Alla Camera si conclude oggi la battaglia per le Regioni di Fausto De Luca
Alla Camera si conclude oggi la battaglia per le Regioni Dopo due settimane di estenuanti sedute Alla Camera si conclude oggi la battaglia per le Regioni La discussione dell'art. 22 è durata da sabato a ieri pomeriggio senza interruzioni Ventidue oratori e 37 votazioni a scrutinio segreto - L'articolo stabilisce che le elezioni regionali si faranno entro il 1969 - Stamane il voto finale della legge (Nostro servizio particolare) Roma, 30 ottobre. La legge che fìssa all'autunno del 1969 le prime elezioni dei consigli regionali sarà approvata domani pomeriggio dalla Camera dei deputati, al termine della lunghissima seduta-fiume durata esattamente due settimane. Subito dopo Montecitorio sospenderà i lavori per il « ponte » tra le feste di Ognissanti e di domenica, riprendendo l'attività nella prossima settimana per concludere il dibattito sul banditismo sardo e cominciare l'esame della riforma universitaria. Questa mattina è giunta al termine l'ultima battaglia di un certo rilievo, quella sull'articolo 22 che stabilisce la data delle elezioni e prevede che prima sia emanata la legge finanziaria regionale. Data l'importanza dell'articolo, la maggioranza ha rinunciato a chiedere la chiusura della discussione, e così hanno parlato 22 oratori, di cui ben 16 della destra, mentre gli altri gruppi hanno fatto intervenire un solo oratore. Molto laboriosa anche l'illustrazione degli emendamenti che dovevano essere ii'7 ma che si sono poi fortemente ridotti: cinquanta non sono stati più presentati o sono stati dichiarati improponibili, gli altri 87 sono stati in parte preclusi in parte unificati a gruppi di quattro o cinque perché del tutto simili fra loro. Le votazioni, in definitiva, sono state soltanto 32, pur sempre un bel numero, tenendo conto che si è sempre votato a scrutinio segreto. In complesso, tra discussione e votazioni, sono state necessarie 43 ore di lavoro per approvare l'articolo 22. Nella votazione degli emendamenti la presenza dei deputati della destra è. scesa fino ad un minimo di nove votanti, mentre la maggioranza regionalista, che va dai democristiani ai comunisti, si manteneva sempre sulle, 360-380 presenze. La maggioranza regionalista si è però divisa su un emendamento dell'on. Luzzatto (psiup) che proponeva di sopprimere il capoverso in cui è prevista l'emanazione della legge finanziaria prima delle elezioni. I comunisti si sono astenuti (96 voti), mentre i favorevoli sono stati 34 e i contrari 274. Nella votazione finale dell'articolo 22, avvenuta alle 14,15, si è avuto 10 spostamento di un gruppo di deputati regionalisti sulle posizioni della destra, evidentemente in segno di dissenso con la fissazione di una data precisa per le prime elezioni regionali. Invece della media di 30-35 voti, i contrari sono saliti a 78, mentre la maggioranza ancora una volta ha manifestato una presenza schiacciante con 373 voti. A conferma di questo fenomeno, nelle votazioni successive i votanti della dèstra sono ritornati nuovamente a 34-35. L'esame degli ultimi articoli è andato avanti assai speditamente. Un emendamento liberale e missino è stato accolto all'articolo 23 per stabilire che invece del prefetto del capoluogo di regione sarà 11 ministro dell'Interno, « sentiti i prefetti della regione », ad indire le prime elezioni. Questa notte, su una delle ultime votazioni all'art. 25 (il penultimo), la seduta è stata sospesa e rinviata a domattina per le dichiarazioni di voto sull'intera legge e per la votazione finale. Fausto De Luca
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