Si dispera in carcere la donna accusata d'aver avvelenato il genero
Si dispera in carcere la donna accusata d'aver avvelenato il genero Il giallo dell'arsenico ad Alagna Lomelìlna Si dispera in carcere la donna accusata d'aver avvelenato il genero L'imputata, 57 anni, continua a negare - Nell'estate del 1966 avrebbe chiesto il veleno anche a una sua amica infermiera - Nella casa della vittima due gattini morirono improvvisamente: forse era una prova generale del delitto (Dal nostro corrispondente) Pavia, 9 ottobre. Regina Dezza, la cinquantasettenne accusata di avere ucciso il genero Giuseppe Caselgrandi con una forte dose di arsenico piange e si dispera in carcere dove sabato è stata rinchiusa sotto la pesante imputazione di omicidio aggravato.' negare disperatamente di avere compiuto il delitto, è stata visitata ieri mattina dal cappellano del carcere, don Carlo Bordoni che ha cercato di portarle conforto. Le indagini della magistratura per fare completa luce sul giallo,' continuano" sènza sosta. Dopo l'interrogatorio dell'ex farmacista di Ferrera La donna, che continua a Erbognone, dott. Giovanni Battista Franchini, il quale ha confermato che la Dezza si sarebbe recata da lui una domenica dell'agosto 1966 per ottenere un veleno per far morire lentamente il cane di un vicino che la disturbava, è stato interrogato l'autista Rocco Rabossi che avrebbe trasportato con la sua mac hshina la donna da Alagna a Ferrera. Il tassista avrebbe però escluso al giudice, nella maniera più categorica, di avere effettuato tale servizio. Proprio per indagare su questo particolare il dottor Borghese ha oggi interrogate-, in una sala del municipio 'di' G'arlasco,' "diversi' autisti che effettuano il trasporto di persone con le lo¬ ro auto da Alagna a località vicine. Essi sono: Lino. Lavezzi, 47 anni, Francesco Ferrari, 37 anni e Giuseppe Mantovani, 60 anni, tutti residenti ad Alagna. Inoltre sono stati sentiti gli autisti e i garagisti di Garlasco: Battista Bertone, Gianfranco Sacchi, Teresio Cabedini, Mario Luigi Zucchi, Giuseppe Santagostino e Aldo Brocca. Dagli interrogatori, secondo quanto si è potuto apprendere, non sarebbe venuto alcun aiuto al giudice per appurare con quale mezzo Regina Dezza si sarebbe recata da Alagna a Ferrera in quella domenica di agosto per chiedere al " farmacista 'il' veleno. Cir-~ costanza che — come è noto — la donna nega ostinatamente. A proposito del veleno si è appreso oggi che la Dezza non si sarebbe limitata a chiederlo al farmacista, ma l'avrebbe chiesto anche a'una sua amica infermiera di cui per ora non si conosce il nome. Probabilmente la donna verrà interrogata. Non si esclude che domani venga nuovamente sentita dal giù dice anche Giovanna Barzizza, la fidanzata del giovane avvelenato. I commenti e le supposizioni ad Alagna, dopo l'incriminazione di Regina Dezza, non si contano più. E' stato riferito da alcuni amici del defunto che egli, nell'autunno del 1966, raccontò loro di avere trovato morti avvelenati nel cortile di casa due gattini ai quali il suo figlioletto, Ernesto, di 10 anni, era molto affezionato. Ora si vuole vedere in tale episodio una prova generale del delitto che poi Regina Dezza avrebbe compiuto. II bambino, rimasto orfano della madre nel novembre del 1962 e del padre nel febbraio scorso, viveva ora con la nonna materna, ma da sabato è rimasto solo. Il giudice ha però provveduto ad affidarlo ad ima zia, Mariuccia Dezza, di 53 anni, sorella dell'arrestata, che risiede anch'essa ad Alagna. m. n. ■UIIIIMMIIIIWMItlllllMllllllmiU^^ Giovanna Barzizza, fidanzata del giovane avvelenato
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