Scoperta in Germania una rete di spie russe fra di esse una donna: si impicca in carcere

Scoperta in Germania una rete di spie russe fra di esse una donna: si impicca in carcere Dopo le rivelazioni di un ufficiale russo fuggito negli Siati Uniti Scoperta in Germania una rete di spie russe fra di esse una donna: si impicca in carcere Segretaria del ministero degli Esteri, aveva 34 anni: il suicidio di notte in célia a Mosca i codici Nato e rivelato il « rifugio segreto » del governo in caso di Avrebbe fornito attacco atomico (Dal nostro corrispondente) Bonn, 16 ottobre. Un nuovo « affare » di spionaggio, scoperto nei giorni scorsi in Germania-Ovest, si va rivelando assai più grave dì guanto fosse stato possibile ritenere in un primo tempo, ed ha inoltre assunto sviluppi drammatici: il personaggio-chiave 'della vicenda, una segretaria del ministero federale per gli Affari esteri di Bonn, si è impiccata ieri notte nella cella del carcere femminile di Colonia, dove era stata rinchiusa. Quattro persone — tutti cittadini tedeschi — si trovano a disposizione della magistratura in stato di arresto, mentre un alto ufficia¬ le delle forze armate sovietiche che era passato ai servizi segreti americani e con le sue rivelazioni aveva permesso di sbaragliare la rete di spie, è già stato frettolosamente trasferito negli Stati Uniti. Ludwig Martin, procuratore generale dell'Alta Corte di Karlsruhe (unica competente per i reati di spionaggio) ha reso noto oggi nel corso di una conferenza-stampa che il materiale trasmesso da Bonn a Berlino-Est e da lì rinviato a Mosca « sembra essere di grande importanza ». Stando alle prime risultanze delle indagini, la rete di spie che operava nella capitale tedesca dovrebbe in¬ fatti essere riuscita ad impadronirsi fra l'altro di codici in uso presso la Nato, nonché di piani riguardanti l'attività delle forze armate francesi di stanza nella Repubblica federale e la costruzione sul territorio tedesco di rifugi antiatomici per la difesa della popolazione civile in caso di un conflitto. Le cinque spie arrestate avrebbero inoltre trasmesso ai sovietici informazioni riguardanti il « Bunker » situato nella zona collinosa dell'Eifel — presso Bonn — dove nell'imminenza di un pericolo si trasferirebbe un « governo tedesco di emergenza». Ha aggiunto il procuratore Martin che con tut- ta probabilità il ministero federale degli Esteri dovrà ora mutare i propri codici Fra i molti casi di spionaggio venuti alla luce nella Germania federale negli ultimi anni, questo è senza dubbio il più grave. Al centro della vicenda vi era la segretaria che si è uccisa ieri notte in carcere. Si chiamava Leonore Suettelin, aveva 34 anni, era figlia di un avvocato. Dopo avere lavorato per alcuni anni in Francia, era stata assunta nel 1959 al ministero degli Esteri di Bonn e assegnata al servizio per il personale: un incarico di una certa importanza, che dava la possibilità di essere al corrente di questioni « top secret ». Nel 1962, Leonore Suettelin conobbe un fotoreporter originario della Germania Est. Questi svolgeva un lavoro apparentemente innocuo, ma era in realtà un agente ben indottrinato al quale i servizi segreti di Pankow avevano dato incarico di raggiungere Bonn e di cercare contatti con persone del ministero degli Esteri in grado di fornirgli le informazioni che egli cercava. Gli ordini avuti consigliavano di orientarsi di preferenza verso una ragazza, e vedere se non fosse stato il caso di sposarla pur di procurarsi notizie attendibili e continue senza correre il rischio di essere scoperti. Così avvenne: Leonore Suettelin si unì in matrimonio con il fotoreporter, e cominciò subito a « lavorare » per lui. Gli altri personaggi del « giro » spionistico erano: un usciere dell'ambasciata di Francia. Leopold Pìchl, sua moglie Klara e il cognato Martin Margraff, di professione cameriere. Il procuratore dell'Alta Corte di Karlsruhe ha spiegato oggi che Leopold Fichi lavorava alla sezione dell'ambasciata competente per i contatti con le truppe francesi di stanza in Germania. Aveva una certa libertà di movimenti, e si era procurato un'intera serie di doppie chiavi: servendosi di una microcamera di fabbricazione sovietica e sapientemente mascherata nell'involucro di un pacchetto di sigarette sembra sia riuscito a fotografare documenti rìservàtissimi. Mentre egli « operava », la moglie gli faceva da « palo ». Il cognato, Martin Margraff, aveva spesso occasione di essere presente — come cameriere — a pranzi e riceuimenti diplomatici. Non si lasciava sfuggire le conversazioni interessanti, e inoltre aveva provveduto personalmente ad installare microfoni nelle sale dell'ambasciata dì Francia solitamente usate per conversazioni di carattere riservato. A permettere di smascherare alcuni giorni fa (gli arresti operati risalgono al 12 ottobre) l'intera organizzazione spionistica, è stato un tenente colonnello delle forze armate sovietiche di stanza a Karlshorst, presso Berlino Est: si è messo in contatto con il controspionaggio americav.o in Germania Ovest ed ha raccontato tutto, facendosi garantire in compenso l'asilo politico. Stamane l'ufficiale dell'Armata Rossa — di cui ovviamente non viene rivelato il nome — è partito alla volta j degli Stati Uniti poche ore dopo che nel carcere di Colonia era stato scoperto il suicidio di Leonore Suettelin. Vice -»

Persone citate: Leopold Fichi, Ludwig Martin, Martin Margraff