Ordinato l'arresto del medico che provocò la morte per aborto

Ordinato l'arresto del medico che provocò la morte per aborto Allucinante viaggio notturno con un cadavere in auto Ordinato l'arresto del medico che provocò la morte per aborto Il dott. Cicero è scomparso; fuggite anche la « medicona » e un'infermiera - Le indagini dei carabinieri - Dopo la morte, il marito della vittima andò a cercare due amici, che aiutarono il medico a portare la salma dallo studio in strada e a caricarla su un'auto Poi partirono per Valdellatorre - Qui il dott. Cicero tentò di farsi rilasciare un certificato di decesso per infarto dal medico condotto; al rifiuto, lo compilò egli stesso - Incursione nei municipio forse per distruggere il documento compromettente Gli articoli 545 e seguenti del Codice Penale prevedono pene severe per i delitti contro la specie. Per quanto concerne l'aborto, se la donna è consenziente è passibile di reclusione da 2 a 5 anni sia lei, sia chi glielo pratica. Qualora l'intervento sia seguito da lesioni personali la pena va da 3 a 8 anni; sale a 5-12 anni in caso di morte. Viene ancora aumentata se il colpevole è persona che esercita una professione sanitaria (art. 555). Sanzioni più gravi colpiscono chi pratica l'aborto su donna non consenziente, oppure minore di 14 anni, o incapace d'intendere o a cui il consenso sia stato estorto con la violenza e con l'inganno: reclusione da 7 a 12 anni, che diventano 10-15 in caso di lesioni personali, 12-20 in caso di mòrte. Per qualsiasi reato e quindi anche per l'aborto — fanno notare gli esperti di dirótto penale — la legge prende in considerazione lo « stato di necessità ». Dice l'art. 54: « Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona... ». Nello « stato di necessità », secondo il prof. Robecchi, primario dell'ospedale ostetrico S. Anna, rientrano « gli aborti, erroneamente definiti "terapeutici", praticati per salvare la vita della madre. Non è terapia togliere il fatto fisiologico (la gravidanza) e lasciare il fatto patologico, cioè la malattia che ha reso indispensabile V intervento ». Il medico decide l'interruzione della maternità soltanto «in casi gravissimi, ed estremamente rari. Ormai il progresso della scienza permette la cura delle affezioni che un tempo mettevano la vita della gestante in pericolo imminente: nefropatie, cardiopatie, tubercolosi ». Il prof. Robecchi precisa: «Nel mio ospedale, in 4 anni, abbiamo avuto soltanto due " stati di necessità " per insufficienza renale congiunta^ a cardiopatia. In simili circostanze, comunque, l'interruzione della gravidanza può presentare gli stessi pericoli, se non addirittura più seri, della sua prosecuzione ». Quanti aborti tra spontanei e provocati avvengono, in un anno, a Torino? Almeno 5 mila sostengono alcuni medici. Diecimila, dicono altri. Nel '66 all'ospedale S. Anna vi sono stati 2400 parti spontanei, 324 chirurgici, e 916 revisioni « in seguito ad aborti». Quanti spontanei? Quanti provocati e favoriti? Difficile stabilirlo se l'intervento non ha lasciato tracce. « La pillola — dice il prof. Robecchi — è ormai in vendita su ricetta in tutte le farmacie. Ma il suo uso non ha diminuito il numero degli aborti». A questa soluzione estrema ricorrono di continuo ragazze disperate, donne sposate in difficili condizioni economiche, o con troppi figli, o in cattiva salute. Qualcuna, ogni tanto, ci rimette purtroppo la vita. Come la donna di Pianezza. Il procuratore della Repubblica aggiunto, dott. Jannelli, ha emesso ieri mattina l'ordine di cattura nei confronti del dott. Michelangelo Cicero, 66 anni, con studio in via Gioberti 25. E' 11 sanitario che ha provocato la morte della contadina di Valdellatorre Fellema Stigliano In Zefflrlo, 41 anni, sottoponendola a pratiche contro la maternità. Il perito settore prof. Griva ha accertato che la donna aveva subito la perforazione dei visceri e che 11 feto di 4-5 mesi non era stato espulso. L'accusa di cui deve rispondere il medico è di « aborto seguito da morte »: un reato che comporta una condanna fino a 16 anni. Inoltre 11 dott. Jannelli ha inviato un esposto all'Ordine dei medici, per 1 provvedimenti previsti dallo statuto. Il dott. Cicero non è un personaggio nuovo, per le cronache giudiziarie. Nel 1960 era stato arrestato e processato per violazione della legge sugli stupefacenti e falsificazione di ricette. Se l'era cavata con una contravvenzione di 20 mila lire, per aver Intestato ricette di morfina ad un cliente deceduto. Nel 1964 il marito di una paziente lo aveva denunciato per comportamento scorretto verso la donna, l'anno dopo la polizia lo aveva denunciato alla magistratura per procurato aborto. Evidentemente le accuse non avevano avuto un seguito, poiché ha continuato a svolgere la sua attività. L'arresto non ha potuto essere eseguito nella giornata di ieri, perché il dott. Cicero è scomparso dalla sua abitazione. Pare che nel pomeriggio sia stato visto In un comune della provln- eia. I funerali della vittima sono avvenuti a Valdellatorre, ma la bara è stata deposta nella camera mortuaria del cimitero: mancava il permesso per l'inumazione. La drammatica vicenda si è arricchita di altri particolari, durante l'inchiesta che svolgono 1 carabinieri di Pianezza. Alle 1,30 della notte tra lunedì e martedì, 11 medico condotto di Valdellatorre, dott. Luigi Rossi, veniva svegliato da Vittorio Zefflrlo, marito della defunta. Era in compagnia del dott. Cicero. « E' successa una disgrazia, mia moglie è morta », disse lo Zeffirio. Spiegò che l'aveva accompagnata a Torino per sbrigare delle commissioni, la donna si era sentita male perché soffriva di cuore. Passando in via Gioberti aveva notato la targa del dott. Cicero, erano saliti perché la curasse. Il dott. Cicero confermò il racconto, aggiunse che aveva praticato all'inferma due Iniezioni, ma di fronte alla gravità del caso si era offerto di ricondurre con la sua auto i coniugi. Appena giunti alla cascina, la Zefflrlo era deceduta per collasso. Voleva, 11 dott. Rossi, essere tanto gentile da compilare il certificato di morte? Il sanitario stava per aderire alla richiesta quando il vedovo, accasciandosi su una sedia si lasciò sfuggire queste parole: « Poveretta, morire in quel modo a Torino, lontana dai figli! ». La faccenda non era chiara, pensò il dott. Rossi. Se la donna era morta a Torino, perché gli avevano fatto credere che si era spenta al paese? Rifiutò quindi la proposta, riservandosi di esaminare la salma il mattino dopo. A questo punto il dott. Cicero tagliò corto: « Non perdiamo tempo, il certificato lo compilo io ». É cosi fece, attribuendo ad infarto la causa del decesso. Poche ore dopo, il dott. Rossi va nella cascina e osserva il cadavere. Si rendè conto della situazione, redige un controreferto e 10 trasmette alla Procura della Repubblica. Nel pomeriggio consegna al segretario del Municipio, Francesco Giannuzzi, il certificato del dott. Cicero, come prescrive la legge. Il segretario, data la delicatezza del caso, non lascia 11 foglio in ufficio ma lo consegna in serata ai carabinieri di Pianezza. Strana coincidenza: nella notte, gli uffici comunali vengono messi a soqquadro. Qualcuno si introduce rompendo un vetro, rovista negli schedari e nei cassetti. Ci sono dei soldi, delle calcolatrici e macchine per scrivere: un discreto bottino per un ladro. Invece non manca nulla, come se lo sconosciuto cercasse solo un documento. Forse 11 falso certificato di morte? I carabinieri non lo escludono, dal momento che quel pezzo di carta costituiva un'aggravante per il dott. Cicero, ormai sicuro che il suo piano era fallito. Le indagini tendono anche a chiarire questo episodio e a scoprire 11 responsabile della misteriosa irruzione. Dal canto loro, 1 carabinieri del « nucleo investigativo » hanno identificato 1 due conoscenti dello Zeffirio che accettarono di aiutarlo nel rimuovere daUo studio del medico la donna ormai deceduta. SI sono presentati alla « Podgora » mettendosi a disposizione del cap. Denaro e del ten. Formato. SI tratta dell'invalido Leonardo Provvisionato, piazza Filzl 13, e di Giuseppe Nocera, piazza Statuto 12. Frequentano il bar di via Basilica dove lo Zefflrlo è conosciuto. Lunedi a mezzanotte — hanno raccontato — incontrarono il contadino sconvolto e piangente. Disse che sua moglie era « gravissima », doveva riportarla a casa. Il Provvisionato ha una « 1100 », insieme al Nocera e allo Zeffirio andò in via Gioberti 25. Sot¬ to al portone c'era già la macchina del medico, con il quale videro un altro uomo. Salirono nello studio. La donna era sdraiata su un lettino, coperta fino al mento. Aveva gli occhi aperti, non dava segni di vita. Tuttavia i due pensarono che fosse soltanto svenuta. Poi la scena allucinante. Il Provvisionato aluta il medico a portare in strada la donna, prendendola per le gambe. Il corpo viene deposto sul sedile posteriore della macchina del medico. Il marito cerca di sistemare i vestiti, il dott. Cicero dice: tt Svelti lo faremo poi ». I tre risalgono in auto, precedono quella del dott. Cicero verso Valdellatorre. Macabro viaggio di 25 chilometri nel cuor della notte. Ad Alpigiano il contadino invitò 1 due a rientrare a Torino, lui sali nella macchina del dottore: sul se¬ dile posteriore, 11 cadavere don dolava ad ogni sobbalzo. E' stata identificata anche la « medicona » che avrebbe indirizzato la Zeffirio al dott. Cicero: sarebbe. Crocefissa Libero, moglie del catramisia Giuseppe Libero, 40 anni, abita in una casa semideserta In strada della Magra 22. L'uomo — che frequentava lo stesso bar di via Basilica — non è stato finora rintracciato. Anche la moglie è scomparsa da ieri mattina, quando l'hanno vista uscire con la figlia di 10 anni. La Libero affittava una stanza In via Napione 45: sarebbe il nascondiglio in cui la contadina ha agonizzato tre giorni, affidata alle vane cure di una giovane bionda, esile. Quest'ultima pare fosse un'infermiera del dott. Cicero. Sparita anche lei, come gli altri Implicati nella squallida,-criminosa vicenda. II dott. Cicero. Il dott. Rossi: il suo controreferto ha dato inizio all'inchiesta. Il marito e il figlio della vittima

Luoghi citati: Pianezza, Torino