I briganti sardi scrivono ai giornali di Gigi Ghirotti

I briganti sardi scrivono ai giornali CMmì OM*32&LXMÈmaes* I rapimenti? I briganti sardi scrivono ai giornali ri dai nostro inviato Santa Teresa di Gallura, lunedi mattina. L'isola stamane si è svegliata al crepitare di migliaia di fucili. Niente paura,,è la stagione della caccia che si è aperta. Senza grandi soddisfazioni, però. La, Sardegna, che fino a poche settimane fa traboccava di turisti, ora accoglie migliaia di cacciatori, qui sbarcati con l'idea di rifarsi delle delusioni patite in continente. Ma anche in Sardegna i carnieri stentano a riempirsi. Purtroppo, i grandi incendi che quest'estate sono divampati in tutta l'isola hanno fatto strage di selvaggina. Il peggio è che di queste sciagure non si sa a chi attribuire le respon- questro di persona. Nulla si è saputo di preciso dai tre rilasciati nei giorni scorsi, Caocci, Catte, Tolu, nulla si sa dello sventurato 'Aurelio Baghino, il commissionario Fiat di Nuoro, prelevato dalla sua villa di Cala Liberotto, nell'ultima settimana d'agosto. Gli indiziati, anzi, si fan vivi, per annunciare, attraverso i giornali, di essere estranei a queste imprese. Laltro giorno, il quotidiano sassarese La Nuova Sardegna ha pubblicato la lettera del padre di Nino Cherchi, un latitante di ventisei anni, colpito di taglia per dieci milioni. Poiché laj voce pubblica lo indicava implicato in uh recente conflitto fuoco con le forze dell'ordine, il padre del ricercato fa sapere che suo figlio si trovava in quel giorno molto lontano dal luogo dello scontro. Inoltre, poiché Io sir diceva ferito, il Cherchi, a scanso di equivoci, avrebbe provveduto a sottoporsi < ad accurata visita corporale », da' cui sarebbe risultato indenne da qualsiasi ferita. Come prova, dovrebbe esserci un certificato medico. Dal che si ricava che, mentre carabinieri ed agenti battono la campagna cespuglio per cespuglio, il latitante se ne sta al sicuro, con possibilità di assistenza medica c letteraria. Un'altra lettera ha pubblicato La Nuova Sardegna, mittente^ Graziano Mesina, il latitante di Orgosolo venticinquenne, taglia dieci milioni, che avrebbe firmato questa missiva di suo pugno. Il bandito fa sapere di essere estraneo al rapimento dello sventurato Baghino, di cui si dà per certa la morte, tanto che la famiglia ha interrotto le trattative per il riscatto. Secondò alcune notizie (incontrollate', ed incontrollabili), il Baghino pagava già da tempo un prezzo per rimanere vivo. Avendo interrotto ^pagamento di questa « tassa al brillante», egli sarebbe stato rapito e ucciso. Su questa nuova interpretazione del delitto sta lavorando ora la polizia, ed anche questa non è una novità incoraggiante. Nello studio del brigantaggio sardo non era mai stata contemplata un'ipotesi di degenerazione mafiosa, come quella che ora si starebbe rivelando. Quanti impreditori e possidenti, in Sardegna, hanno conti aperti con la malavita? Fi- \ no a che punto c'entra il pastore in questa trama di ricatti? Fino a questo momen-, to, la società pastorale è stata indiziata, investigata, perseguita con severità e pertinacia. Ma se poi si scoprisse, adesso, che i fili della tenebrosa organizzazione sono mossi dalla città? Questi sono i nuovi interrogativi che affiorano, e l'intervento di Graziano Mesina pare diretto a rendere avvertite le forze di polizia che occorre cambiare indirizzo nelle ricerche: « Vi possono'essere persone interessate a mettere sulla mia bocca parole che non mi permetto di dire. Credo che sarebbe meglio non fare il mio nome senza ragione e senza motivo ». E con ciò un altro dubbio prende corpo: che i sequestri di persona siano attività indipendente dal brigantaggio, spesso coincidente con questa, ma spesso anche in aspra concorrenza. Gigi Ghirotti

Persone citate: Aurelio Baghino, Baghino, Catte, Cherchi, Graziano Mesina, Nino Cherchi, Tolu

Luoghi citati: Nuoro, Nuova Sardegna, Orgosolo, Sardegna