Forse è stato il bandito Paul Poggi ad assaltare la banca presso Livorno

Forse è stato il bandito Paul Poggi ad assaltare la banca presso Livorno Continua la caccia ai due rapinatori di Castiglioncello Forse è stato il bandito Paul Poggi ad assaltare la banca presso Livorno Era fuggito nel luglio scorso dal penitenziario di Porto Azzurro - Sembra sia tornato in Italia - Pare invece escluso che i malviventi siano gli evasi dal carcere di Bologna - Fermati due giovani a bordo di un'auto simile a quella usata per il "colpo" (Dal nostro corrispondente) Livorno, 6 ottobre. Proseguono da ieri le battute della polizia nel Livornese alla caccia dei due banditi che assaltarono la filiale della CdSsa di Rispàrmio di Castiglioncello. Come è noto, la rapina avvenne ieri poco prima della chiusura antimeridiana. Due giovani armati di pistola, col volto coperto soltanto da occhiali scuri, dopo avere rinchiuso nella toilette i quattro impiegati, hanno rubato dalla cassaforte otto milioni. Gli agenti delle questure di Livorno e Firenze hanno compiuto, stamane e nel pomeriggio, presso l'istituto di credito, una serie di indagini. Sono state fatte vedere ai dipendenti dell'istituto di credito parecchie fotografie di pregiudicati: non si sa ancora se qualcuno di questi sia stato riconosciuto. Mentre per gli inquirenti pare escluso che i responsabili della rapina siano gli evasi dal carcere di Bologna, Giorgio Cornalis e Adolfo Lodi, c'è chi sostiene che l'assalto sia opera di Paul Poggi, il bandito corso fatto fuggire dal penitenziario dì Porto Azzurro, nel luglio scorso, dal fratello Louis aiutato da tre complici. A sostegno di questa ipotesi sono alcune informazioni giunte dalla Francia. In un primo tempo pare che i cinque avessero raggiunto con un motoscafo la Corsica dove fra la malavita locale avrebbero potuto trovare rifugio. Poi avrebbero lasciato l'isola diretti in Italia. Non è quindi da escludere che il colpo a Castiglioncello sia opera del bandito corso aiutato da uno dei quattro complici. E' stato frattanto ricostruito il presumibile percorso compiuto dai banditi a bordo della « Giulia » verde con targa di cartone. In proposito esistono le testimonianze di un uomo e di una donna, il commerciante Rino Rossi e la signora Dolide Scarselli. Secondo la donna, l'auto a forte velocità si sarebbe diretta verso l'entroterra dopo aver attraversato Castiglioncello, raggiungendo la via Aurelio e poi imboccando, forse, una strada laterale che porta in aperta campagna. Il dispositivo dei posti di blocco è scattato meno di venti minuti dopo la rapina, per cui non è possibile che i banditi abbiano lasciato la Toscana. ' L'ipotesi più attendibile è che essi abbiano lasciato un terzo complice a bordo della « Giulia », non ancora ritrovata (testimonianza del signor Rossi) e che poi siano riusciti a raggiungere una località prestabilita dove, rubata un'altra auto, avrebbero proseguito per poi nascondersi in qualche casolare abbandonato. Il colpo, com'è noto, è stato compiuto da persone esperte del locale della banca, delle abitudini del paese, della, situazione del centro turistico, ora che la folla dei villeggianti è ripartita. Alle 12.40 cioè qualche minuto prima della chiusura antimeridiana, i due giovani erano entrati nell'istituto di credito. Puntando le pistole, i idue banditi avevano imposto ai quattro funzionari della banca di addossarsi al muro a braccia alzate; uno dei malviventi pronunciava poche parole di minaccia in dialetto vagamente settentrionale; forse ligure, ma non è escluso, secondo un impiegato, che l'accento fosse sardo. Vuotata la cassaforte, l'altro bandito metteva il denaro in una borsa a soffietto. Dopo aver fatto entrare i quattro impiegati nella toilette li rinchiudeva dentro a chiave. A liberare i prigionieri è stato il figlioletto del diretto re, Enrico, che udendo dalla sua abitazione al piano superiore del caseggiato le invocazioni di aiuto, scendeva a precipizio incurante dell'eventuale pericolo e liberava il padre assieme con i colleghi. Nella serata, a Colle Solvetti, in provincia di Livorno sulla statale Aurelio, una auto dalle identiche caratteristiche di quella della rapina è stata fermata: portava la targa di Cagliari ed a bordo vi erano due giovani, uno privo dì documenti. Entrambi hanno detto di essere magliari, di essere originari di Napoli, ma ài abitare a Sorzana. La vettura sarebbe dello zio di uno dei due. Targa'di città sarda, accento napoletano, ma con inflessioni liguri: sono questi i motivi di sospetto, in base ai quali carabinieri hanno fermato i due portandoli a Livorno per ulteriori accertamenti. Paul Poggi, l'evaso sospettato della rapina (Telefoto) ■iiiiiiiiiiiiiiiiiriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii b. c

Persone citate: Adolfo Lodi, Dolide Scarselli, Giorgio Cornalis, Paul Poggi, Rino Rossi, Sorzana