Rivière scrive: «Solo con il doping si può battere il record dell'ora»

Rivière scrive: «Solo con il doping si può battere il record dell'ora» i*ivelaxioM*G dono il recente «casso Anquetil» Rivière scrive: «Solo con il doping si può battere il record dell'ora» li corridore francese ammette di essersi drogato nel 1958 prima di scendere in pista - « Ho fatto un'iniezione e ho preso cinque pillole di amfetamine » scrive su un settimanale parigino - « Soltanto cosi riuscii a percorrere km 47,347 » - Rivière consiglia di « lasciare perdere i professionisti e di pensare ai dilettanti » (Dal nostro corrispondente) Parigi, 23 ottobre. Roger Rivière, che per la non omologazione del primato sull'ora stabilito da Anquetil a Milano (mancato controllo antidoping) resta il detentore ufficiale del record (km 47,347), ha confessato di essersi drogato nove anni fa durante la realizzazione del suo tentativo. Il corridore francese lo ha ammesso in una intervista concessa a un settimanale parigino che sarà messo in vendita solamente domani. Stralciamo a caso qualche frase, le più importanti. « A mio giudizio — dichiara nel preambolo del lungo articolo Rivière — è impossibile stabilire un primato eccezionale senza essere drogati. Ne par- lo con molta conoscenza, poiché io il primato dell'ora ho tentato di batterlo due volte, nel 1957 e nel 1958. Nel '57 non avevo preso assolutamente nulla: ho realizzato chilometri 46,923 nell'ora. L'anno successivo mi sono drogato: ho fatto km 47,347, cioè 424 metri di più della volta precedente, quasi un intero giro di pista, malgrado una foratura che mi ha fatto perdere almeno venti secondi ». « Senza questo incidente — prosegue Rivière —z i metri sarebbero stati almeno mille. A quell'epoca avevo un massaggiatore molto esperto in queste cose, e il giorno in cui sono sceso in pista, sapevo esattamente cosa avrei dovuto prendere. Cinque minuti prima della partenza, feci nello spogliatoio una iniezione con una forte dose di amfetamine e di Solucamphre, e al momento di mettermi in sella, trangugiai ancora cinque pillole di sole amfetamine. Sapevo, e ne ero certo, che l'effetto dell'iniezione non sarebbe durato che quaranta minuti. Le pillole dovevano fare il resto ». « Il record l'ho battuto, — conclude l'ex corridore — e ancor oggi ricordo con quanta lucidità abbia cambiato la bicicletta dopo aver bucato. All'arrivo ero freschissimo. Vorrei infatti distruggere una leggenda: quella del ciclista drogato, col viso stravolto e senza reazioni. La verità è che non tutti reagiscono nella stessa maniera al doping e io, lo ripeto, ero freschissimo ». Roger Rivière fa ancora, nella sua lunga confessione, molte altre considerazioni mi¬ nori. Afferma, fra l'altro, che « è nel campo dei giovanissimi dilettanti e nel quadro delle migliaia di corse (solo in Francia duemila) che essi disputano ogni stagione, che dovrebbe veramente intensificarsi ed estendersi la lotta contro il doping. Ma, di grazia, lascino tranquilli i professionisti, i quali dovrebbero avere il diritto di vivere e di correre come intendono ». Mario Bordone

Persone citate: Anquetil, Mario Bordone, Roger Rivière

Luoghi citati: Francia, Milano, Parigi