A Monza eccezionale volata di bolidi Surtees batte Brabham di pochi centimetri

A Monza eccezionale volata di bolidi Surtees batte Brabham di pochi centimetri Gran Premio automobilistico d'Italia ELETTRIZZANTE FINALE A Monza eccezionale volata di bolidi Surtees batte Brabham di pochi centimetri L'inglese, al volante della giapponese Honda, ottiene la nuova media-record del circuito: 226.119 km orari - Sfortunati i due piloti della Lotus: Graham Hill costretto al ritiro per la rottura del motore mentre è al comando; Clark, in testa all'ultimo giro, deve rallentare per mancanza di benzina - Scarfiotti e Baghetti, unici italiani, abbandonano per noie meccaniche - Amon (Ferrali) 7° Davanti a circa 70 mila spettatori La splendida corsa dello scozzese Clark DAL NOSTRO INVIATO < Monza, lunedi mattina. John Surtees, al volante della giapponese Honda ha vinto ieri per un soffio il 38° Gran Premio d'Italia - G.P. d'Europa, precedendo di due decimi di secondo — un batter di ciglia — Jack Brabham e stabilendo il nuovo primato della corsa a oltre 226 km di media. Dieci giri prima della fine della corsa, la vittoria sembrava non dovesse più sfuggire a Graham Hill, il secondo pilota della Lotus; missimi giri di ruota. Già la partenza non era stata del tutto regolare, che il furbo Jack Brabham si era mosso in anticipo, senza attenersi alla disposizione che prescrive il gruppo delle macchine debba percorrere un centinaio di metri conservando l'allineamento, per poi scattare all'abbassarsi della bandiera in corrispondenza della linea di traguardo. Ma il campione del mondo veniva superato dall'altrettanto bruciante — ma setolarissima — partenza di Gur-. ney sulla Eagle. L'americano conduceva per un paio di tornate, poi veniva superato da Clark e alla fine del 5° giro si fermava lasciando dietro di sé una lunga stria di olio: abbandono. Identica sorte toccava nel passaggio successivo a Ludovico Scarfiotti, e le due macchine statunitensi erano così fuori combattimento. In breve si formava al comando un gruppo di quattro: Clark (Lotus), Hulme (Brabham), Hill (Lotus) e Brabham; a una decina di secondi seguivano altrettanti piloti: Surtees (Honda), Amon (Ferrari), McLaren (McLaren) e Rindt (Cooper-Maserati). Salvo le. Eagle. e le Brm (Stewart aveva già effettuato una sosta ai box), tutte le marche del Gran Premio erano rappresentate nelle prime otto posizioni. Baghetti, al volante della terza Lotus, seguiva un po' più lontano. Al 13° giro, primo grosso colpo di scena: Clark arrivava ai box con la gomma posteriore destra afflosciata. I meccanici cambiavano febbrilmente la ruota e il pilota riprendeva, con oltre un giro dì ritardo dai primi. Cominciava a questo punto uno degli episodi più entusiasmanti, con il magnifico campione scozzese lanciato in una rimonta che ai più sembrava tanto appassionante quanto vana. A giostrare nelle prime posizioni erano rimasti Hulme, Brabham e Hill; a una ventina di secondi, Surtees, Amon, Rindt e McLaren procedevano i-uota a ruota, ma a un ritmo visibilmente meno sostenuto dei primi. Al 15° passaggio la media risultava di 227,355 km-ora. Graham Hill, benché la sua Lotus vantasse una maggiore potenza, non riusciva per un bel po' a scrollarsi di dosso le due Brabham; ma ecco rientrare nel gruppetto Clark, che aveva ricominciato a recuperare, pur marciando sempre con un giro di ritardo: si svincolava e trascinava sulla sua scia il compagno di squadra Hill. La manovra tattica riusciva, -e poco a poco prima Brabham poi Hulme perdevano contatto. Al 30° (la media era salita a 227,527) la gara di Hulme era finita: lo bloccava un'avaria di motore, e Brabham perdeva di vista la Lotus di Hill, mentre Clark aveva rimontato fino all'ottava posizione. ; • ' - Più indietro Surtees, Amon e McLaren lottavano accanitamente per il terzo posto, e in questo duellare si avvicinavano progressivamente a Brabham. Il ritmo frenetico della corsa continuava a fare vittime: al 47° si ritirava McLaren; poi Amon, la cui Ferrari lamentava qualche noia alla sospensione posteriore, si fermava più di un minuto • ai box; Stewart' abbandonava dopo una serie di arresti, e anche Baghetti — in quel momento sesto — restava bloccato da un guasto meccanico. Dopo il 50° giro il pubblico cominciò ad accorgersi che Clark stava rinvenendo fortissimo. sui primi: al 54° superava Rindt ed era quarto, vicinissimo a Surtees e Brabham ' che procedevano separati da un duecento metri < al 25* aveva anche -stabilito il nuovo record sul giro in l'25"5, a 233,898 di media). Comunque, la vittoria di Graham Hill non era messa in dubbio da alcuno, che il suo vantaggio sul secondo, Brabham, era di ol¬ tre un minuto. Invece, il 59° giro era fatale al baffuto pilota inglése, il cui motore « sbiellava » di colpo. Ancora un passaggio e Clark sbaragliava quasi contemporaneamente Surtees e Brabham. Incredibile: in 46 giri — 270 chilometri — dal dècimo al primo-postol '" Ultimi passaggi: Clark appariva irraggiungibile, Surtees attaccava Brabham e io batteva al 65°; due giri, un giro dalla fine. Ma che cosa stava accadendo? Lo scozzese perdeva terreno, il pubblico delle tribune in piedi, attendeva di veder riapparire per l'ultima volta i tre. All'uscita dalla curva parabolica si vedeva davanti la Brabham, che allargava però paurosamente, e quel grande pilota che è John Surtees 10 superava all'interno, resistendo infine per una mezza macchina al disperato ritorno dell'avversario. E Clark? Clark arrivava lentamente dopo qualche decina di secondi di apprensione: gli era mancata la benzina a 5 chilometri dal traguardo, o meglio il poco liquido rimastogli nel serbatoio era stentatamente « succhiato » dalla pompa di alimentazione. Ma 11 più festeggiato era proprio lui, sollevato di peso dalla macchina e portato in trionfo. Anche John Surtees, che in Italia è popolarissimo, e che non aveva certo demeritato la vittoria, lottando senza risparmio di energie fino all'ultimo metro, riceveva grandi ovazioni, e la vedova di Lorenzo Bandini, la signora Margherita, gli consegnava il Trofeo intitolato al nome del grande campione scomparso quattro mesi fa. I piccoli meccanici giapponesi della Honda impazzivano di felicità. Ferruccio Bernabò L'entusiasmante arrivo del Gran Premio d'Italia Ieri all'autodromo di Monza: John Surtees (a sinistra), al volante della Honda, precede di un soffio Jack Brabham (Telefcto)

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