«Due per la strada» di Donen commedia coniugale americana
«Due per la strada» di Donen commedia coniugale americana « La cintura di castità»: storia italiana, in chiave goliardica, di Festa Campanile - « Un maggiordomo nel Far West » : gustosa produzione di Walt Disney (Romano) - Due per la strada («Two for tre road»), prodotto e diretto da Stanley Donen, vinse il primo premio all'ultimo festival di San Sebastiano, ed è un film di ottimo mestiere, qua e là raffinato in autentica grazia. Non dimentichiamo che Donen, prima che regista, fu coreografo e ballerino, e che la sua filmografia porta in cima spettacoli piacevoli quali'« Un giorno a New York », « Cantando sotto la pioggia », « Sette spose per sette fratelli », :t Sciarada », « Arabesque ». Questo per dire che anche nell'odierna « commedia coniugale », il maggior pregio consiste nella buona amministrazione dei tempi, in un certo ritmo di balletto che avviva l'interesse indipendentemente dalla tenuità della materia. Mark e Joanna, coniugi da dodici anni traversano la Francia in automobile passando per i luoghi e le tappe dove sbocciò il loro amore; rivivono cosi il loro primo incontro sul ferry-boat, le emozioni dell'autostop, il viaggio in compagnia di certi americani ultraseccatori, i giorni passati in un albergo di lusso, le ricreazioni balneari, e altrettanti fatterelli che furono per loro, a quel tempo, importantissimi; e a mano a mano che si inoltrano, per via di ricordi, in quella loro carte du rendre, scoprono, ovviamente, quanto gli animi siano, adesso mutati, quanto la vita dipanatasi in quei dodici anni, coi suoi problemi di lavoro e di famiglia, li abbia allontanati l'uno dall'altro e quasi resi due estranei sull'orlo del divorzio. Il viaggio dà i suoi frutti, e la tenerezza pei ciò che è stato ristabilisce il loro affetto, un affetto fondato sull'accettazione dell'usura dei sentimenti e sull'indulgenza reciproca per le rispettive colpe. Evitando gli scogli del patetico e del dolciastro, il regista ci ha dato il ritratto di una coppia sfumato e pungente, dove le molte ed esatte notazioni psicologiche, congiunte al ritmo dello spettacolo, e alla copia delle trovate, fanno perdonare l'eccessiva tenuti, del motivo. Quasi inutile avvertire che Audrey Hepburn, in moda-pop, e Albert Finney reggono il gioco con magistrale duttilità. * * (Ambrosio) - Nella stessa chiave goliardica di « L'armata Brancaleone » e « Una vergine per il principe», Pasquale Festa Campanile ci narra nelle immagini colorate di La cintura di castità (soggetto di Ugo Liberatore) le eroicomiche schermaglie tra Guerrando, giovane signore feudale, e la bella Boccadoro, figlia del suo guardiaboschi, la quale non si rassegna ad appartenergli come una « cosa » ma vuole amarlo per propria elezione. Riuscitole il colpo di farsi sposare, la scaltra donnina tiene ancora in freno l'ormai legittimo desiderio del suo signore, fin tanto ch3 sopravviene la guerra contro i Mori, con la necessità per il marito partente, di cautelarsi contro le corna mediante la proverbiale « cintura » con relativo lucchetto. Di qui una sequela di peripezie, culminanti nel castello d'un sultano, cui danno esca la perdita della « chiave » del lucchetto prima e poi lo spuntare di un surretizio duplicato di essa; dopo di che la sposa intatta finalmente si concede all'amato bene con quel libero trasporto che contrassegna l'amore vero. Ambientato con sapore, il film si attiene a una qualità di umorismo fecondato di anacronismi, già più volte collaudato, ma ha il merito di non aggravarlo di note volgari. Uno spettacolo, tutto sommato, piacevole, anche per merito di Monica Vitti che qui si trova nei toni di comicità agrodolce che più le convengono. Con la bella attrice sono Tony Curtis, Ivo Garrani, John Richardson, F. Mule e N. Castelnuovo. 1. p. (Astor) - Generalmente scherzoso e a tratti parodistico, il technicolor Un maggiordomo nel Far West («The adventures of Bullwhip Grìffinn, di James Neilson), ha le doti per un divertente spettacolo adatto ai ragazzi. Ragazzo è uno dei personaggi principali, ! Jack- Flagg, nipote d'uno-spirito bizzarro àlìe lo ha nominato - erede, con- la più adulta sorella- Arabelle, di sostanze esistenti solo nella sua accesa fantasia. In realtà egli è morto grandiosamente indebitato. Affidato al giovane e fedele maggiordomo, il vivace Jack morde il freno, scappa in cerca d'avventure, è raggiunto dal dabben servitore con il quale non tarda a formare un simpatico tandem. I due ne passano d'ogni sorta: finiscono nel West e tra ì cercatori d'oro della California al tempo della favolosa corsa alla ricchezza (1848), se la vedono con un simpatico truffatore che li spenna e alfine ritrovano sulla «Bar- bary Coast », ove convergono i gaudenti arricchiti, la vezzosa Arabelle diventa ballerina da saloon. Tutto questo è raccontato in chiave faceta, con interpolazioni gustose di vignette ottocentesche che si animano (il film è di produzione Walt Disney), e un coretto festoso avente il compito di « legare » i vari episodi, alcuni dei quali farseschi (il pugilato « a pugni nudi » dell'ultima parte fra Mike Mourzouki e Roddy McDowall, anti - tradizionale maggiordomo), altri paradossali: tutti sempre misurati e gradevoli. vice «Due per la strada» di Donen commedia coniugale americana SULLO SCHERMO
Luoghi citati: California, Francia, New York
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