vita ». Un ordine cavalleresco, quasi, per chi vive lassù, per lunghi mesi isolato dal mondo dalla gelida « cortina bianca », fra le cime silenziose dove i sacrifici e le privazioni sono all'ordine del giorno. « Siamo consci — ha proseguito l'avv. Oberto — che il premio non vuole essere e non è un'estrinsecazione retorica, ma l'espressione di un elevato riconoscimento dei valori umani, un contributo ed un incitamento alla perseveranza in questa attività, necessaria ad integrare la soluzione dei problemi materiali in una più elevata visione di attaccamento al monte ». Cinquanta sono stati sino ad ora gli insigniti della « Fedeltà montanara ». Fra essi il prof. Grosso, i senatori Marconcini ed Anselmi, il prof. Corti, medici, sacerdoti, maestre, guide, studiosi. Anche alcuni enti: Touring Club, Pro Natura, Ispettorato dipartimentale delle foreste di Torino, il Cai. L'elenco dei premiati di quest'anno è aperto da un portalettere in pensione di Ronco Canavese: Martino Reverso Besso. Ha 85 anni ed abita in frazione Monte Lavecchia. Per 43 anni ha percorso ogni giorno circa 18 chilometri, senza — com'è scritto nella segnalazione firmata dal sindaco — un solo giorno di assenza. Unica interruzione la prima guerra mondiale, da cui tornò-con una decorazione al valore. Il secondo « fedele della montagna » è un agricoltore di Issiglio: Antonio Motto, di 77 anni. Le sue benemerenze sono molteplici: presidente per 10 anni dell'Associazione Combattenti, da 8 anni alla direzione dell'Ente comunale di assistenza, da 25 anni giudice conciliatore. Ha promosso — dicono concordi di lui gli abitanti del paese — un importante consorzio per l'irrigazione della zona ed ha costruito, con grande altruismo ed a prezzo bassissimo, gli attrezzi per gli agricoltori più indigenti della zona. DI San Germano Chisone è 11 terzo premiato: 11 boscaiolo Aurelio Maero, 77 anni, residente nella borgata Pralaros- sa. Nel 1944, durante una rappresaglia nazista, la sua frazione venne distrutta. Fu imo dei primi a ricostruirsi la casa, ha promosso l'apertura di una strada di collegamento con il fondovalle, lavorandovi gratuitamente. Un parroco di montagna non poteva mancare in questa élite valligiana: don Giacomo Macario, nato ad Issaquah (Usa) nel 1894, arciprete di Locana da 50 anni, cappellano nella guerra . '15'18, difensore delle popolazioni della sua valle nei drammatici anni della guerra di liberazione, fondatore e presidente dell'asilo infantile (che ospita 50 bambini). Studioso fra 1 più profondi della flora alpina, è anche autore di un apprezzato volume: Il volto ed il cuore del mio paese. Organizza ogni anno incontri con i « locanesi » emigrati — è detto nella motivazione — per mantenere vivo in loro l'attaccamento alla vallata. Ha percorso migliaia di volte i sentieri che salgono alle 110 frazioni a lui affidate mantenendo, con gravi sacrifici, efficienti le 28 cappelle alpine della zona. Un coltivatore diretto di Torre Pellico, Giovanni Stalle, è il quinto vincitore. Ha 70 anni, si è sempre prodigato — dicono di lui — per aiutare gli altri valligiani | quando si verificavano situa-) zionì di pericolo. Maria Delfina Savin in Caretti, originaria di Champorcher, dov'è nata nel 1901, ha prestato .la sua òpera di insegnante elementare a VIdracco, per 44 anni, prodigandosi sempre per la diffu¬ sione della cultura fra i montanari. Suor Alina, al secolo Caterina Ripamonti, ha cura sin dal 1912 dei bambini dell'asilo infantile « Faletti » di Sparane. Si è distinta sempre per la sua calma operosità, in particolare durante le rappresaglie nazi-fasciste. Un altro sacerdote, don Lorenzo Scursatone, da 50 anni rettore del santuario di Forno Alpi Graie (Groscavallo), chiude la rosa dei « fedeli della montagna ». La sua opera, volta al progresso delle genti della valle, è stata preziosa. Arturo Rampini