Brutto mestiere in Inghilterra fare il ministro degli Esteri

Brutto mestiere in Inghilterra fare il ministro degli Esteri Al LABURISTI NON PIACE LA POLITICA DEL LORO GOVERNO Brutto mestiere in Inghilterra fare il ministro degli Esteri Il congresso socialista ha accettato il programma economico di Wilson e approvato la richiesta di entrare nel Mec; ma sull'azione diplomatica, soprattutto nel Vietnam, e scoppiata la tempesta - Le difficoltà dei laburisti sono accresciute dalle critiche, spesso feroci, che si abbattono sul ministro George Brown - L'attuale capo del Foreign Office ha un temperamento vulcanico, scarso rispetto delle forme, un gusto spiccato per i piaceri della vita - Brown lo ammette, ma non promette di cambiare: «Se volete un ministro astemio e senza peccati, non faccio per voi» (Dal nostro inviato speciale) Londra, ottobre. A tirare le somme del congresso di Scarborough, si trova che il partito laburista non tanto critica e contrasta la politica interna ed economica, quanto gli atteggiamenti o le ambizioni del governo in politica estera. Per Wilson è dilatti andata bene la discussione su problemi domestici di produzione, redditi e salari, e ancora meglio è stata accolta dal congresso la prospettiva dell'entrata dell' Inghilterra nel Mercato Comune, con tutto quello che di negativo ciò potrebbe comportare (un aumento del costo della vita, i primi tempi, del 2 o del 3 per cento). Ma in politica estera il governo è stato seccamente sconfessato. Ne ha fatto le spese più degli altri il titolare del Foreign Off.ce, naturalmente. Anzi, contro George Brown. quando forse pareva che non bastassero gli attacchi di natura politica, si passava non senza crudeltà a quelli di natura personale, e ne era messa in causa non più soltanto la sua azione diplomatica, ma la stia stessa serietà privata. Il primo affronto fu la se¬ ra dell'inaugurazione quando, secondo l'uso inglese, i congressisti si festeggiavano con pranzi e balli nei grandi alberghi. Brown non venne invitato a quello offerto dal sindacato cui appartiene (Transport and General Workers Union; che è anche il più importante d'Inghilterra. Lo presiede Frank Cousins, un ex ministro della Tecnologia, adesso capo degli oppositori interni di sinistra che disistimano ed avversano il ministro degli Esteri. Perciò a Brown toccò andare a un altro pranzo, quello della Amalgamated Engineering Union, figurandovi l'ospite dell'ultimo momento, un benvenuto leggermente compatito. Per consolarsi, dopo il banchetto si gettò nelle danze, una sua passione, ma i fotografi gli furono attorno così fastidiosi mentre ballava con sua moglie, che dovette smettere. Uno dei paparazzi si era sdraiato a terra, addirittura, e strisciando cercava di cogliere la coppia di sotto in sù: e fu la stessa signora Brown che si mise a strillare, come per un topo sul pavimento. Da quella sera i fotografi vennero banditi dalle riunioni mondane dei congres- sisti, ma naturalmente ne seguirono tutti gli immancabili strascichi polemici di questi casi, in difesa della libertà di stampa, da una parte, e del diritto degli uomini pubblici alla privacy, dall'altra. Sono sempre storie sgradevoli per chiunque e meno che mai potevano giovare a Brown, sul quale già pesava un altro comico infortunio fotografico recente. La settimana prima, a bordo del « Queen Mary » nel porto di New York, dove Brown era andato per un discorso da pronunciare alla XXII sessione dell'Assemblea ordinaria dell'Onu, egli difatti era stato colto mentre ballava un frug con una bella donna. Oltre che scatenato e scomposto come vogliono il ritmo e le mosse in quel ballo, era apparso anche allegro, per suo conto, come se avesse bevuto assai. « Il vero guaio — scrisse il Daily Mirror in un editoriale — non è che beva troppo: è che dovrebbe non bere per niente ». « Anche Churchill beveva — rispose Brown spavaldo in un'intervista alla tv — del resto io non pretendo d'essere astemio. Ma io lavoro sodo, molte ore al giorno. In quel che faccio non c'è niente che vi possa preoccupare. Ma se volete uno senza peccati, non faccio per voi. Uno cosi, però, non sarebbe un buon ministro degli Esteri ». Ammette anche che diventare ministro degli Esteri è stato il suo sogno di tutta la vita. In agosto del 1966, quando Wilson gli annunciò la nomina al Foreign Office, per la gioia non riuscì a prendere sonno, quella notte: -*Mla mogli©' continuava a dirmi: "TI ricordi? Il giorno che ci slamo conosciuti mi dicesti che volevi diventare ministro degli Esteri. Bene, adesso lo sei " ». Al Foreign Office arrivava dopo un'esperienza governativa di venti mesi al ministero degli Affari economici, e non a torto riteneva che ciò gli desse già una competenza negli affari internazionali: « Come diceva sempre il mio maestro Bevin: "Datemi una tonnellata di carbone di più, e potrò fare una politica estera per la Gran Bretagna". E cosi lo: sempre ho cercato di avere una tonnellata di carbone, di acciaio, di naviglio di più, e adesso finalmente vado al posto da dove con la forza economica si può fare una politica estera efficiente ». Non toglie nulla di realismo al discorso di Brown il possibile dubbio se l'Inghilterra d'oggi abbia realmente questa forza. Egli è infatti persuaso, per esempio, che l'Inghilterra debba entrare nel Mercato Comune: « Farò ogni sforzo necessario, ma non per questo mi metterò in ginocchio davanti al generale De Gallile ». E' un convinto assertore della Nato: «Ha un'importanza decisiva, ma questo non vuol dire che io debba accettare supinamente tutti i punti di vista americani ». E' tutto inteso a migliorare le relazioni fra Occidente ed Oriente, ma non si toglie il piacere della verità con i sovietici, anche al rischio di essere sgradevole. Una sera che Kruscev. anni fa, era a Londra invitato ad un banchetto dei parlamentari laburisti a Westminster, gli disse sulla taccia: « Siete voi che ci avete lanciato addosso ì tedeschi nel 1939. Dio vi perdoni ». Furioso, Kruscev lo invitò a ripetere, se ne aveva il coraggio, e Brown difatti ripetè parola per parola, e ne scoppiò un alterco che mandò a male il pranzo. Ora, comunque, egli è a disagio per due ragioni opposte ma coincidenti in modo singolare a suo sfavore. « A livello di governo ». come si dice, si ha la sensazione che il ministro'degli Esteri di un grande paese come l'Inghilterra dovrebbe essere più rispettoso delle forme, e ciò prima di tutto in nome della irrinunciabile rispettabilità nazionale. Ma, più ancora, dovrebbe essere cauto anziché brusco, perché bisogna pur tener conto delle buone maniere. « Bisogna invece — dice Brown — che questo Paese, se mi vuole, si adatti a me come sono, perché non c'è la minima probabilità che cambi io ». Lo dice con serena sicurezza, e anche questa è una prova del suo realismo personale. Tuttavia non è solo del temperamento del Ministro che si di-, scute. « A livello di partito », a. Scarborough è stata messa in causa la sua politica, ma non perché apparisse troppo spìnta dagli impulsi del suo umore generoso e imprudente o temerario. Tutto all'opposto, lo hanno condannato come traditore degli ideali del socialismo. Stapa spiegando perché non ritiene che sia il caso di chiedere agli americani di sospendere i bombardamenti sul Vietnam del Nord: « Voi non lo immaginate nemmeno quello che vengo a sapere io dalle mie fonti... » « Dal Pentagono! », urlò uno. « Se tu mi credi cosi cinico o sciocco, mandami pure al diavolo ». Continuò a dire che in Vietnam del Sud' ci sono morti e vittime cento volte di più che nel Nord: « E' per le bombe americanei per il Napalm! », gridavano in sala. Dovette andare alla, conclusione professando un suo orrore per la guerra, tutte le guerre: « Si fanno cose terribili in nome dell'umanità e dell'avvenire, ma io non posso indicare una delle parti più meritevole dell'altra di una condanna particolare ». Era proprio questo che il Congresso non voleva sentirsi dire, e che comunque non si aspettava di dover ascoltare proprio da Brown, il quale poi promette, quando parla di Nato, dì non accettare supinamente i punti di vista americani, e non sì vuole mettere in ginocchio davanti a De Gaulle per la questione del Mec. Ma in Asia, invece? Questo restare allineati all'America nel mondo più lontano, ha dato al Congresso il sospetto che nemmeno un governo laburista sia capace di veramente ridimensionare la politica estera. dell'Inghilterra^ Quando infatti i problemi sono « East of Suez ». .ad oriente di Suez, sembra che affiori la nostalgia ineffabile del binomio di un tempo, basi e cannoniere (oggi sarebbe basi e portaerei). E' innegabile che sia in liquidazione, ma questa appare ancora troppo lenta, come se1 il governo fosse trattenuto dai residui di un orgoglio imperiale malinteso, o, chi sa, da un'invidia per l'America. Perciò il Congresso laburista, contro Wilson e Brown, vuole che l'Inghilterra tagli corto e si «dissoci» formalmente dagli Stati Uniti. Vittorio Correste Il ministro Brown ama anche assistere alle sfilate di moda: eccolo mentre osserva l'indossatrice Theresa McMurray che accenna un passo di danza durante una presentazione di modelli francesi a Londra (Tel. A.P.)