Volontè tra boccali e pennelli e un tormentato Caravaggio
Volontè tra boccali e pennelli e un tormentato Caravaggio Volontè tra boccali e pennelli e un tormentato Caravaggio Ieri la biografia del celebre pittore del '600 ha avuto un avvio promettente ■ Questa sera sul Primo Canale il film di Castellani «Romeo e Giulietta» - Sul Secondo: «Sprint» e un concerto L'esordio del teleromanzo Caravaggio, biografia sceneggiata in tre puntate da Andrea Barbato ed Ivo Perilli e diretta da Silverìo Blasi, con Gian Maria Volontè nei costumi del protagonista (disegnati da Venterò Colasanti) era lo spettacolo più atteso della domenica sera. Un'attesa piena di curiosità e venata di un certo pessimismo, giustificato dalla preventiva confessione degli autori di avere supplito con l'invenzione alle molte ed incolmabili lacune nella vita dell'artista, ricostruita su notizie incerte e frammentarie. Gli stessi concetti ha ripetuto la breve introduzione, letta da Giancarlo Sbragia, che ribadiva la buona intenzione di illustrare la figura del massimo pittore del Seicento ricorrendo in parte all'immaginazione, ma soltanto per chiarire senza deformare. Quanto si è visto nella prima puntata, un po' lenta nell'avvio e quindi abbastanza spedita, ha fatto tirare un respiro dì sollievo almeno quanto al pericolo che degli elementi picareschi della turbinosa esistenza del pittore si traessero gli spunti più avventurosi e deteriori per farne una specie di racconto di cappa e spada. Ma c'era il precedente ammonitore del film girato da Alessandrini venticinque anni fa, con un Amedeo Nazzari più moschettiere che pittore; sceneggiatori e regista ne hanno fatto tesoro, tenendosene il più lontano possibile. Il Caravaggio del teleromanzo, semmai, è sì un « maledetto », un tormentato, un ribelle, ma tutt'altro che un guappo ed un gaudente. I suoi scatti, le sue impennate, hanno una logica. E' un artista che vuole rappresentare la realtà ed insorge contro le limitazioni che gli vengono poste dai canoni della Controriforma, s'indigna che i suoi soggetti scandalizzino i fanatici ed irride anche ai mecenati come il cardinale del Monte ringhiando « Sono stato comprato insieme con un mio quadro ». Questi i lati positivi ed accettabili del personaggio, che dimostrano come si sia saputo leggere, dove mancavano le fonti storiche, nel libro aperto della sua pittura. Se qualche pecca si è profilata è proprio quella dell'eccesso opposto. Il Caravaggio televisivo è un po' troppo serio e teorico della propria arte. Va nelle taverne sì, ma solo per cercare soggetti per i suoi quadri, beve moderatamente, ammira e difende Giordano Bruno e Torquato Tasso, è rispettosissimo delle modelle e talvolta se gli si mettessero addosso giubba a falde e cilindro potrebbe passare per un personaggio della « Bohème ». ★ * Stasera il pezzo forte delle trasmissioni è rappresentato dal film Giulietta e Romeo di Renato Castellani, in onda alle 21 sul Nazionale, una delle più notevoli trasposizioni cinematografiche della trage dia shakespeariana, insignita del Leone d'oro alla Mostra di Venezia del 1954, con un - skl trasmesso in Eurovisione da Copenaghen fin programma la sinfonia n. 2 di Cari Nielsen) e alle 22,35 un documentario sulla mostra dell'antiquariato di Firenze. Vice o o - verdetto peraltro assai dì- Sul Secondo sono proposti: alle 21.15 il consueto numero del rotocalco sportivo Sprint; alle 22 un Concerto sinfonico diretto da Stokow-
Luoghi citati: Copenaghen, Firenze, Venezia
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