Catturato dopo 20 anni l'assassino che mangiò il fegato del suo rivale

Catturato dopo 20 anni l'assassino che mangiò il fegato del suo rivale Catturato dopo 20 anni l'assassino che mangiò il fegato del suo rivale A Catanzaro - Il feroce criminale (un contadino sessantacinquenne) catturato in un bosco - Il delitto avvenne nel 1945, vittima uh operaio di trentasei anni Catanzaro, lunedi mattina I carabinieri del Nucleo investigativo di Catanzaro, in collaborazione con i militi di Marcellinara, hanno fatto luce su un delitto commesso nel 1945 quando nelle campagne di Serrastretta fu ucciso Antonio De Santis di 36 anni. Il De Santis, nottetempo, era stato fatto segno a diversi colpi d'arma da fuoco ed era morto senza avere potuto indicare chi fossero i suoi assassini. Quali responsabili vennero subito denunciati e arrestati due detenuti che erano riusciti ad evadere dalle carceri di Volterra, nel corso dell'ultimo conflitto mondiale, approfittando del caos e dei bombardamenti. Erano Pietro Scalise di 23 anni, nativo di Serrastretta e Domenico Romeo di 30, contadino di Maida. Successivamente lo Scalise riuscì nuovamente ad evadere dal carcere, ma dopo pochi giorni fu ucciso in un conflitto a fuoco con i carabinieri i quali gli stavano dando la caccia. Si svolse pertanto il processo contro il solo Romeo il quale, riconosciuto colpevole di omicidio, fu condannato all'ergastolo, pena che attualmente sta scontando nel penitenziario di Civitavecchia. I carabinieri non si accontentarono di questo risultato e continuarono le indagini anche perché molti fatti e circostanze del delitto erano rimasti senza una logica risposta. Adesso si è potuto dare ima versione completa dell'omicidio. L'uccisore di Antonio De Santis era stato Tommaso Mauro di 65 anni, contadino di Amato, soprannominato « Battarif ». L'omicidio di Serrastretta era la conseguenza di un altro delitto compiuto anni prima dal famigerato terzetto Scalise-Romeo-De Santis, i quali a scopo di rapina avevano ucciso il postino di Feroleto Antico, Angelino Cardamone, nativo della frazione San Michele di Serrastretta. I tre, individuati e giudicati, erano stati condannali all'ergastolo e avviati a Volterra. Da qui, approfittando di un bombardamento, io Scalise, il Romeo ed il De Santis evasero e si rifugiarono nel Nicastrese, tra le campagne di Angoli, Migliuso e Cancello di Serrastretta. La causa che determinò il secondo delitto è ravvisata nel fatto che il De Santis aveva appreso che la moglie, nel periodo in cui egli era stato in carcere, aveva avu¬ to una relazione con Tommaso Mauro. Da questa relazione adulterina era nata una bambina alla quale era stato imposto il nome di An- giolina De Santis. Il De Santis volle vedere il Mauro per aver con lui una spiegazione. L'incontro avvenne proprio davanti all'abitazione dell'evaso. I due rivali, dopo alcune parole, misero mano alle armi sparandosi a vicenda, senza comunque riuscire a colpirsi. Dopo questo scontro il Mauro decise di eliminare il suo antagonista: servendosi proprio dello Scalise e del Romeo, fece cadere il De Santis in un agguato e mentre i due ex amici lo tenevano per le braccia, 11 Mauro gli sparò un colpo di pistola alla tempia, freddandolo. Si dice anche, ma non è ancora accertato, che il Mauro mangiò addirittura il fegato del De Santis. Certo è che il corpo di Antonio De Santis fu cosparso di petrolio e dato alle fiamme, per far scomparire ogni traccia. Il Mauro è stato ora arrestato nei boschi di Amato, dopo essere stato accerchiato da una cinquantina di carabinieri, al comando dei colonnelli D'Auria e Racioppo. Subito dopo è stato portato alle carceri di Catanzaro. ». s. Tommaso Mauro di 65 anni, il feroce assassino calabrese