Sei no, un sì, due astenuti

Sei no, un sì, due astenuti Sei no, un sì, due astenuti Così il «tribunale» dell'Uri, ieri a Parigi, ha deciso sull'impresa di Anquetil - Nessuna multa o altra sanzione contro il normanno - Jacques ha commentato: «Sono deluso; la mia "casa" ricorrerà certamente alla magistratura ordinaria » - Al direttore sportivo Geminiani un anno di squalifica ed, un'ammenda (Dal nostro corrispondente) Parigi, 13 ottobre. Il « tribunale » dell'Uci ha deciso: il record mondiale dell'ora in bicicletta, stabilito da Jacques Anquetil il 27 settembre scorso al Velodromo Vigorelli di Milano, non è stato omologato poiché il campione francese non si- è sottoposto al controllo antidoping previsto dai regolamenti. Questo gravissimo ma giusto provvedimento è stato preso dal comitato direttivo dell'Unione ciclistica internazionale, riunitosi oggi pomeriggio nella sede di una società petrolifera a Gourbevoie, alla periferia di Parigi. Era assente il polacco Jekiel e poiché il segretario generale dell'Uci, René Chesal, non ha diritto di voto, la condanna di Anquetil è stata pronuncia ta da nove giudici: sei di essi hanno detto « no » all'omologazione del record, due si sono astenuti, uno solo si è dichiarato favorevole ad Anquetil. Per quanto la riunione del C. D. dell'Uci sia avvenuta a porte chiuse ed il comunicato ufficiale non ne faccia cenno, sembra che il voto a favore del campione normanno sia stato quello del francese Hegesippe. Il «tribunale» dell'Uci ha ritenuto che la non omologa zione del record punisse sufficientemente la negligenza dimostrata da Anquetil nel sottrarsi al controllo antidoping, ed ha perciò evitato di applicare, nei confronti dell'anziano fuoriclasse, le sanzioni disciplinari previste dai regolamenti, cioè un mese di sospensione e 300 mila lire di multa. L'eccezionale impresa compiuta tre settimane fa da Anquetil resta quindi — salvo improbabili ripensamenti dell'Uci — annullata. Jacques, come si ricorderà, aveva percorso in sessanta minuti chilometri 47,49366 (arrotondati in 47,494} ed aveva migliora to di 147 metri il primato stabilito nel 1958 dal connazionale Roger Rivière, con km. 47.347. Rivière, che ha da tempo smesso di correre, per le irreparabili conseguenze di una caduta nel Giro di Francia, è rimasto quindi in pos sesso del suo record. I dirigenti dell'Unione ciclistica internazionale non hanno invece avuto nessuna clemenza nei confronti di Raphael Geminiani, direttore sportivo di Anquetil, giudicato il maggior responsabile dell'atteggiamento ostruzionistico, attuato con sistemi minacciosi e poco sportivi, che impedì al dott. Marena, medico ufficiale designato per i prelievi, di prendere direttamente contatto con Anquetil. Per conseguenza, facendo sue le sanzioni prese contro Geminiani dalla Federazione ciclistica italiana — un anno di sospensione e 250 mila lire di multa — ha esteso la validità della squalifica del direttore sportivo di Anquetil a tutte le federazioni affiliate all'Uci. Stasera, mterpellato per telefono, Anquetil ha detto: « Sono estremamente deluso — ha detto Jacques — ma ancora una volta contesto all'Uci il diritto di erigersi a giudice assoluto. Non mi sono sottoposto al controllo antidoping perché ne sono stato impedito dalle circostanze e non per averlo rifiutato. Io, come affiliato alla Federazione ciclistica francese, non posso chiamare a giudizio l'Uci davanti ai tribunali, ma i dirigenti della mia casa lo faranno in vece mia, con l'assistenza dell'avvocato Floriot ». Le dichiarazioni dì Geminiani sono invece improntate ad una veemenza che non mancherà di fare avere altri guai al troppo impetuoso direttore sportivo: « Quella di oggi — ha detto Raphael — è una decisione che non ha niente in comune con la giustizia ». Mario Bordone Jacques Anquetil, a Milano, durante il vittorioso e sfortunato tentativo di record

Luoghi citati: Francia, Milano, Parigi