L'iniziativa privata necessaria per lo sviluppo del Mezzogiorno
L'iniziativa privata necessaria per lo sviluppo del Mezzogiorno Distarso dei Presidente dei Consiglio a Taranto L'iniziativa privata necessaria per lo sviluppo del Mezzogiorno Lo Stato, dice Moro, non può far tutto - Parlando delle Regioni «ssicura che saranno attuate con prudenza - Ogni novità comporta rischi, ma non si può ostacolare il rinnovamento del Paese - II governo non permetterà avventure (Dal nostro inviato speciale) Taranto, 28 ottobre.. Il Governo attuerà le Regioni « con doverosa prudenza », valutando incognite e rischi connessi a ogni novità per evitare qualsiasi avventura. Quésto impegno è stato assunto stamane a Taranto dal Presidente del Consiglio, on. Moro, nel discorso con cui ha inaugurato la grande raffineria della Shell Italiana. Moro ha premesso che il governo lavora per garantire il Paese « da ogni rischio e disagio » e si è poi riferito al serrato dibattito regionale in corso alla Camera. « In questi giorni — ha detto — si drammatizza troppo su di un proposito di rinnovamento nell'organizzazione dello Stato, su di uno sforzo di più viva e ravvicinata presenza dei cittadini nella gestione degli interessi comuni ». Ogni novità comporta rischi dai quali difendersi e incognite da vagliare. « Ma la doverosa prudenza — ha preci sato — non si può scambiare con l'inerzia con il rifiuto di ogni novità ». Il Governo e il Paese sono, al contrario impegnati «a fare bene, con serietà e maturità, le cose che appaiono utili e che vanno pive sperimentate ». Ne con segue che «il popolo italiano può essere tranquillo, nella certezza che il Governo, in questo come in ogni altro campo, non consentirà avventure, ma accompagnerà con estrema attenzione il moto di rinnovamento e di progresso della nostra società ». Moro ha dato queste garanzie in un contesto più generale proiettato sullo svilup po del Paese. Anche a Taranto ha rinnovato l'appello di Napoli alle « forze imprenditoriali del Nord e alle vive energie produttive delle regioni meridionali » affinché investano capitali, creino nuo ve iniziative nel Mezzogiorno. «Ancora molti compiti spettano allo Stato», ha detto citando, come esempio, i provvedimenti decisi ieri dal Con¬ siglio dei Ministri per fornire ulteriori finanziamenti al Meridione, « ma sia ben chiaro che lo Stato né può, né deve, né ha intenzione di fare tutto ». C'è largo spazio per l'iniziativa libera, alla quale « è affidato con fiducuL un grande compito che essa, ne sono certo, sarà in grado di assolvere ». Occorre ristabilire l'equilibrio fra le due Italie, ma senza il contributo dei privati nel Sud si determinerebbe « una vita economica diversa, in qualche misura artificiosa e con dubbie prospettive di continuità e di coerente sviluppo ». Moro ha osservato che, dopo 15 anni di interventi della Cassa per il Mezzogiorno, molto è stato fatto per rompere la rassegnazione e l'inerzia, avviando industrie e un ordinato sviluppo agricolo che, un giorno, daranno dignitoso lavoro sul posto a uomini oggi costretti a emigrare. La condizione di fondo per tutte queste realizzazioni è la pace, ha proseguito. « Noi cercheremo di tutelare e promuovere la pace dovunque e soprattutto nel Mediterraneo nel quale siamo immersi, del quale soffriamo ogni disordine e la cui prosperità coincide con la nostra ». All'inizio del discorso Moro si era scusato, con gli impegni parlamentari, del ritardo di un'ora e mezzo nell'arrivo, che Nicolò Carosio, ex dipendente della Shell ed oggi « speaker » d'eccezione, aveva attribuito ad un mutamento « dei piani di volo » dell'aereo presidenziale. La cerimonia era stata aperta dal presidente della Shell italiana, ing. Diego Guicciardi, che ha esposto l'incidenza della raffineria (la terza costruita in Italia dal suo gruppo) nel progresso meridionale. Guicciardi ha ringraziato il governo per la « rinuncia agli strumenti vincolativi » nella programmazione. Prima di venire alla raffineria, Moro aveva inaugurato un complesso scolastico costato due miliardi. Scuole e industrie sono le due facce dei problemi da risolvere nel Sud. A Taranto nel 1968 funzioneranno 33 stabilimenti con 10 mila dipendenti: i maggiori sono l'Italsider, la Cementir e la raffineria da 4 milioni di tonnellate annue, costata trentacinque miliardi: ha 210 dipendenti, ogni posto di lavoro ha richiesto l'impegno di 175 milioni. Lamberto Fumo
Persone citate: Diego Guicciardi, Guicciardi, Lamberto Fumo, Moro, Nicolò Carosio
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