Giudici tedeschi indagheranno a Meina dove i nazisti massacrarono sedici ebrei

Giudici tedeschi indagheranno a Meina dove i nazisti massacrarono sedici ebrei Giudici tedeschi indagheranno a Meina dove i nazisti massacrarono sedici ebrei I magistrati (che agiscono in collaborazione col Tribunale di Milano) compiranno un sopralluogo a novembre - Già identificati e rinviati a giudizio in Westfalia i sei responsabili della strage : l'autore materiale è un ex capitano SS della divisione «Adolf Hitler»; gli altri debbono rispondere di crimini avvenuti ad Arona e nel Novarese e (Dal nostro corrispondente) Milano, 17 ottobre. Grazie alla collaborazione tra la magistratura italiana e quella tedesca, è stato possibile concludere l'istruttoria contro i responsabili dell'eccidio di Meina avvenuto subito dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943: sei persone compariranno in stato d'arresto il 6 gennaio prossimo davanti ai giudici tedeschi della Corte d'Assise della Westfalia. Non è da escludere che prima del dibattito, forse in novembre, i magistrati tedeschi vengano in Italia per tare un sopralluogo a Meina. I nomi degli imputati in questo processo sono stati resi noti soltanto ieri e comunicati a Milano al giudice istruttore dott. Antonio Amati che raccolse le deposizioni per rogatoria di molti testimoni del barbaro eccidio delle SS. Sono Friedrich Brenner, Friedrich Rohwer, Karl Herbert Schuelle, Oscar Schulz, Otto Ludwig Leithe e Hans Ludwig Kruper, l'ex capitano della divisione corazzata «Leibestandarte Adolf Hitler » che compì materialmente la strage. Gli altri sono stati rinviati a giudizio come suoi complici anche in relazione ad altre stragi avvenute ad Arona e in alcuni paesi del lago Maggiore. L'inchiesta per l'eccidio di Meina si iniziò praticamente nel 1963 quando il governo federale tedesco mandò a MiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiMiiiniiii lano il dott. Wiedmann per indagare sull' operato del maggiore della polizia tedesca Theodoro Saewecke che sottopose ad atroci torture i nostri partigiani. L'ufficiale nazista durante la sua permanenza nella capitale lombarda si occupò anche di una inchiesta per l'eccidio di Meina dove furono trucidati 16 ebrei, tra cui tre bimbi, Dall'inchiesta di Saewecke, ovviamente, non si seppe mai nulla ma ora è stato possibile ricostruire i fatti di quelle tragiche giornate. Un gruppo di soldati della SS comandati dal Kruger si sistemarono nell'albergo Meina e vennero a sapere che quasi tutti gli ospiti erano ebrei che cercavano di sfuggire alle persecuzioni. Così i nazisti, tra il 15 e il 23 settembre, uccisero i sedici. Per instaurare il processo contro i responsabili era però necessario interrogare tutti coloro che potevano essere stati testimoni della strage: per questo la magistratura tedesca si è rivolta per la prima volta a quella italiana pregando di raccogliere le varie deposizioni per trasmetterle poi ai giudici della Corte d'Assise della Westfalia. Il compito è stato assolto dal consigliere istruttore Antonio Amati. La testimonianza più importante è stata quella dell'avv. Mario Mazzucchelli, l'autore della «Monaca di Monza» che era giunto, in compagnia della moglie, ebrea, nell'albergo « Meina ». Il legale ha ricordato che sua moglie, oltre a 15 ebrei provenienti da Salonicco, furono prelevati a più riprese e poi trucidati. I beni sequestrati furono venduti, successivamente, all'asta. Tra i maggiori responsabili dell'eccidio i testimoni sono sempre stati concordi nell'indicare il capo: Hans Ludwig Kruger. Il dott. Amati avvicinato oggi dai giornalisti ha confermato la notizia delle conclusioni delle indagini: « Per la prima volta — ha detto il magistrato — la magistratura italiana ha avuto l'incarico da quella della Germania Federale di compiere-una serie di atti istruttori ritenuti indispensabili ai fini del giudizio che sarà celebrato ai primi del prossimo anno in Germania nei confronti di alcuni imputati ai quali viene fatto carico dei gravissimi episodi avvenuti a Meina nel settembre 1943.1 magistrati tedeschi hanno fatto tale richiesta in quanto pare che le parti offese o i testimoni presenti all'eccidio non abbiano aderito all'invito di presenziare al processo e a recarsi quindi in Germania per deporre. Questa richiesta della magistratura tedesca ed accettata da quella italiana può essere il primo passo per un accordo in forza al quale il nostro magistrato eseguirebbe non solo una rogatoria, ma farebbe eventualmente partecipare alla esecuzione degli atti istruttori magistrati e difensori tedeschi, nonché (ove ritenuto indispensabile ai fini del giudizio) anche gli stessi Imputati ». g. m. L'eccidio del settembre 11)48 sul Lago Maggiore