A Parigi «giudici» di sei paesi per risolvere il caso Anquetil

A Parigi «giudici» di sei paesi per risolvere il caso Anquetil A Parigi «giudici» di sei paesi per risolvere il caso Anquetil Sono i componenti del comitato direttivo dell'Unione Ciclistica Internazionale - Devono stabilire se omologare o no il record dell'ora (47,494) di Anquetil - Il francese, dopo l'impresa, non si sottopose al controllo antidoping (Nostro servizio particolare) Parigi, 12 ottobre. Undici dirigenti del ciclismo internazionale decideranno oggi pomeriggio a Parigi se il record dell'ora in bicicletta, stabilito da Jacques Anquetil il 27 settembre scorso al Velodromo Vigorellidi Milano, sarà omologato o no. L'anziano fuoriclasse francese, tre settimane fa, aveva battuto il primato mondiale di Rivière percorrendo in e a un'ora 47 chilometri, 493 metri, e 66 centimetri. Al termine della prova Jacques non si era però sottoposto al controllo antidoping previsto dai regolamenti ed è appunto la inosservanza delle norme in vigore in Italia ad esporre il normanno al rischio di sanzioni disciplinari e a quello, ancor più grave, di vedere annullata ufficialmente la sua eccezionale prestazione atletica. Uniformandosi alle disposi zioni sul controllo antidoping diramate dall'Uci, ai primi di settembre la Federazione ciclistica italiana aveva deciso che tali controlli venissero estesi, per quanto riguarda i professionisti, non solo nelle normali competizioni su strada e su pista ma anche per i tentativi di primato. Gli undici giudici chiamati a risolvere il « caso Anquetil » sono i componenti del comitato direttivo dell'Unto ne Ciclistica Internazionale, presieduto, ormai da nove anni, dall'italiano comm. Adriano Rodonl. Accanto a lui avranno diritto di esprimere il loro voto il vicepresidente dell'Uri Louis Daugé (Francia), un altro francese, Henri Hegesippe, presidente del comitato professionisti, tre belgi, e cioè Jos Duchateau, presidente della Federazione internazionale del ciclismo professionistico, Maurice Moyson e Albert Verougstraete, quest'ultimo tesoriere generale dellUoi; un polacco, Michael Jekief e uno svizze ro, Louis Perfetta; l'italiano Gianfermo Borroni; il sovie tico Alexiev Kouprianov. L'undicesimo componente del ed dell'Uri è il segretario gene rale, il francese René Chesal, che non ha diritto di voto. La tesi difensiva di Anque til è piuttosto semplice: «Nes suno — afferma il recordman dell'ora — mi ha chiesto ut ficialmente di sottopormi al controllo antidoping. Il medico non ha mai preso contatto con me e prima del tentativo io avevo fatto sapere che non avrei rifiutato di sottopormi al controllo ». E' opinione generale che, essendo scontato il fatto che non sono state rispettate le norme relative al controllo antidoping, il record di Anquetil non sarà omologato Anquetil, comunque, è de riso a dare battaglia. Jacques ha dato l'incarico di patro ciliare la sua tesi a un illu stre avvocato paripino, René Floriot, disposto anche ad adire le vie legali contro l'Uri, pur di tutelare la legittimità del suo record. r. s

Luoghi citati: Italia, Milano, Parigi