Claudio Villa si sente una bandiera vittoriosa di Francesco Rosso

Claudio Villa si sente una bandiera vittoriosa "NON SONO SUPERBO, MA IL PUBBLICO È' CON ME ti Claudio Villa si sente una bandiera vittoriosa (Dal nostro inviato speciale) Roma, ottobre. Uno studio della tv, con scenari esotici, fra cui Claudio Villa, camuffato da samurai giapponese, o da mandarino cinese, non so, gorgheggia canzonette napoletane per la sua puntata di «Partitissima». Una pausa nella registrazione, ed il cantante mi guida nel suo camerino. « Qui non ci disturberanno. Attacchi pure con le domande, anzi, no; devo dirle 10 qualcosa. Qui, sulla corda ' vocale, mi è cresciuto qualcosa, forse un polipino, che mi fa male quando forzo la voce. E' il primo giornalista a saperlo ». Grazie della confidenza; ricorda quella frase pronunciata a Sanremo durante una conferenza stampa: — Scenderò dal mio trono per dirvi che Claudio Villa... — « Già, fu una frase infelice, un infor- " Ufnìo procuratomi dall'entusiasmo. Poi la mia frase non fu riferita per intero dai giorna- , listi, e si è prestata all'equìvoco. Ma sono passali gli anni da allora, ed oggi, con più esperienza, starei più attento a ciò che dico ». Lei ha un debole per le conferenze stampa; si ritiene così importante? « Dieci anni fa, una conferenza stampa di Claudio Villa provocava l'ironia dei giornalisti. Allora, soltanto ai presidenti di repubblica, ai monarchi sul trono, o in esilio, ai grossi personaggi della politica erano consentite le conferenze stampa. Oggi, le teniamo tutti, anche noi cantanti, perché siamo persone sempre in vetrina, e dobbiamo rendere conto di tutto ciò che .facciamo all'opinione pubblica. Johnson-parlerà del Vietnam; .Claudio Villa parla della sua attività, delle sue tournées all'estero ed in Italia. Noi siamo dei provinciali, la mentalità italiana si meraviglia di tutto, :tranne, di ciò cftè l^e vfepe dall'estero ». Il successo che ha ottenuto l'appaga? Che cosa prova la mattina svegliandosi e dicendosi; «Sono Claudio Villa»? «Non mi attribuisca troppa superbia; sono, e mi sento sempre pia, il ragazzo di Trastevere. Il successo non mi ha dato alla testa, non ha mutato in nulla le mìe abitudini di adolescente. Certo, mi fa piacere la popolarità. Nessuno mi chiama signor Villa, perché tutti mi sentono dei loro. Ancora stamani, passavo attraverso un mercato, ed i garzoni, vedendomi, mi gridavano dai banchi: — A' Claudio —. Vede, questa è popolarità vera, e mentirei se dicessi che non mi fa piacere, che non mi commuove ». Lei ha avuto dei momenti difficili, quando il genere melodico non andava più di moda; come spiega il suo ritorno? « Personalmente, come Claudio Villa, non ho mai avuto periodi di crisi. Semmai, è stato il genere melodico ad avere una battuta d'arresto; tuttavia, io ero sempre ittita cresta dell'onda, ammirato e bersagliato dall'ironia, una situazione che mi piaceva, perché mi dava la misura della mia popolarità. Poi, è passata cache l'onda cattiva per il melodico, sono passali la raspa, 11 rock, and roll, il twist, Modugno e le terzine, ed io, che tutti davano per morto e tepollo ogni tre giorni, sono ancora qui, davanti a lei che «i è spostato da Torino per venirmi a intervistare. Non le dice niente tutto ciò? ». Certo, mi dice il gusto degli ascoltatori italiani. « Vede, la massa decide istintivamen' te, ma con fiuto sicuro. Sceglie i suoi beniamini, però pronta a distruggerli se si qvvede d'avere sbagliato. Ma li protegge, e li conserva idolatrandoli se capisce di aver veduto giusto, come nel mio caso ». Non ha timore' del pubblico, della sua volubilità? « O no, anzi; per me il pubblico è una cosa meravigliosa, la cosa più meravigliosa che io abbia incontrato nella mia carriera d'artista. Mi ha aiutato e sonetto nelle battaglie più dure, mi ha sospinto alla vittoria. Vede, in Italia è difficile per un cantante lavorare e farsi stimare. All'estero, i Maurice Chevalier, i Frank Sinatra, i Perry Como, sono sempre a galla, anche se han¬ no dei momenti di stanchezza. Mi trovi in Italia un fenomeno come Edith Piaf; qui, al primo capello bianco, ti mandano in pensione, lo, qualche capello bianco ce l'ho sulle tempie, ma l'anno scor'so, con "Granada" ho preso due milioni di voti a "Scala Reale" e ciò vuol dire qualcosa, non le pare? La mia stella è ormai fuori dall'orbita, gira sempre ». Lei pensa che gli scandali sentimentali giovino alla popolarità di un cantante? « No, sono convinto del contrario; però, co] passare del tempo, se dimostra di avere altre frecce al suo arco, il pubblico dimentica ì trascorsi sentimentali e continua a sostenerlo, lo, per esempio, faccio una vita ritiratissima, non frequento i locali notturni, non bevo, cerco di difendere al massimo la mia vita privata dalla curiosità altrui; eppure sono popolare ». Non pecca di presunzione? « Ho una sola presunzione, quella di credere che il pubblico italiano non abbia' mai. voluto bene ad un cantante di musica leggera come ne vuole a me. Mi sono stati attribuiti tutti i difetti peggiori dicendo che sono maleducato, superbo, strafottente, vanitoso; ma il pubblico è sempre rimasto, e rimane tuttora, con me ». Che cos e, la moda, la volubilità del pubblico a determinare il tramonto di un cantante? «.Le cose autentiche, cioè le belle voci, le belle canzoni, durano; le brutte, sono dei bluff stagionali. Gli urlatori sono morti e sepolti da dieci anni, i beats sopravvivono con l'ossigeno. Al pubblico, bisogna sempre dare qualcosa di valido. Per esempio: il pubblico ha fatto di me una bandiera non per conservare un ricordo, ma una bandiera da portare avanti verso sempre nuove vittorie. L'anno scorso» cantando "Granada", io 'ho dato al pubblico questa sensazione, che ci sono altri traguardi da raggiungere; ed ho ottenuto due milioni di voti ». Ciò non deriva dal fatto che, a votare in quelle lotterie cantate, sono quasi sempre gli anziani? «Non è vero, anche i giovani si sono accostati al melodico, ed alcuni cantanti giovanissimi si sforzano di imitarmi pur rivolgendosi ad un pubblico di ragazzi ». Si dice che per le serate in sale da ballo, lei guadagnasse un milione per mezz'ora, o anche meno, di esibizione. « Non è vero per me, e nemmeno per gli altri cantanti italiani. Può accadere occasionalmente di guadagnare una simile somma in una sera, ma non è la norma ». E' prudenza per timore del fisco? Lei ha avuto grane per non aver pagato le tasse: « 5?, è una bruita storia che vorrei dimenticare. E' accaduta non perché volessi sottrarmi al mio dovere di contribuente, ma per la cattiva amministrazione del mio bilancio familiare; una vicenda triste, che durava da anni. E per questo ho dovuto provare anche l'amarezza di essere considerato Un evasore fiscale. Ma ora tutto è chiarito' e finito; tolto il sequestro ai compensi che mi danno la radio e la televisione, alla mia produzione discografica, a tutto. Ormai sono in regola, è pago le tasse come tutti gli altri; e un dovere, un segno di civismo cui nessuno dovrebbe sottrarsi ». Come trascorre le ore libere dagli impegni professionali? « Le sembrerà strano, ma faccio dell'autocritica, ridimensiono i miei problemi a quelli immensi dell'universo'». Ed oltre a fare dell'autocritica, legge qualche libro? « Certo, leggere mi piace moltissimo-». Quale genere? «Fantascienza, ma soprattutto mi interessano le emozioni che provano i cosmonauti a tu per tu con l'universo. Leggo molti libri di scienziati ». Qual è stata la sua ultima lettura? « La vita di quel medico svizzero che è andato in Africa a curare i lebbrosi, come si chiama?». Schwcitzer? « Ecco, proprio Schweitzer. Ognuno di noi dovrebbe essere un pezzettino di quell'uomo lì; il mondo sarebbe certo migliore ». E' felice di essere Claudio Villa? «Proprio felice no, ma sereno sì, lo posso dire ». Non vive con sua moglie? « No, abito coi miei genitori e con mio figlio in un appartamento di Trastevere, serenamente, come'le ho detto. Ma, avendo sbagliato strada, preferisco che sia andata così. E' triste che le nostre lèggi impediscano di rifarsi una famiglia a chi ha commesso uno sbaglio; è triste perché si vive una volta sola. Ma speriamo che ciò sia consentito a quelli che verranno dopo di noi e passeranno attraverso delusioni sentimentali ». Il buttafuori bussa una seconda volta alla porta del camerino. « Signor Villa, tocca a lei ». Come mai non le dice, come tutti gli altri: — A' Claudio, tocca a lei? «E' un burocrate, evidentemente ». Perché questi scenari e costumi orientali? «Forse perché vogliono dare risalto alla mia tournée in Giappone. Sono tornato ieri da Tokio, dove mi esibisco in teatri ed alla televisione dal li settembre. Riparto domani per il Giappone, e mi tratterrò fino al 15 novembre, girando tutte le città giapponesi. E' un bello sforzo, mi creda, soprattutto con quest'affare sulla corda vocale. Quando uscirà la sUa intervista con me? ». Non lo so, forse la settimana prossima. « Peccato, sarò già in Giappone. Ma la leggerò al ritorno; sono abbonato all'Eco della stampa ». Francesco Rosso Villa, il «reuccio» della canzone all'italiana, al ritorno da una tournée all'estero